Statue su Mussolini, immagini del Ventennio, foto del colonialismo fascista, camicie nere.
Da domani Ignazio Benito La Russa sarà presidente del Senato, la seconda carica più importante. E a proclamarlo sarà Liliana Segre, che del fascismo fu vittima.
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— Abolizione del suffragio universale (@AUniversale) October 12, 2022
La 19esima legislatura parte con le presidenze di Camera e Senato, tra oggi e domani ufficializzate. Se alla Camera siederà molto probabilmente il leghista Riccardo Molinari, a Palazzo Madama troveremo Ignazio Benito Maria La Russa, co-fondatore di Fratelli d’Italia, ex ministro della difesa nel governo Berlusconi IV, ex Fronte della Gioventù ed ex AN, già ex vicepresidente di Camera e Senato, eletto al primo turno grazie anche al voto segreto di 17 senatori dell’opposizione. Un uomo che in casa ostenta statue del Duce e immagini del ventennio fascista, un uomo che quattro settimane fa in tv, in piena campagna elettorale, disse testuale “siamo tutti eredi di Mussolini“.
Nel 1973 è in piazza in quello che passerà alla storia come il “giovedì nero di Milano”. È proprio un giovane Ignazio ad aprire Sbatti il mostro in Prima Pagina di Marco Bellocchio, film del 1972 con riprese reali di un comizio andato in scena a Milano ad opera della Maggioranza silenziosa, comitato anticomunista a cui aderivano esponenti democristiani, missini, liberali e monarchici.
Anche sul fronte diritti LGBTQ+, La Russa è sempre stato esplicito. Nel 2013, intervistato da Klaus Davi, sottolineò come crescere con due papà o due mamme sarebbe “prima di tutto un’induzione ingiustificata a crescere come gay”. A suo dire, in conclusione, avere due genitori dello stesso sesso andrebbe a trasformarsi in “modello” che potrebbe “condizionare” la vita e le attitudini del bambino stesso.
In riferimento al DDL Zan, La Russa ha sempre parlato di “legge liberticida“, perché a suo dire “prima legge al mondo che mette un limite alle libere espressioni di idee e posizioni, discrimina alcune opinioni“. Nel 2016, nel pieno del dibattito sulle unioni civili, La Russa esplicitò il suo voto contrario perché convinto che la legge Cirinnà avrebbe poi aperto la strada al matrimonio egualitario, istituzione a suo dire “riservata a persone di sesso diverso“, e all’adozione per le coppie LGBTQ. Nel 2015 a Milano, nel pieno di un convegno tenutosi a Milano dal titolo «Difendere la famiglia per difendere la comunità», La Russa urlò “culatt*ne” ad un 22enne colpevole di aver domandato: “Quanti di voi sanno se il proprio figlio è omosessuale?”.
Fratello di Ignazio La Russa è Romano La Russa, il mese scorso balzato agli onori delle cronache per aver fatto il saluto romano ad un funerale. Ex europarlamentare e attuale Assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa nel 2012 disse: “I gay sono malati ma possono curarsi”.
Ma è il fratello maggiore di Romano, Ignazio Benito Maria, ad aver oggi conquistato la 2a più alta carica della Repubblica italiana, antifascista per legge, in Costituzione, con proclamazione ad opera di Liliana Segre, in quanto senatrice più anziana, che del fascismo fu vittima.