Comunità LGBTQ+ e sport dilettantistico: come rendere l’ambiente sportivo più inclusivo

Lo sport è un diritto di tutti, ma la comunità LGBTQ+ risente ancora delle discriminazioni derivanti da una mentalità antiquata. Ecco qualche consiglio per trasformare lo sport dilettantistico in uno spazio sicuro e confortevole per tuttǝ.

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Lo sport può essere un’esperienza estremamente arricchente per  lǝ giovanǝ che cercano un’attività divertente e che al contempo possa far loro stringere relazioni durature con lǝ propriǝ coetaneǝ. Per alcuni bambini e ragazzi LGBTQ+, lo sport è un veicolo per sfogarsi e sentirsi davvero sé stessǝ.

Tuttavia, per altrǝ, esistono difficoltà concrete, molto spesso derivanti da discriminazioni subite a tutti i livelli dello sport dilettantistico. Le esperienze negative riscontrate nell’ambito sportivo possono essere così traumatiche da danneggiare in maniera profonda lo stato mentale di una persona, specialmente tra lǝ giovanissimǝ, e questo può impattare in tutte le sfere della quotidianità.

In questo articolo, vedremo come rendere lo sport dilettantistico più inclusivo per bambinǝ e ragazzǝ LGBTQ+ e creare uno spazio sicuro dove crescere e confrontarsi positivamente con la diversità.

Alcune statistiche sulla comunità LGBTQ+ nello sport dilettantistico in Italia

Una ricerca effettuata dal progetto Outsport – cofinanziato dalla Commissione Europea, ci mostra un quadro piuttosto sconfortante rispetto alla relazione tra comunità LGBTQ+ e sport dilettantistico. Il campione si riferisce a 625 italianǝ con età media 15 – 26:

  • Il 60% delle persone percepisce l’utilizzo di un linguaggio omofobico o transfobico nello sport dilettantistico
  • L’87% dellǝ intervistatǝ si sente attaccato personalmente da questo linguaggio 
  • Il 92% ritiene che nello sport vi sia un problema correlato all’omofobia 
  • Il 94% ritiene che nello sport vi sia un problema correlato alla transfobia 
  • Il 12% delle persone che praticano sport ha vissuto esperienze negative a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere
  • Le persone transgender, ovvero il 17%, risultano più colpite rispetto a quelle cisgender

Perchè bambinǝ e ragazzǝ LGBTQ+ non sono attratti dallo sport dilettantistico?

Ci sono diverse ragioni per cui le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ preferiscono evitare lo sport dilettantistico, come evidenziato dalle ricerche.

Solo il 4% dellǝ atletǝ si sentono a loro agio con lǝ propriǝ allenatorǝ, e si fidano a chiedere aiuto nel caso in cui si ritrovassero a subire discriminazioni omobitransfobiche. Inoltre, tantissimi hanno paura di subire violenze ed esclusioni negli spogliatoi.

Perchè è invece importante che bambini e ragazzi LGBTQ+ partecipino allo sport dilettantistico?

Lo sport ha tantissimi benefici a livello psicofisico. Fa bene alla salute, e aiuta a creare abitudini più sane e a consolidarle per il futuro. Per quanto riguarda la salute mentale, le attività sportive aiutano il rilascio di endorfine, migliorando l’umore. Infine, far parte di una squadra aiuta a sviluppare le capacità relazionali e incrementa l’autostima.

Tuttavia, gli episodi di bullismo nello sport non fanno altro che invertire gli effetti positivi dello sport e vanno di fatto a deteriorare il benessere mentale di unǝ bambinǝ o un ragazzǝ, impattando sull’autostima e sulla socialità. È proprio per questo che l’Italia deve impegnarsi a creare un ambiente più sano per la comunità LGBTQ+.

Cosa può fare unǝ allenatorǝ o unǝ dirigente sportivǝ?

Ogni atleta, specialmente quellǝ appartenti alla comunità LGBTQ+ e ad altre fasce marginalizzate, merita di sentirsi al sicuro e inclusǝ quando pratica sport. Anche perché i benefici dello sport e dell’attività fisica sono noti a tutti.

Tuttavia, ancora oggi, tantissimǝ atletǝ non si sentono al sicuro nelle palestre, campi da calcio e strutture ricreative, messǝ a disagio da una cultura nepotista e discriminatoria che domina lo sport in Italia a tutti i livelli.

Sta prima di tutto allǝ allenatorǝ, allo staff, ai genitori incoraggiare invece una cultura più aperta alla diversità, e così facendo trasmettere anche agli altrǝ compagnǝ di squadra un atteggiamento giusto, più inclusivo.

Ecco alcuni consigli rivolti agli adulti coinvolti nello sport dilettantistico per includere maggiormente bambinǝ e ragazzǝ LGBTQ+.

Non dare per scontato niente

È essenziale non dare niente per scontato quando si parla di LGBTQ+, e in generale dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere di bambinǝ e ragazzǝ. Ad esempio, non dare per scontato che nella squadra che alleni non vi siano atletǝ LGBTQ+. Secondo le ricerche infatti solo 1 atleta su 5 ha fatto coming out con lǝ proprǝ allenatorǝ e lǝ propriǝ compagnǝ di squadra.

Informati

Esistono tantissime risorse che possono aiutarti a comprendere meglio la comunità LGBTQ+, le sue difficoltà e i suoi valori. Partecipa a conferenze tematiche e sfrutta pubblicazioni come quella di Outsport o tantissime altre per avere un’idea completa su come combattere le discriminazioni nel tuo ambiente! Eccone alcune:

Report Outsport sul rapporto tra sport dilettantistico e comunità LGBTQ+ in Italia

Manifesto dello sport e dell’integrazione del CONI 

Progetto “Odiare non è uno sport” di CSEN 

Più conoscerai la comunità LGBTQ+ in tutte le sue sfaccettature, più sarai preparatǝ ad affrontare gli ostacoli insieme al tuo team e abbattere i bias radicati nella vecchia mentalità sportiva!

Impegnati a usare un linguaggio più inclusivo

Adottando un linguaggio più inclusivo tu stesso sarai d’esempio per tuttǝ lǝ atletǝ nel tuo team. Lo spirito gogliardico di tantissimi sport di squadra si radica molte volte su nozioni sessiste, omofobe, transfobiche, razziste o ableiste.

Il senso dell’umorismo e l’entusiasmo è importantissimo per un team, ma ci sono tantissimi modi di scherzare e incoraggiarsi a vicenda senza utilizzare un linguaggio problematico. Se imparerai e farai attenzione a tenere sempre un linguaggio inclusivo con tutti i tuoi atleti, riuscirai a trasmettere loro il valore della diversità.

Rispetta tutti i tuoi atleti

Il rispetto è essenziale per tutti gli atleti, ma lo è ancora di più per i gruppi marginalizzati. Man mano, prova a limitare i termini legati al genere così da includere anche le persone non binarie e genderqueer.

Inoltre, utilizza il rinforzo positivo per incoraggiare i tuoi atleti, evitando frasi come “Fai l’uomo!”, “Non sei bravo a far niente” oppure “Stai dormendo?!?”.

In conclusione

Fare sport è essenziale per il benessere psicofisico di qualsiasi bambinǝ o ragazzǝ. Tuttavia, la comunità LGBTQ+ non si sente ancora a suo agio in Italia, e l’attività fisica potrebbe ben presto trasformarsi in un’esperienza traumatica.

È quindi essenziale che il cambiamento parta proprio dai dirigenti, che dovranno trasmettere il valore essenziale della diversità tramite l’educazione, lo studio e un atteggiamento positivo verso tutte le minoranze.

E tu, come hai intenzione di portare un cambiamento positivo nella tua associazione? UISP, ad esempio, ha introdotto il tesseramento ALIAS, che rispetta l’identità delle persone transgender:

 

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