“Let that sink in”.
L’immagine dell’ingresso di Elon Musk nel quartier generale di Twitter aveva fatto il giro del mondo. Questo perché l’eccentrico e discusso miliardario si era presentato con in mano un lavandino: una battuta che sicuramente non avrà fatto ridere gli oltre 70 dipendenti licenziati in tronco dopo l’acquisizione del colossale social network da parte di Musk.
Tuttavia, le novità non si sono certo fermate ai licenziamenti a tappeto: secondo Elon Musk, Twitter sarebbe dovuta diventare una “piattaforma libera da censura, una piazza virtuale in cui tutti possano esprimere la propria opinione”.
In realtà l’idea di un’agorà digitale fondata sul dialogo – sulla carta – non è malaccio. Il problema è che le conseguenze dell’anarchia totale le abbiamo già viste negli scorsi giorni: lo stesso Elon Musk avrebbe infatti ricondiviso una palese fake news omofoba derivante da una pagina dichiaratamente suprematista.
Domenica mattina, infatti, Musk ha risposto a un tweet dell’ex Segretario di Stato Hillary Clinton in cui quest’ultima linkava un articolo del Los Angeles Times riguardante la cronaca della recente aggressione ai danni del marito di Nancy Pelosi da parte di un suprematista bianco di simpatie trumpiane.
Secondo la storia raccontata invece nell’articolo linkato da Musk – proveniente dal non accreditato Santa Monica Observer – , l’aggressore sarebbe in realtà un prostituto omosessuale assunto dal marito di Pelosi per una notte brava a base di alcol e – a quanto pare – botte da orbi.
Il problema è che il Santa Monica Observer è celebre per le sue bizzarre fake news che tirano acqua al mulino dei conservatori americani. Addirittura è stato lo stesso Los Angeles Times ad accusare il SMO di diffondere notizie false.
Per intenderci, si parla di teorie secondo le quali Hillary Clinton sarebbe un replicante, Donal Trump avrebbe assegnato a Kanye West la carica di ministro degli interni e che dietro a un’epidemia di poliomielite ci sia nient’altro che il povero Bill Gates, da sempre nel mirino dei complottisti.
“C’è una piccola possibilità che la storia non sia andata esattamente come ce la raccontano” secondo Elon Musk
E come fonte, avrebbe tirato fuori l’articolo “The Awful Truth: Paul Pelosi Was Drunk Again, And In a Dispute With a Male Prostitute Early Friday Morning”, che dettaglierebbe come Paul Pelosi – un uomo di oltre ottant’anni – sarebbe in realtà un omosessuale represso che va a prostituti.
L’aggressore sarebbe invece un “castrista nudista” – ovvero facente parte di una fantomatica subcultura di “prostituti omosessuali che vanno in giro nudi indossando solo anelli genitali”. Il giornale rifiuta però di citare alcuna fonte.
In poche parole, Pelosi non sarebbe quindi stato aggredito in casa sua, ma sarebbe in realtà stato coinvolto in una rissa con il prostituto – sedata poi dalla polizia chiamata dai vicini di casa. Una storia smentita da tutte le altre testate giornalistiche accreditate e dallo stesso Santa Monica Observer, che ha alla fine rettificato la storia.
Tuttavia, essa circola ancora oggi nelle principali pagine e canali repubblicani complottisti.
Sebbene il tweet sia stato cancellato quasi subito, esso ha ricevuto più di 24.000 retweets e più di 86.000 likes nelle prime ore dopo la pubblicazione. Ironicamente, questo va a dimostrare quanto pericoloso sia eliminare ogni forma di moderazione ai contenuti su una piattaforma popolare e popolata come Twitter.
Facebook aveva avuto un problema simile nel 2020, durante le elezioni americane: la mole di fake news emesse sul sito web avevano messo in difficoltà i moderatori, dando vita a un’ondata di disinformazione mai vista prima. Così come succedeva in Italia prima della nuova stretta di Meta sulle notizie false.
Gli esperti suggeriscono un destino simile per Twitter, dopo le diverse dichiarazioni di Elon Musk in materia di anticensura: il che potrebbe avere un influenza devastante sulle elezioni midterm americane.
Tuttavia, un aspetto da non trascurare è l’impatto sulle minoranze che un’anarchia totale potrebbe avere, in particolare su quella LGBTQIA+, specialmente a fronte delle diverse dichiarazioni omofobe di Musk verso persone transgender e non binarie.
Dall’attacco ai pronomi – considerati come un incubo estetico – alla più recente disinformazione omofoba condivisa dal miliardario sulla propria piattaforma, Elon Musk è ormai diventato il guru del free speech per omofobi, razzisti e suprematisti.
La nuova era di Twitter potrebbe diventare un incubo di estremismo anti LGBTQIA+: insomma, un inizio per niente promettente.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.