Anche dalla lontana Australia, c’è chi ritiene che l’affossamento del DDL Zan sia stato un passo falso verso la conquista di maggiori diritti. In vista del lancio della riedizione del suo ultimo album, dal titolo Disco: Guest List Edition, che sarà pubblicato venerdì 12 novembre, Kylie Minogue ha deciso di dire la propria sul blocco della legge contro l’omotransfobia e l’abilismo nel Senato italiano.
Intervistata dal Corriere della Sera, la “fatina” del pop, tre le icone lgbtqia+ per eccellenza nel panorama musicale internazionale, ha reagito con sgomento alla notizia dell’affossamento, sintetizzando in poche righe che cosa si celi dietro alla mancata condivisione di intenti tra parlamentari, separati anche quando si discute di civiltà:
Non lo sapevo, ma mi chiedo come possa accadere. Tutti devono essere protetti. Come mai non è passata? Per paura? Ignoranza? Voi mi conoscete. Io ho le braccia aperte per tutti. Quindi spero che questo possa cambiare molto presto.
Kylie Minogue, che nella riedizione di Disco canta in compagnia di altre grandi star dello spettacolo (da Dua Lipa a Gloria Gaynor), ha ripercorso il suo legame con la comunità queer nel 2018, nel corso di un’intervista a Billboard. “La prima volta che mi sono resa conto di essere un’icona gay? Era la fine degli anni ’80, in un bar di Sydney, all’epoca avevo fatto anche una pubblicità per la Coca Cola“, raccontò, ricordando che intorno a lei si era diffuso parecchio entusiasmo per la notizia dello spettacolo che avrebbe tenuto proprio in quel bar, la sera stessa.
In altre occasioni l’artista, che in patria era inizialmente riconosciuta per il suo ruolo nella soap-opera Neighbours, ha ipotizzato il motivo dietro all’affetto nei suoi confronti dalla comunità LGBT. Nel periodo di promozione dell’album Kiss Me Once, dichiarò
Mi sono battuta per non essere incasellata e forse questa è una delle ragioni per cui la comunità gay prova una certa affinità nei miei confronti. Non voglio che mi dicano che sono una cosa e non posso essere un’altra: ho lottato per dare più di un colore alla mia personalità. Non sono diventata un’icona LGBT per aver fatto qualcosa di specifico: è successo solo perché sono sempre me stessa.
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