C’è chi lo vorrebbe di nuovo al Festival di Sanremo in concorso, a febbraio, ma nell’attesa Marco Mengoni è tornato con il 2° disco di un’annunciata trilogia, Pelle, oggi lanciato da una ricca e interessante intervista di Andrea Laffranchi su 7, magazine del Corriere della Sera.
Un’intervista a 360° in cui il cantante ha parlato di sè e della percezione che ha di sè, anche fisica, perché Mengoni non si è mai visto “bello” a causa dei dismorfismo, disturbo che ci fa percepire difetti inesistenti o più grandi di quanto non siano realmente.
“È un atteggiamento figlio della mia storia psicologica. Tutta colpa del dismorfismo, un problema di famiglia“, ha confessato Marco. “Sono cresciuto in una famiglia matriarcle. Nonna Iolanda è rimasta vedova presto e ha fatto la mamma, la nonna e la manager del negozio, sempre precisa nel trucco e nei capelli, quasi caricaturale. Lei, mamma e zia erano donne bellissime che però nell’intimità soffrivano, vedendosi piene di difetti. Si buttavano giù. Quante volte le ho sentite dire “quanto so’ brutta”. Mamma ha delle bellissime gambe e non si è mai messa la gonna per vergogna“.
Crescendo, anche Marco ha sofferto di disformismo, senza riuscie a cogliere il bello che era in lui. “Da ragazzino non pensavo proprio di poter avere appeal. Pesavo quei 106 kg, avevo i capelli lunghi che mi coprivano gli occhi quasi a non voler far individuare il mio stato d’animo. Più avanti ho fatto fatica a capire il confine tra bellezza oggettiva e soggettiva proprio per il dismorfismo, che è una patologia, e così ho iniziato a lavorare su me stesso. È stato difficile accettare che gli altri mi vedessero bello, e anche nel mio percorso di analisi e terapia ci siamo incagliati su questo. Alla fine fa piacere sentirselo dire, però penso che la bellezza sia quel condimento in più in un piatto che deve essere già buono”.
Vinto X Factor, Marco ha poi trionfato a Sanremo, facendosi largo tra esperienze emotive “importanti”, punzecchiato dalla vita e dal karma. “Ho perso delle persone e ho passato mesi a non guardare più i messaggi e le foto per non avere ricordi. Mi ha aiutato a dedicare un giorno alla settimana a me stesso, ai miei pensieri e alle mie emotività. Lo faccio con una terapista. E poi mi dedico a respirazione, meditazione, mindfulness“.
Se mamma Mengoni è al centro di dinamiche famigliari ed emotive che lo tengono in focus, forza cerebrale e spirituale, papà Maurizio è la parte terrena di Marco, l’istinto. Attualmente studente universitario in psicologia, Marco si è infine soffermato sul recente voto politico, che ha visto la destra vincere le elezioni.
“Non mi nascondo: c’è stato un voto e non condivido certe posizioni di chi si appresta ad andare al governo“, ha precisato Mengoni. “Spero vengano presi provvedimenti utili e che non si regredisca su temi come i diritti, la libertà della donna di fare del corpo ciò che vuole. Se cambiano queste cose mi incazzo e scendo in piazza pure io. Siamo nel 2022, non dimentichiamocelo, e non si torna indietro“.
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