Si sta concludendo sul prato della Casa Bianca la cerimonia di ricevimento di Papa Francesco negli Stati Uniti. Una giornata di sole ha accolto il Papa argentino in visita al paese più potente del mondo ed al suo primo Presidente di colore: un Papa diverso dal solito, che si impegna a “spezzare le catene della povertà”, come lo stesso Obama sottolinea, quasi tirandolo per la giacca sulle sue posizioni notoriamente progressiste. E così, i media statunitensi mettono in luce quanto, anziché concentrarsi sui cambiamenti climatici che dovrebbero essere stati il fulcro della sua visita, tanto da dedicarvi un discorso al Congresso domani, il tema principale di questo appuntamento “rischiano” di essere le tematiche LGBT, anche alla luce della recente decisione della Corte Suprema di estendere alle coppie dello stesso sesso il diritto a sposarsi.
“Signor Presidente, assieme ai loro concittadini, i cattolici americani sono impegnati a costruire una società che sia veramente tollerante ed inclusiva, a difendere i diritti degli individui e delle comunità, e a respingere qualsiasi forma di ingiusta discriminazione“, ha detto Papa Francesco. “Viaggerò anche a Philadelphia – ha continuato il Pontefice – per l’ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie, per celebrare e sostenere le istituzioni del matrimonio e della famiglia in questo momento critico della storia della nostra civiltà”. Chi si aspettava parole di apertura del Pontefice è quindi rimasto deluso tanto quanto chi si aspettava parole chiare di condanna per la recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti: insomma, palla al centro.
Sono quasi 15.000 le persone che hanno preso parte alla cerimonia di ricevimento di Papa Francesco sul prato sud della Casa Bianca, prima del suo incontro privato con il presidente. Tra questi 15.000, la stampa statunitense si è soffermata su alcuni invitati che sarebbero – a giudizio dei conservatori – stati sgraditi alla rigida diplomazia vaticana: nella lista compaiono il vescovo episcopale Gene Robinson, il blogger gay e cattolico Aaron Ledesma, Suor Simone Campbell e Vivian Taylor ed una persona trasgender. Come vi avevamo già annunciato il 18 settembre , questa decisione della Casa Bianca sembrava ad alcuni come una vera e propria forzatura su temi nonostante tutto ancora difficili per il Papa, tanto che il Washington Post citava un “anziano funzionario del Vaticano“: l’alto prelato sosteneva infatti che in Vaticano non pochi erano offesi per la decisione di Obama. Ma poi, lentamente, è emerso che ciò non corrispondeva al vero e che, invece, ogni scelta della Casa Bianca fosse stata condivisa con la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, con l’Arcidiocesi di Washington, il Catholic Relief Services e la Catholic Charities. Infatti c’è chi alla vigilia dell’arrivo, come un giornale di cattolici non integralisti, sosteneva che “i conservatori americani ed i critici di Obama sono più sconvolti del Papa che dicono di difendere”.
Sembra infatti improbabile che Papa Francesco abbia realmente avuto problemi sulla lista degli invitati. Sull’invito più contestato, quello di suor Campbell, il Papa ha più volte lodato il lavoro delle suore americane, la cui sensibilità nei confronti della giustizia sociale sembra rispecchiare le sue priorità, tanto da concludere senza alcun addebito un’indagine vaticana su alcune suore decisa guarda caso dal suo predecessore, Benedetto XVI. Inoltre, Papa Francesco settimana scorsa ha nominato suor Maureen Kelleher, un membro fondatore dello stesso gruppo progressista di suo Campbell, come delegato speciale per un importante vertice del Vaticano sulle famiglie il prossimo mese. Il papa ha anche accolto con favore le persone omosessuali in Vaticano e ha invitato un uomo transgender dalla Spagna per incontrarsi con lui nella sua residenza privata. Ha incontrato gli avvocati cattolici LGBT ed ha nominato un vescovo tedesco progressista e favorevole alle coppie gay all’importantissimo Sinodo Vaticano del prossimo mese, dedicato proprio alla famiglia. Proprio la scorsa settimana, un sacerdote di New York, Gil Martinez, ha rivelato che dopo aver celebrato la messa con Papa Francesco presso la cappella del Pontefice in Vaticano, ha regalato al papa un DVD che racconta storie di LGBT cattolici e il loro rapporto con la chiesa.
Giovedì avremo la prova del nove: Papa Francesco parlerà per la prima volta di fronte al Congresso degli Stati Uniti, dove la maggioranza repubblicana è apertamente in contrasto col Presidente Obama su questioni spinose quali immigrazione, aborto, cambiamento climatico e, per l’appunto, i diritti LGBT. Vedremo cosa dirà.