Ieri alla Camera dei Deputati si è tornati a parlare di “Gestazione per Altri Reato Universale“, legge che la destra vorrebbe approvare entro settembre. L’aula di Montecitorio ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd e +Europa. I voti a favore sono stati 124, i contrari 187. La prossima settimana si dovrebbe tenere il voto in aula, con la relatrice Carolina Varchi di Fratelli d’Italia che ha ringraziato “la compattezza del centrodestra e l’impegno corale della maggioranza che ha rimandato al mittente gli argomenti strumentali delle opposizioni”.
Polemiche all’interno del Pd, che si è astenuto su un altro emendamento presentato da Riccardo Magi di +Europa, che puntava a “regolamentare finalmente in Italia la gestazione per altri solidale“, pubblicamente sostenuta anche dalla segretaria Elly Schlein. Lunedì notte ci sarebbe stata una conta interna al Partito Democratico, con 50 contrari all’emendamento Magi e 19 favorevoli. Alla fine ha prevalso l’astensionismo, riattivando i malumori nei confronti dei cosiddetti “cattodem” del partito, che da una parte si è dichiarato fermamente contrario all’idea di rendere la GPA “reato universale”, andando così a colpire gli italiani che vorrebbero farla in Paesi dove è consentita, per poi non prendere posizione al cospetto di chi vorrebbe regolamentarla in Italia, dove è vietata per legge da quasi 20 anni.
Nel dubbio, la Commissione Ue ha ribadito ancora una volta come il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali non abbia nulla a che vedere con l’approvazione o meno della gestazione per altri nei singoli Stati membri. Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione, e Didier Reynders, commissario per la Giustizia, hanno inviao una lettera alla presidenza del Senato in risposta ai rilievi presentati lo scorso marzo, quando il governo italiano bocciò la proposta di regolamento di Bruxelles sul certificato di filiazione.
Sefcovic e Reynders hanno sottolineato come “la proposta lascia impregiudicata la competenza degli Stati membri, ai sensi dei trattati dell’Ue, di adottare misure di diritto sostanziale in materia di famiglia e, pertanto, di decidere se regolamentare o vietare la maternità surrogata nel proprio territorio“.
La falsa retorica della GPA utilizzata dalla destra per giusitificare quella bocciatura cade così definitivamente. Approvare il certificato di filiazione non spalancherebbe le porte alla GPA, come a lungo sostenuto dalla maggioranza di governo. Ogni Stato membro manterrebbe potere decisionale sull’argomento.
“Non costituirebbe in alcun caso un accertamento della filiazione, bensì solo la prova di quella già accertata da uno Stato membro in forza del diritto nazionale applicabile”.
Il documento della Commissione UE si chiude con l’auspicio di “proseguire il dialogo politico in futuro“. Un dialogo a cui questo Governo, seriamente intenzionato ad approvare una legge “universale” da molti definita “obbrobrio giuridico”, difficilmente cederà, proseguendo così la propria insensata guerra alle famiglie arcobaleno.
Con 124 voti favorevoli e 187 contrari, la Camera ha respinto le questioni pregiudiziali in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano. #maternitàsurrogata #OpenCamera pic.twitter.com/4N6eo3Xn2t
— Camera dei deputati (@Montecitorio) July 18, 2023
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