Non c’è limite a ciò che i conservatori possono pensare e inventare pur di gettare discredito sulla comunità LGBTQIA+. Questa volta, a lanciare l’ennesimo di una serie di attacchi che in questo anno hanno preso come target la comunità e lə performer drag è stato James Lindsay, commentatore e attivista conservatore e anti-LGBT, che in diretta e poi su Twitter ha accusato le drag queen di stare cospirando per incastrare i conservatori.
Prima di commentare le allucinanti dichiarazioni fatte in un’intervista all’Americafest Live, inquadriamo meglio il personaggio. James Lindsay si definisce un nemico della cosiddetta cultura “woke” ed è fermo sostenitore di chi considera le persone LGBTQIA+ come dei “predatori”. In particolare lə performer e gli eventi drag, in luce delle recenti lotte per aprire gli show anche ai bambini, come dimostrano le polemiche contro l’Idaho Pride.
È proprio contro le drag queen e i loro show che Lindsay si è scagliato, arrivando a imbastire un presunto complotto che fa accapponare la pelle, tanto per le sue dichiarazioni quanto per il pensiero che vi sta dietro. Secondo l’attivista, infatti, lə performer drag si sarebbe messə d’accordo per provocare i conservatori, spingendoli ad atti estremi. Sarebbe questo il loro obiettivo, dice: fare sì che una drag queen venga uccisa per avere unə martire che, con una battuta di pessimo gusto, ha definito “Drag Floyd”.
Il chiaro riferimento è alle proteste “Black Lives Matter” nate dopo l’uccisione di George Floyd a Minneapolis da parte di due agenti di polizia nel maggio 2020, a cui hanno fatto eco rivolte in tutto il mondo. L’obiettivo ultimo delle drag queen, secondo Lindsay, è quello di scatenare delle proteste simili a supporto della loro “categoria” e contro i conservatori.
«Questa è una tattica di guerra non convenzionale per provocare. L’obiettivo – ragazzi, ricordate George Floyd – l’obiettivo è avere Drag Floyd. […] Vogliono che una drag queen venga attaccata e vogliono fare un enorme quantità di rumore e vogliono creare di nuovo l’estate 2020 da una drag queen o una persona trans o qualcosa del genere»
Your occasional reminder re: drag queens around kids. It’s a deliberate provocation. They’re already desperately trolling the media for their big Drag Floyd moment. Don’t give them Drag Floyd.
— James Lindsay, SPLC’s top Christian Nationalist (@ConceptualJames) December 12, 2022
Non è la prima volta che Lindsay tira in ballo il complotto “Drag Floyd”. Nelle scorse settimane ne aveva parlato in una serie di tweet che recitavano: «Se si verifica un’orribile tragedia, e dobbiamo sperare che non accada e scoraggiarla per ogni ragione, strategica e morale, quante più persone possibile devono vedere il tentativo di un’operazione ‘Drag Floyd’ prima che possa decollare. Questo è fondamentale e lo spezzerà».
Negli ultimi mesi gli attacchi alla comunità e in particolare allə performer drag sono aumentati esponenzialmente e la maggior parte delle accuse lə vogliono come “predatori” interessati sessualmente ai bambini. James Lindsay, oltretutto, quest’anno è andato contro a molti esponenti dell’attivismo LGBTQIA+, come l’associazione The Trevor Project, organizzazione no profit che lavora per porre fine all’autolesionismo nei giovani LGBTQIA+.
They’re trying to set the stage for a Drag Floyd moment and searching desperately for one. Now you know why they’re putting drag queens in front of children: a mid-level provocation to either groom kids or provoke useful violence. https://t.co/GKXLJap5kM
— James Lindsay, SPLC’s top Christian Nationalist (@ConceptualJames) December 9, 2022
È chiaro che così, a prima vista, le dichiarazioni di Lindsay sono solamente le allucinazioni di un accanito odiatore. Tuttavia, sono abbastanza contorte da poter avere successo negli ambiti conservatorie scatenare qualche sorta di reazione. Senza contare, oltretutto, l’assoluta insensibilità dello scherzare su un evento tragico che ha smosso le coscienze mondiali ed è stato condannato su più fronti.
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