Rock Hudson apre gli occhi al mondo
Autentica stella di Hollywood, costretto a fingersi eterosessuale per non disturbare le major, Rock Hudson è stato il primo grande personaggio pubblico a morire a causa dell’AIDS, evento che spinse l’opinione pubblica ad acquisire una maggiore presa di coscienza nei confronti della malattia.
Era il 1985. Fino ad allora si pensava che l’AIDS fosse un destino riservato a pochi emarginati e soprattutto “prerogativa” del mondo omosessuale. Il virus dell’Hiv, invece, non risparmiava nessuno, neppure se ricco e famoso. La morte di Hudson cambiò radicalmente anche l’atteggiamento da parte dell’allora presidente degli Stati Uniti d’America Ronald Reagan, amico di lunga data dell’attore, nei confronti della pandemia. Nell’estate del 1985 Hudson approvò la diffusione di un comunicato stampa in cui parlava per la prima volta della malattia.
L’ospedale parigino in cui era ricoverato si svuotò immediatamente per il terrore del contagio. Lo stigma era elevatissimo. Lo staff del divo incontrò non pochi problemi nel reperire un volo per tornare in America. Questo perché nessuna compagnia aerea voleva averlo come passeggero. Alla fine Hudson fu costretto a prenotare un intero volo solo per lui. Fino ad allora ‘raccontato’ come uomo virile, ricchissimo e celebre, Hudson sconvolse il mondo e cambiò l’opinione che il mondo si era fatta sull’Hiv. Sul set della serie Dynasty, Rock aveva baciato in bocca l’attrice Linda Evans, che venne immediatamente sottoposta ad un test dopo la diffusione della notizia della sua malattia. Un altro duro colpo che acuì lo stigma verso le persone Hiv+. Grazie anche a Rock Hudson, e purtroppo alla sua morte, arrivò il cambio di passo.