Ecco la mappa dei centri di accoglienza e di servizi LGBTIQ+

Ad oggi sono 75 i posti letto. In Italia, una persona queer su tre ha subito minacce o molestie. L'iniziativa coordinata da Gaynet e Arco.

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mappa centri lgbtig unar
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Offrire visibilità e supporto ai centri anti-discriminazione e alle case di accoglienza rivolti alla comunità LGBTIQ+ e situati in varie regioni dell’Italia.

È questo l’obiettivo di “È l’Italia che vogliamo”, iniziativa frutto della collaborazione tra Gaynet e ARCO, e finanziata dai fondi UNAR recentemente sbloccati dal Governo nell’ambito del PON INCLUSIONE, con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020.

Per approfondire: cos’è e perché è importante l’Unar >

Il progetto si articola in multiple direzioni. Al centro dell’iniziativa c’è la creazione di una “Mappa Arcobaleno”, un innovativo strumento online che elenca e localizza tutte le strutture dedicate all’assistenza e all’accoglienza della comunità LGBTIQ+.

Qui la mappa arcobaleno sempre aggiornata >

Accanto a questo strumento, è prevista anche una campagna di sensibilizzazione mirata, progettata per educare il pubblico sulle criticità in ambito di assistenza alla comunità e sugli sforzi in corso per mitigarle – ma anche per raccontare la quotidianità di operatori e volontari.

“È l’Italia che vogliamo” si colloca infatti su uno scenario sociopolitico intricato e in un periodo particolarmente teso, seguito da un’estate che ha registrato un marcato aumento negli episodi di violenza e discriminazione nei confronti della comunità LGBTQIA+.

Tendenza che, per alcune voci, è attribuibile alle politiche del Governo attuale, accusate di contribuire alla creazione di un clima ostile verso le minoranze.

La Mappa Arcobaleno

Il fulcro dell’iniziativa “È L’Italia che vogliamo” è indubbiamente rappresentato dalla Mappa Arcobaleno, una risorsa online accessibile tramite il sito Gaynet.it. Lo strumento digitale cataloga 43 strutture, compresi Centri anti-discriminazione e Case di Accoglienza, e fornisce dettagli su un totale di 75 posti letto disponibili.

Ma non si limita a questo: la mappa offre anche una panoramica dettagliata sui servizi erogati da ciascuna struttura, che vanno dall’assistenza psicologica a quella legale, passando per supporto medico e servizi sociali.

L’obiettivo principale della Mappa Arcobaleno è di funzionare come un punto di riferimento affidabile e facilmente accessibile per tutti coloro che si trovano in una situazione di vulnerabilità o necessitano di informazioni specifiche.

L’idea è di semplificare il processo di ricerca di assistenza, eliminando gli ostacoli che potrebbero inibire l’accesso a servizi essenziali.

Tuttavia, la mappa svela anche delle criticità che non possono essere ignorate. Una delle più evidenti è la disomogenea distribuzione geografica delle strutture: mentre al centro e al nord dell’Italia la presenza è più marcata, il sud mostra una copertura inferiore, che pone un ulteriore ostacolo per chi vive in aree meno servite e necessita di supporto.

Un altro aspetto preoccupante è la sproporzione tra la domanda e l’offerta di servizi. Secondo dati raccolti da Gaynet, le richieste di assistenza superano di circa 10 volte la disponibilità effettiva dei posti letto e dei servizi, evidenziando un gap significativo che necessita di urgenti soluzioni.

Sensibilizzare e prevenire

In concomitanza con la pubblicazione della Mappa Arcobaleno, avviata anche una robusta campagna di sensibilizzazione che prevede, tra gli altri elementi, la diffusione di uno spot pubblicitario.

Un ritratto emotivo e accurato di operatori e volontari che, ogni giorno, mettono passione e competenza al servizio della comunità LGBTIQIA+.

Ogni personaggio rappresentato contribuisce a comporre una visione di un’Italia che aspira a un futuro più inclusivo, accogliente e solidale. Attraverso queste storie, lo spot crea un mosaico vivente delle diverse forme di attivismo e assistenza che esistono all’interno dei Centri e delle Case di Accoglienza.

La strategia è complementare alla Mappa Arcobaleno: mentre quest’ultima serve come strumento pratico per chi necessita di supporto immediato, lo spot e gli altri materiali della campagna puntano a un cambiamento più profondo, agendo sul piano della sensibilizzazione e dell’educazione pubblica.

 

In Italia, una persona queer su tre ha subito minacce o molestie

Secondo dati forniti da FEANTSA – la Federazione Europea delle Organizzazioni Nazionali che lavorano con i Senzatetto –, in Europa una persona LGBTIQ+ su cinque vive ai margini a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere.

In Italia, la situazione appare ancora più preoccupante: una persona su tre appartenente alla comunità LGBTIQ+ ha subito episodi di minacce e molestie, spesso in ambito familiare, secondo dati forniti dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA).

Aggiungendo ulteriore complessità al quadro, l’Italia è carente di una legislazione specifica dedicata ai crimini d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere – ovvero ciò che avremmo potuto ottenere con l’approvazione del DDL Zan.

L’assenza di una specifica normativa per i crimini d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere – spiega Rsario Coco, presidente di GayNet –  rende più difficile per le forze dell’ordine e l’assistenza sociale rivolgersi direttamente a queste strutture, come avviene invece per i Centri contro la violenza sulle donne

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