Ha passato due mesi ad indossare gli inediti abiti della ‘moderata’, per provare a depotenziare il video choc di metà giugno a sostegno di Macarena Olona, candidata Vox alla presidenza dell’Andalusia. Ora che mancano pochi giorni alle elezioni del 25 settembre, Giorgia Meloni ha gettato definitivamente la maschera, guardando a destra e ai potenziali elettori in fuga dalla Lega di Matteo Salvini.
In un’intervista all’Efe, Meloni si è augurata che la vittoria di Fratelli d’Italia possa “spianare la strada a Vox in Spagna“. “In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, la concretezza e il pragmatismo dei conservatori sono molto più efficaci delle ricette ideologiche della sinistra“, ha insistito l’ex ministra berlusconiana, che ha poi sottolineato come con Vox “siamo legati da stima, amicizia e lealtà reciproca. Abbiamo sorriso del fatto che in Italia la sinistra usi Vox per attaccare Fdi e in Spagna usi Fdi per attaccare Vox“.
In quel celebre discorso di metà giugno, con le vene del collo pronte ad esplodere, la leader di Fratelli d’Italia aveva tuonato “Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT! Sì all’identità sessuale, no all’ideologia gender! Sì alla cultura della vita. No all’abisso della morte. Sì all’universalità della Croce. No alla violenza dell’Islamismo. Sì ai confini sicuri. No all’immigrazione di massa. Sì al lavoro della nostra gente. No alla grande finanza internazionale”.
Successivamente, travolta dallo choc per un comizio tanto ricco di odio, aveva provato la strada del pentimento. “Cambierei il tono, non il contenuto, perché quelle sono cose che ho detto molte volte. Quando dici cose decise vanno dette con un altro tono. Quando mi sono rivista non mi sono piaciuta. Quando io sono molto stanca, mi capita di non riuscire a modulare un tono appassionato che non sia aggressivo“.
Ora che il voto si avvicina, Meloni ha deciso di alzare i toni dello scontro. Anche con l’Europa. Nei giorni scorsi ha votato contro la risoluzione UE che ha accusato l’Ungheria di non essere più una democrazia, sottolineando come il popolo ungherese abbia votato Viktor Orban. Tanto basta, a suo dire, per essere considerati democratici. Lo stato di diritto, per Giorgia Meloni, è evidentemente un plus aggiuntivo di discutibile utilità al cospetto del concetto stesso di democrazia, il cui perimetro si limiterebbe al diritto di voto.
Vox, lo ricordiamo, è un partito spagnolo di estrema destra che si dichiara “pro-vita” e contrario all’aborto, alle adozioni da parte delle coppie dello stesso sesso e al matrimonio egualitario, sostenendo la necessità di una riforma che lo definisca semplicemente “unione civile”. A fine 2021 ha presentato tra le proteste della comunità LGBTQ+ madrilena il disegno di legge “Ley autonómica de Igualdad“, per contrastare la Legge sull’identità e l’espressione di genere e la Protezione globale contro le discriminazioni LGTBTQIA+, sostituendole con un testo senza riferimenti specifici alla discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, con una generica discriminazione per “qualsiasi altra circostanza personale”.
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