Milano, bagarre in consiglio comunale sulle coppie omogenitoriali. Beppe Sala abbandona l’aula

Tutto questo al cospetto di una delegazione di madri dell'associazione Famiglie Arcobaleno. Destra all'attacco dopo gli interventi dei consiglieri Romano e Albiani.

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Milano, bagarre in consiglio comunale sulle coppie omogenitoriali. Beppe Sala abbandona l'aula - Monica Romano e Michele Albiani Milano - Gay.it
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Giornata molto intensa quella vissuta ieri a Milano, con le coppie omogenitoriali al centro dell’accesissimo dibattito politico.

Una delegazione di madri dell’associazione Famiglie Arcobaleno si è infatti presentata tra il pubblico in consiglio comunale, per provare mantenere alta l’attenzione della politica sul tema del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. “Siamo qui in Consiglio comunale perché sappiamo che la commissione Pari opportunità del Comune manterrà alta l’attenzione sul riconoscimento dei nostri figli – ha spiegato Elena Mantovani, una delle fondatrici dell’associazione delle Famiglie arcobaleno. “Siamo qui perché allargare l’ombrello dei diritti è il modo di amare delle istituzioni e noi non possiamo fare altro che contraccambiare questo amore, facendo vedere che ci siamo. Siamo qui con una delegazione a dimostrare che esistiamo e non arretreremo di un millimetro“.

Peccato che in aula sia poi accaduto di tutto. Monica Romano, consigliera comunale Pd da noi pochi giorni fa intervistata, ha ringraziato le madri dell’associazione famiglie arcobaleno che “oggi sono qui con noi e sono venute ad ascoltarci. Grazie anche per tutte le vostre battaglie, perché se oggi possiamo parlare e dibattere di diritti civili è grazie a chi si è esposto rendendo pubblica la propria vita e a chi continua a farlo“.

Romano ha poi raccontato la vicenda di due mamme, Carolina e sua moglie Elena, le quali “hanno ricevuto una notifica dalla polizia postale in cui veniva comunicato loro che secondo la Procura della Repubblica presso il tribunale di Milano Carolina non è più la madre di sua figlia. Le due madri sono rimaste sconvolte, perché non si sarebbero aspettate un annullamento retroattivo dei riconoscimenti già fatti. Questo significa che Carolina ed Elena dovranno andare davanti a un giudice, ricevere assistenti sociali nella loro casa e sostenere spese per avvocati per poter garantire alla bambina di avere due genitori, dovranno affrontare tutto questo perché il nostro governo, con approccio ideologico, ha deciso di adottare provvedimenti persecutori nei confronti dei bambini delle famiglie omogenitoriali. Un accanimento gravissimo che toglie loro i diritti che avevano acquisito”. “Ci siamo ripromessi di restare in mobilitazione permanente per tenere alta l’attenzione sul tema ed è quello che faremo finchè il governo non ritirerà questo provvedimento odioso e discriminatorio“.

Anche Michele Albiani, altro consigliere Pd, è intervenuto durante il Consiglio, parlando di “apartheid legislativo e giuridico” dinanzi alla mancanza di una legge che frena la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali.

Perché le coppie di donne non possono vedere riconosciuto il loro diritto a progettare una famiglia tramite PMA, come tantissime coppie eterosessuali fanno utilizzando la fecondazione eterologa? Perchè queste minacce e violenze rivolte solo verso le coppie di uomini che utilizzano la GPA, mentre da decenni viene utilizzata dalle coppie eterosessuali, che spesso la effettuano in Paesi dove davvero i diritti delle donne sono violati?“, si è domandato Albiani. “Due pesi e due misure che non possiamo accettare, diciamocelo, in un Paese che deve guardare al futuro e alla dignità della persona. Io starò sempre dalla parte delle madri, dei padri, dei figli e delle figlie di Famiglie Arcobaleno e di quella leonessa della loro presidente Alessia Crocini“.

A queste parole sono seguite urla ed è successo di tutto.

Il sindaco Beppe Sala è entrato in aula a consiglio in corso, scatenando la reazione dei banchi d’opposizione. “Qui si sta parlando da un’ora e mezza di temi rilevanti per la città ma lei è arrivato solo adesso, invece che venire in Consiglio comunale va a Bruxelles e in televisione a parlare di queste cose“, ha urlato il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo, con Sala che ha immediatamente lasciato l’aula, chiedendo “rispetto delle regole, rispetto delle regole” all’opposizione. Tutto questo mentre il consigliere comunale di FDI Matteo Forte urlava al microfono, riferendosi al primo cittadino, “Schettino torni a bordo”, con chiaro riferimento alla tragedia della nave Costa Concordia.

La presidente d’Aula Elena Buscemi ha imposto una pausa dei lavori per provare a riportare la calma, con il centrodestra che alla ripresa ha chiesto di mettere ai voti una mozione per condannare l’uscita dall’aula del sindaco, il mese scorso stoppato dal prefetto e dal Governo Meloni dinanzi alle registrazioni dei figli delle famiglie arcobaleno. Sala ha successivamente preso parte alla manifestazione milanese con 10.000 persone in piazza della Scala ed è volato a Bruxelles, chiedendo un urgente incontro alla premier insieme ad altri 6 sindaci di centrosinistra, affinché il governo possa intervenire per sanare una palese discriminazione condannata anche dall’Europa.

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