Perché l’anima queer di Milano è necessaria, torna il Mix Festival: ecco tutti i titoli

C'è "All Our Fears" sulla vita gay in Polonia, il porno etico di Bruce La Bruce "The Affairs of Lidia" (anteprima europea) e molto altro. Tutto quel che c'è da sapere.

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Mix Festival Programmazione
Mix Festival Programmazione Cinema LGBTQ+ Cultura Queer Milano
21 min. di lettura

Immagine di copertina: edit del film porno etico di Bruce La Bruce The affairs of Lidia e All our fears di Łukasz Ronduda e Łukasz Gutt.

Si svolgerà dal 16 al 19 Giugno 2022 al Piccolo Teatro Strehler di Milano il 36° Mix Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer. La programmazione (in fondo all’articolo tutti i titoli e le sinossi), curata artisticamente da una grande memoria storica del Mix, Rafael Maniglia,  è stata brevemente illustrata durante la conferenza stampa da Debora Guma, che insieme a Paolo Armelli e Andrea Ferrari dirige e produce il festival, che ha segnalato questi titoli:

“Broadway”, film sull’amore e la condivisione vissuti attraverso le dinamiche di una squat gang della periferia di Atene.

“Cop Secret” che è una action comedy.

“Balaban”, storia di due adolescenti contagiati dall’HIV a seguito di uno scandalo sanitario di corruzione e traffico di sangue infetto.

“Camila comes out tonight”, storia di una teenager lesbica argentina che si ritrova improvvisamente catapultata in una realtà di provincia.

“All our fears”, attesissimo film polacco sulla storia di un uomo gay che combatte contro la cultura catto-tradizionalista che lo opprime.

“Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno”, documentario di Laura Betti su Pasolini.

Tutti i titoli di film, cortometraggi e documentari sono elencati con sinossi in fondo al presente articolo.

Guma ha tuttavia omesso di sottolineare durante la conferenza “The affairs of Lidia” il porno etico di Bruce La Bruce, presente fuori concorso, come anche l’atteso film ruandese Neptune Frost di Saul Williams e Anisia Uzeyman. “È un risveglio urbano”, ha commentato Tommaso Sassi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, che anche quest’anno ha dato il suo patrocinio all’evento.

“Seguo il Mix da molti anni, sia da spettatore sia da cittadino – ha commentato Sacchi – e queste 36 edizioni del Mix hanno portato protagonisti della cinematografia e cultura queer internazionli in una città che è, e vuole sempre essere, una città di ponti, diritti, una città che edifica la sua identità partendo dalle pluralità”.

Broadway Christos Massalas
Broadway di Christos Massalas

Patrocinio invece negato dalla Regione Lombardia. “La Lombardia ci ha negato il patrocinio – ha spiegato Debora Guma – respingendo il nostro bando per ragioni storiche”. Come se 36 anni di fertile stimolazione culturale non fossero sufficienti – per una regione da sempre guidata dalla destra lombarda – a istituzionalizzare un festival che ha saputo trasformarsi da trincea LGBTQ+ a contenitore di intersezionalità ante-litteram.

Fondato nel 1986 dai pionieri che ruotavano intorno alla libreria Babilonia (storica libreria di frontiera) – e al supporto di CIG-Arcigay Milano, fu Giampaolo Marzi, 17 anni fa, a tramutare l’allora Festival di cinema gaylesbo di Milano in Mix Festival. Le proiezioni si trasferirono dai cinema sparsi del centro al Piccolo Teatro Strehler, e il festival tramutò il suo spirito gaylesbo in una visionaria apertura alle mille sfumature dell’arcobaleno sociale. Fu proprio Marzi l’autore di quella brillante anticipazione, scegliendo per il festival il nome di Mix. Sulle bocche di millennials, influencer, creator e intellettuali (sic!) il tema dell’intersezionalità  arrivò almeno dieci anni dopo, quando il Mix e Milano erano già lì: prontə.

Questo orgoglio un po’ queer e un po’ milanese è stato ben argomentato proprio da Debora Guma durante la conferenza. Alla domande di una giornalista su perché abbia ancora senso un festival queer, Guma ha spiegato:

B Ruby Rich (critica cinematografica e studiosa di cultura queer ndr) parla di un NEW QUEER CINEMA, che possiamo definire un movimento. Con Reach ci siamo dette che sì, ce n’è bisogno, ed è vero che ora passano alcuni contenuti (LGBTQ+ ndr) nei canali manistream, ma i nostri sono festival di frontiera, il nuovo non è quello proposto dalla cultura mainstream, e il nostro festival indipendente, come tanti altri, è fondamentale, per capire anche cosa vogliono le nuove generazioni queer. La comunità queer riesce ad esprimere meglio di tante altre realtà uno spirito di innovazione e sperimentazione, ed esiste sempre una nuova frontiera e questo viene ben spiegato da B Ruby Rich in un’intervista che abbiamo adottato come manifesto di questa edizione (lettura altamente consigliata)“.

Il Mix è stato recentemente appellato come uno dei miglior 10 Festival LGBTQ+ del mondo, secondo la rivista cinematografica Movie Maker. “Non siamo noi a dirlo” spiega in conferenza Andrea Ferrari, l’altra testa pensante del Mix insieme alla già citata Debora Guma e al giornalista Paolo Armelli.

Back to love sarà il titolo di questa edizione. “Tornare all’amore universale, ma anche back to peace, perché la nostra comunità è abituata a lottare contro l’oppressione”. Un back to love a significare dunque quella riconquista degli spazi e della socialità. Armelli ha sottolineato quanto sia importante restituire la dimensione dal vivo alla socialità, intellettuale o d’intrattenimento che sia: “Sentiamo la difficoltà che la cultura subisce in questa fase di rilancio dopo il clou pandemico – ha detto il giornalista di Quid Media recentemente intervistato da Gay.it per il suo libro dedicato a Raffaella Carrà – ma noi siamo caparbi, e volevamo che questa edizione del Mix fosse votata non a un semplice ritorno del new normal, bensì a un ritorno a un new different, che colga il meglio di quello che abbiamo lasciato alle spalle, e impari dagli errori, per costruire qualcosa di più complesso e sostenibile per tutte e tutti”.

 

Neptune Frost di Saul Williams, Anisia Uzeyman
Neptune Frost di Saul Williams e Anisia Uzeyman

Mix non sarà soltanto film. “Abbiamo voluto trovare nuovi spazi da abitare e contaminare – spiega sempre Armelli – saremo al CAM Falcone Borsellino (in Corso Garibaldi) che sarà la nostra seconda sede di proiezioni, e saremo anche alla Casa Degli Artisti, dove avremo un calendario di esibizioni culturali, incontri, presentazioni di libri, e ci sarà tanta musica“.

I riconoscimenti assegnati quest’anno andranno a Mina Welby, da sempre impegnata con l’Associazione Luca Coscioni nelle battaglie per l’eutanasia. A Luciana Littizzetto il premio “Queen of comedy” e ad Arisa il premio “Queen of music”.

Altri artisti musicali presenti:  Claudia Is On The Sofa, Ali + Stolen Boy, Sdreuss e Marta Tenaglia.

Ci sarà anche Jonathan Bazzi a parlare del suo “Corpi minori” (qui intervista video), Sara Poma con il suo podcast Prima su Spotify. Parola anche a creator e tiktoker, Sara Fregosi, Samuele Bartoletti e Pierangelo Greco, e ancora Margherita Fiengo Pardi per parlare di famiglie arcobaleno e del suo corto “Chiedimi se…” (ve ne abbiamo parlato qui).

Ultimo, ma non ultimo, tornano aperitivi e DJ set sul sagrato del Piccolo Teatro. Dal 16 al 19 Giugno Milano accende il cuore più pulsante della sua trentennale anima queer e intersezionale. Olè. (gf)

 

 

PROGRAMMAZIONE MiX – Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer

Lungometraggi (alcuni disponibili in streaming) – qui il calendario delle proiezioni

All Our Fears (Łukasz Ronduda, Łukasz Gutt, Polonia, 2021, 90’) ANTEPRIMA ITALIANA
Daniel, artista, attivista e fervente cattolico, vive nella campagna polacca dove è cresciuto sotto una ferrea educazione religiosa. La sua relazione con Olek prosegue in gran segreto e quando una loro amica, omosessuale e credente, improvvisamente si suicida, sente il dovere di battersi contro i pregiudizi dei compaesani. Diviso tra due mondi in conflitto, tenta con grande difficoltà e in solitudine di costruire un ponte tra le due comunità. Una battaglia, combattuta anche attraverso l’arte, che rende evidente come la realtà sia molto più paradossale e complessa di quanto si possa percepirla secondo rigidi posizionamenti culturali che stigmatizzano ogni deviazione dalla norma e disciplinano chi si allontana dalla dottrina. Il film è basato sulla storia vera di Daniel Rycharski.

The Affairs of Lidia (Bruce LaBruce, Canada/Spagna, 2022, 93’) ANTEPRIMA EUROPEA – FUORI CONCORSO
Una modella viene messa di fronte al tradimento del marito con un fotografo. A sua volta, intraprende un percorso di avvicinamento nei confronti del compagno di quest’ultimo. Ma le storie di corna, come vita e cinema ci insegnano, sono sempre più ramificate del previsto. Quale miglior modo di realizzare la propria vendetta, se non organizzando una cena che includa tutta le parti coinvolte in questo gioco di scambi?
Una riflessione farsesca sulla coppia, sull’infedeltà e sulle possibilità dischiuse dal poliamore. Dopo averci collaborato con alcuni cortometraggi, Bruce LaBruce firma il suo esordio nell’universo del porno etico, consapevole e inclusivo della produttrice Erika Lust con un lungometraggio di fiction. Una commedia degli equivoci in chiave hard – presentata nella sua versione uncut in anteprima italiana – frivolamente ambientata nel mondo della moda e degli artist(oid)i e interpretata da attrici e attori celebri nel panorama del porno mondiale: Skye Blue, Vanna Bardot, Drew Dixon, Sean Ford e Markus Kage.

Balaban (Aysulu Onaran, Kazakistan/UK/Russia/USA/Bielorussia, 2021, 100’) ANTEPRIMA ITALIANA
Film ispirato a fatti realmente accaduti in Kazakistan nel 2006. A seguito di trasfusioni di sangue contaminato nella città di Shymkent, centosessanta bambini sono stati infettati dall’HIV. L’incidente ha portato ad un sistema sanitario pubblico dominato dalla corruzione, in cui le siringhe monouso venivano utilizzate più volte e il sangue venduto per profitto. Nel film due adolescenti, Zhanna e Ardak, affrontano la malattia: Zhanna proviene da una famiglia benestante ed ha accesso alle cure più costose, Ardak è orfana e vive in un centro per giovani sieropositivi. Insieme sognano di andare a Parigi. Per realizzare il loro sogno, devono trovare i soldi necessari. Il piano prevede di rubare un Balaban, un tipo di falco prezioso e rarissimo.

Broadway (Christos Massalas, Grecia/Francia/Romania, 2021, 97’)
Nel suo primo lungometraggio, a cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro Copa-Loca (2017), Christos Massalas ritorna dietro la macchina da presa per regalare al pubblico la storia di Nelly, Markos, Rudolph, Mohammad, The Locksmith e Jonas, una gang di borseggiatori che costituisce il piccolo mondo di Broadway, una sorta di squat annidato in un complesso teatrale abbandonato in un’Atene logorata dalla crisi economica.
Giocando con i codici del film thriller, del musical, e del realismo sociale, Broadway si traspone come un racconto energico e un film noir insolito, donando un lungometraggio audace che ci insegna come liberarsi dalle norme sociali e ballare sui tetti di un teatro possa emanare un’aria particolarmente inebriante, ma al contempo una forma di schiavitù possa facilmente nasconderne un’altra, perché sentimento e denaro, potere e anarchia raramente si mescolano in un buon mix.

Camila Comes Out Tonight (Inés María Barrionuevo, Argentina, 2021, 100’) ANTEPRIMA ITALIANA
La famiglia di Camila si trasferisce a Buenos Aires quando la nonna, gravemente malata, sta per morire. Il trasferimento implica l’abbandono della scuola pubblica liberale che Camila frequentava in precedenza e l’iscrizione a un liceo privato tradizionalista. Improvvisamente senza amici nella nuova scuola, con la madre troppo presa dagli impegni di lavoro e dalle visite in ospedale, Camila, dal temperamento fiero e determinato, si trova ad affrontare le nuove esperienze e i rapporti nella grande città. Un coming of age che è anche racconto del femminismo argentino e delle sue ultime conquiste.

Concerned Citizen (Idan Haguel, Israele, 2022, 82’) ANTEPRIMA ITALIANA
Una coppia di trentenni, in cerca di un bambino da madre surrogata, si trasferisce in un elegante appartamento in un quartiere multietnico di Tel Aviv, una zona della città in via di presunta riqualificazione. Un terremoto impatterà sulle loro vite a partire da un alberello piantato da uno di loro sul marciapiede di fronte a casa: alle telefonate anonime alla polizia, testimonianze di (ordinaria) violenza in divisa e convivenza con chi sembrerebbe essere alieno dal proprio status di cittadini bianchi, benestanti e coscienziosi, si uniscono inattese incomunicabilità nella coppia e domande sulla paternità a venire. Un film profondamente politico che, nel suo essere volutamente disturbante, richiama lo spettatore a una riflessione su se stesso. Siamo davvero l’immagine di ciò che crediamo di essere? Nella sua opera seconda l’israeliano Idan Haguel intreccia e concentra le tante questioni della generazione di trenta-quarantenni in cerca del proprio posto nel mondo, tra egoismi forse fisiologici e ricerca di impegno civico.

Cop Secret (Hannes Þór Halldórsson, Islanda, 2021, 98’) ANTEPRIMA ITALIANA
Islanda. Hörður e Bússi, due superpoliziotti inizialmente rivali, tutti muscoli e azione, combattono il crimine in una Reykjavik inedita, lontana dal cliché della città tranquilla. A bordo di supercar scintillanti, dovranno riuscire a sventare nel tempo scandito da una partita di calcio un attentato organizzato dallo psicopatico Rikki Ferrari, ex modello con la carriera interrotta a causa di un incidente. In un tripudio di inseguimenti mozzafiato, scazzottate, sparatorie adrenaliniche, bacini e tensioni omoerotiche, Bússi scoprirà chi è veramente. Stravolgendo ed esasperando gli stereotipi dei film d’azione, il regista Hannes Þór Halldórsson, ex portiere della nazionale di calcio islandese, realizza una commedia brillante, parodia del cinema americano dagli anni 70 ai 90, tra Starsky & Hutch e Die Hard.

Cut! (Marc Ferrer, Spagna, 2021, 78’) ANTEPRIMA ITALIANA
Barcellona. Marcos (interpretato dallo stesso Marc Ferrer), cineasta infruttuoso, è immerso nelle riprese del suo prossimo film: un giallo all’italiana sulla scia di Dario Argento. Ma una serie di delitti sconvolgono la città e tutti gli indizi riconducono all’ignaro regista. Ferrer contamina terrore genuino (non solo Argento, ci sono rimandi anche a Lucio Fulci, Umberto Lenzi, Sergio Martino) e commedia queer, oltre a costruire un film dalle sfumature autobiografiche (Ferrer si definisce regista «che si oppone alle convenzioni cinematografiche»). Il suo amore verso questo immaginario si sente eccome; un amore profondo, sentito. Come sentito è l’omaggio a Daria Nicolodi: il giusto riconoscimento alla nostra, amatissima, Signora del terrore.

Deserto particular (Aly Muritiba, Brasile/Portogallo, 2021, 120’)
Deserto particular, il nuovo dramma sentimentale travestito da road movie di Aly Muritiba e presentato in anteprima mondiale alla 18° edizione di Giornate degli Autori di Venezia, è la storia di un incontro inaspettato che mette in discussione le certezze di un uomo, provocandone rabbia e aggressività, prima di aiutarlo gradualmente a riconnettersi con se stesso e le sue emozioni. È la storia di un incantesimo spezzato, una relazione impossibile che vede due anime sospese tra amore e odio; ma è anche l’incontro tra due mondi distinti: il freddo e conservatore Sud del Brasile e il più solare e progressista Nord. Il tutto girato con grande delicatezza e corroborato da un’intensa recitazione (Pedro Fasanaro recita al fianco di Antonio Sabola), dando vita a un film equilibrato che mette in discussione il concetto di libertà personale e il peso delle gabbie che erigiamo nella nostra mente.

Les meilleures (Marion Desseigne-Ravel, Francia, 2022, 80’) ANTEPRIMA ITALIANA
La diciassettenne Nedjma vive in un quartiere popolare di Parigi, con la madre e la sorella. Adolescente apparentemente sicura di sé, apprezzata e rispettata nel quartiere, è la leader indiscussa di una banda di ragazze. Un giorno Zina, una ragazza della sua età, si trasferisce nell’appartamento di fronte al suo. Zina appartiene alla banda rivale e dunque Nedjma non dovrebbe esserle amica. Ma l’incontro la sconvolge e destabilizza la sua vita. Il conflitto che deve risolvere è quello tra il mantenimento della propria reputazione e una passione che né le amiche né la sorella sono in grado di accettare e comprendere.

My Emptiness and I (Adrián Silvestre, Spagna, 2022, 98’) ANTEPRIMA ITALIANA
Qual è l’origine del concetto di norma, di un canone conforme a dettami imposti o semplicemente autogenerati? Quando possiamo sentirci liberi di sentire che il nostro corpo rappresenta esattamente “il proprio posto nel mondo”? Raphi, giovane centralinista con ambizioni (multi)artistiche che la porteranno da Instagram ai palchi di un teatro, dopo una diagnosi di disforia sessuale comincia a confrontarsi con la propria persona. Un percorso fatto (anche) di incontri che nascono su internet per terminare, spesso bruscamente, su una panchina, sui divanetti di un bar, in un silenzioso disagio che può crearsi nell’intimità di una camera da letto. Adrián Silvestre torna al festival un anno dopo il documentario Sediments per raccontare la storia di chi è decisa a denunciare lo stigma legato agli standard di genere e allo sguardo dell’altro. Una celebrazione della libertà di espressione, in tutte le sue forme: fisica, concettuale, artistica.

Neptune Frost (Saul Williams, Anisia Uzeyman, Ruanda/USA, 2021, 105’) ANTEPRIMA ITALIANA
Nelle colline del Burundi tra i minatori di coltan, la liberazione dalla schiavitù capitalista passa attraverso un collettivo hacker, guidato dall’intersessuale Neptune, in fuga dalle proprie origini. Un mondo da decolonizzare e un gruppo di ribelli irregolari, che si muovono tra differenti dimensioni temporali e spaziali, tra il tangibile e il virtuale. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs, Neptune Frost è uno splendido esempio di afrofuturismo nato dalla collaborazione tra il musicista, scrittore e attore Saul Williams – qui alla sua prima, già monumentale opera – e la regista e attrice ruandese Anisia Uzeyman.
Un musical sci-fi che esplode dalla rielaborazione del concept album MartyrLoserKing, prodotto dallo stesso Williams. Opera-mondo che inneggia alla fluidità, Neptune Frost è un gioiello atipico: un universo lisergico – dal punto di vista narrativo quanto da quello visivo – da godersi in totale immersione, rigorosamente su grande schermo.

Nico (Eline Gehring, Germania, 2021, 90’) ANTEPRIMA ITALIANA
Nico è una ragazza sicura di sé di origine iraniana che ha fiducia negli altri e ama il suo lavoro di infermiera geriatrica a Berlino. Quando subisce una brutale aggressione razzista che distrugge la sua autostima e altera la sua vita quotidiana, tutto il suo mondo cambia, Nico si isola, si allontana dalla propria vita sociale, inizia un corso di autodifesa che la strema. Solo l’incontro con la giostraia immigrata irregolare macedone Ronny, fatto di gentilezza e cura, potrà, forse, cambiare il suo stato d’animo. Un ritratto lucido e disincantato dei conflitti che animano le nostre città e della forza personale che serve per superarli.

The Novice (Lauren Hadaway, USA, 2021, 94’) ANTEPRIMA ITALIANA
Alex Dall è fatta così: vogatrice alle prime armi, vuole scalare i ranghi della squadra di canottaggio del college; la fisica non è la materia in cui va meglio, e ripete gli esami finché non ottiene il massimo dei voti. Sempre in cerca di sfide e di successo, non tiene conto del costo in termini di relazioni umane e di fatica fisica. È ovvio che le compagne di squadra la odino e che la donna con cui ha una relazione si allontani da lei perché non sopporta di vederla soffrire. È dura uscire dalla spirale di autodistruzione. Ma cosa succede dopo aver raggiunto tutti i traguardi, dopo aver conseguito il successo ed essere stata la migliore?

Proyecto Fantasma (Roberto Doveris, Cile, 2022, 97’) ANTEPRIMA ITALIANA
Santiago del Cile. Pablo, giovane attore, spera vivamente di venire scritturato per un film. Ma, per sbarcare il lunario, lavora come “paziente simulato” presso una scuola di medicina e dà il suo contributo in bizzarre sessioni di terapie alternative chiamate «costellazioni familiari». A non spiccare il volo, però, non è solo la sua carriera; anche i lati privati della sua vita s’inceppano: nutre ancora dei sentimenti per il suo ex (un famoso YouTuber) e il suo coinquilino scompare (senza saldare l’affitto) lasciandogli il cane, le piante, un cardigan “speciale” e un fantasma. Per Pablo, quindi, inizia un viaggio inaspettato attraverso il quartiere di Ñuñoa, incontrando nuovi amici e alleati, cercando – nonostante la presenza di uno spettro in casa – di raggiungere i propri sogni.

Shall I Compare You to a Summer’s Day? (Mohammad Shawky Hassan, Egitto/Libano/Germania, 2022, 66’) ANTEPRIMA ITALIANA
Presentato al Berlinale Forum, Shall I Compare You to a Summer’s Day? è un musical queer contemporaneo che si ispira alle leggende popolari arabe, alla musica pop egiziana e, come ci suggerisce il titolo, al sonetto n.18 di Shakespeare, in cui un narratore non identificato loda la bellezza di un giovane uomo. Basato sui diari personali del regista e messo in scena sotto forma de Le mille e una notte, in cui le storie si svelano giocosamente attraverso le conversazioni tra Shahrazād, una narratrice che non compare mai, e fantasmi di ex amanti, il film offre un’alternativa alla rappresentazione diffusa che si fa del gay arabo, quasi sempre turbato dalla sua sessualità oppressa. Qui ci sono il poliamore e Grindr… tra animazioni di dipinti egizi, mondi sottomarini e installazioni luminose.

Documentari (alcuni disponibili in streaming) – qui il calendario delle proiezioni

Denise Ho – Becoming the Song (Sue Williams, USA, 2020, 83’) ANTEPRIMA ITALIANA
Il documentario traccia un ritratto della cantante e attivista cantonese per i diritti umani Denise Ho. Dopo l’inizio di carriera come star del Cantopop, con un gran seguito di fan in Cina e in tutto il mondo, Denise ha messo a rischio il suo successo partecipando al movimento democratico a Hong Kong. Dalle manifestazioni in prima linea, all’inserimento nella lista nera in Cina, al discorso alle Nazioni Unite e al Congresso degli Stati Uniti, il documentario segue una delle figure queer più influenti nella lotta per la libertà e i diritti politici a Hong Kong. Denise Ho è una militante che non si risparmia in nulla ed è stata più volte arrestata.

Fashion Babylon (Gianluca Matarrese, Francia, 2021, 87’)
Michelle Elie (designer e icona della moda), Casey Spooner (performer e musicista) e Violet Chachki (vincitrice di “RuPaul’s Drag Race”) sono vere e proprie celebrità e resident delle fashion week più prestigiose al mondo: Milano, NY e Parigi. Nei tre capitoli che compongono il film – grandeur, splendour, decadence – Matarrese ci mostra il dietro le quinte della Babilonia dell’alta moda attraverso lo sguardo dei tre insiders, cogliendone i travestimenti liberatori, le trovate estrose e le fragilità, passando dalle situazioni più glamour alle notti trascorse negli alberghetti più economici. Uno sguardo vivace e sincero sul mondo della moda, in crisi, e le sue sovrastrutture, una corte-circo animata da personaggi fuori dall’ordinario alla ricerca del successo.

Framing Agnes (Chase Joynt, Canada/USA, 2022, 75’) ANTEPRIMA ITALIANA
C’è una linea molto sottile che scinde il genere del film documentaristico da quello di finzione, a volte quasi impercettibile. È una linea di demarcazione che ricalca le differenze stilistiche oggettive tra due generi formalisticamente simili tra loro ma diametralmente opposti nel noumeno, e che crea attorno a sé un ibridismo stilistico colmo di possibilità. Ed è in questo carattere ibrido che fiorisce rigoglioso il tema principale di Framing Agnes, vincitore del NEXT Innovator Award and NEXT Audience Award al Sundance Film Festival. Scritto, diretto e prodotto da Chase Joynt, professore di studi di genere alla University of Victoria, Framing Agnes traspone su grande schermo la storia di Agnes Torres, una donna transgender che prese parte alla ricerca sulla salute di genere di Harold Garfinkel nei primi anni ’60, inserendola come pioniera nel dibattito sull’identità transgender in sociologia.

Laramie, Italia (Martina Arrigoni, Italia, 2021, 52’) ANTEPRIMA MONDIALE
Nel 1998 a Laramie, nel Wyoming (Stati Uniti), Matthew Shepard, uno studente di ventidue anni, viene aggredito da due coetanei in un atto di natura omofobica. In fin di vita viene trasportato all’ospedale, dove morirà pochi giorni dopo, scuotendo l’opinione pubblica d’oltreoceano e non solo.
Partendo da un fatto di cronaca nera realmente accaduto, la regista Martina Arrigoni traspone su grande schermo le prove dello spettacolo “Il seme della violenza – The Laramie Project” di Moisés Kaufman e del Tectonic Theatre Project con la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, prodotto dal Teatro Elfo Puccini, dove otto attori portano in scena circa sessanta personaggi, dando vita alle parole e ai pensieri della comunità di Laramie mentre si interrogano sulla propria responsabilità nei confronti di quanto accaduto al ragazzo, in un percorso di prove che si evolve ai giorni nostri a Milano.

Les nouvelles guérillères (Élisa Vandekerckhove, Belgio, 2020, 69’) ANTEPRIMA ITALIANA
Il documentario dà voce a vari gruppi di attiviste femministe di Bruxelles che compiono azioni di protesta negli spazi pubblici. Con dimostrazioni, gite in bicicletta, organizzazione di eventi di decolonizzazione delle mentalità attraverso l’arte, da sole o in gruppo, le attiviste combattono le disuguaglianze di genere, il sessismo e il razzismo negli spazi urbani. Le nuove guerriere denunciano il patriarcato e propongono soluzioni per un’altra convivenza possibile e paritaria, in un territorio in cui nessuna sia invisibile o denigrata.

Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno (Laura Betti, Paolo Costella, Italia, 2001, 90’) – FUORI CONCORSO
“Questo è il poeta che io ho amato, conscia o no. Di certo più di quanto pensavo, molto di più. Ma lo si sa dopo.” Laura Betti, regista, attrice e amica intima di Pier Paolo Pasolini realizza questo documentario tre anni prima di morire, in risposta a un testo che PPP le aveva dedicato nel 1971 ma che aveva ironicamente datato “2001”. Brani d’interviste, sequenze di film e immagini che rimandano al presente si alternano dando vita a una rivendicazione appassionata e aspra dell’attualità̀ inattuale di Pasolini, introdotta da una silenziosa riunione dei suoi amici (tra gli altri Bernardo Bertolucci, Ninetto Davoli, Sergio e Franco Citti). Una celebrazione assoluta dedicata alla vita di uno dei personaggi più controversi del XX secolo e alla sua poesia.

Porpora (Roberto Cannavò, Italia, 2021, 60’)
La leader del MIT (Movimento Identità Trans), Porpora Marcasciano, rivive la sua formazione politica e umana assieme a Vittorio, testimone delle nuove generazioni. Attraverso le battaglie del ’77, le folli notti romane, l’impegno di attivista, Porpora affronta un viaggio da Bologna verso il paese natale del Sud: una ricerca per (ri)scoprire gli effetti del suo passato sul presente (e di quanto l’individualità produca cambiamento sociale fondendosi nella molteplicità) popolata di racconti intimi con icone storiche del Movimento Trans e con la comunità dei «femminielli» di Napoli. Oggi, a 65 anni, Porpora porta sulle spalle la fatica della sua leggerezza, ma anche il continuo desiderio di volerci restituire – con provocatoria originalità – la pluralità della storia italiana transessuale.

Soy niño (Lorena Zilleruelo, Cile/Francia, 2022, 62’) ANTEPRIMA ITALIANA
Un documentario, una storia, un ritratto; ma anche un’adolescenza, un atto d’amore, un racconto: Lorena Zilleruelo, documentarista cilena residente in Francia, filma il cugino David Alexis nell’arco di vita che parte dai suoi 12 anni ricoprendo i successivi sei, fino ai suoi 18; da quando si chiamava Andrea, e per tutto il suo percorso di transizione.
Soy niño regala al pubblico una testimonianza (digitale) di una vita che coglie ogni barlume di intimità e difficoltà, rendendolo testimone di come gli ostacoli sociali ed economici possano mettere a rischio il processo di transizione di genere in Cile, con una narrazione mai banale che traspone su grande schermo i contorni di una vita piena di colore e calore, mescolata a una sapiente tecnica filmica, senza perdere l’occasione di relegare a un substrato nemmeno troppo secondario una critica tagliente al governo cileno, dove il viaggio verso un’apertura e una tolleranza maggiori nei confronti dei diritti LGTBQ+ è cominciato grazie alle nuove generazioni.

Sur les traces de Madeleine Pelletier (Florence Dorrer-Sitoleux, Francia, 2020, 58’) ANTEPRIMA ITALIANA
Madeleine Pelletier è stata una delle prime donne a completare la facoltà di medicina e a studiare psichiatria in Francia. È stata un’attivista promotrice del voto alle donne, autrice di numerosi libri e articoli a favore dei diritti e dell’emancipazione femminile. Contraria alla guerra e oppositrice del fascismo, si vestiva da uomo e andava in giro con una pistola in tasca per combattere la misoginia e promuovere l’uguaglianza di genere. Madeleine viene arrestata e dichiarata pericolosa per l’ordine pubblico. Finisce così in un ospedale psichiatrico fuori Parigi e viene privata di qualsiasi possibilità di difendersi. Là terminerà la sua vita, in solitudine e totale abbandono.

Travesti Odyssey (Nicolás Videla, Cile/Argentina, 2021, 96’) ANTEPRIMA ITALIANA
Composizione di performance teatrale, interviste, filmati di archivio, cronaca, Travesti Odyssey è un documentario che racconta la protesta contro l’oppressione di classe e di genere durante le proteste a Santiago, Cile del 2019. Il regista Nicolás Videla (nome d’arte Amnesia Letal), assieme alla sua compagnia teatrale Locas, Putas & Brillantes, mette in scena l’ultima performance dello spettacolo avant-gard teatrale Cabaret Travesía Travesti durante le proteste contro corruzione e diseguaglianze. Politica, intersezionalità e soggettività queer raccontate con un linguaggio innovativo, crudo e vitale.

TSUMU – Where Do You Go With Your Dreams? (Kasper Kiertzner, Danimarca/Svezia, 2022, 88′)
Lars, Eino e Thomas, tre amici diciannovenni, vivono a Tasiilaq, un piccolo villaggio nell’est della Groenlandia, senza grandi prospettive per il futuro. Insieme organizzano attività artistiche e spettacoli teatrali per poter esprimere le emozioni più intime su argomenti come il suicidio e gli abusi sessuali, tremendamente diffusi in quelle terre desolate. Un dilemma li divora: restare o andarsene via? Andare via significa abbandonare famiglia e amici al loro destino. Restare significa abbandonare ogni sogno di una vita diversa. Come loro, molti altri giovani si ritrovano nella stessa situazione, nel mezzo di un periodo di transizione e rottura tra la tradizione e le nuove opportunità divenute accessibili grazie a Internet. Un coming of age tra dubbi e speranze, girato in parte dagli stessi protagonisti con i loro smartphone. Un potente collage di ritratti colorati e frammenti di vita che spazza via le vecchie nozioni di genere e identità.

 

 

Cortometraggi (alcuni disponibili in streaming) – qui il calendario delle proiezioni

Ambasciatori (Francesco Romano, Italia, 2021, 19’)
È giorno. All’Ambasciatori, uno degli ultimi cinema a luci rosse di Roma, nel buio della sala filtrano raggi di luce dai corridoi e dai bagni. Sullo schermo scorrono le immagini di un film porno. Pochi spettatori sono interessati alla proiezione, ma una vera e propria comunità ruota intorno a questo luogo e reclama il diritto di esistere, in tutte le sue forme. Con la partecipazione di Marcello Fonte.

At Least I’ve Been Outside (Jan Soldat, Austria, 2021, 5’)
Sei a Wienenberg? Mi mandi delle foto? No, voglio soltanto filmarti. Un susseguirsi di domande e conversazioni che convulsamente si aprono e chiudono all’interno di una chat per incontri. Jan Soldat, abituato a ritrarre l’uomo in un rifugio domestico solitamente kinky, mette a nudo – accostando immagini e suoni della natura al bip del digitale – desideri di incontro, erotismo e performance artistica.

Beautiful They (Cloudy Rhodes, Australia, 2021, 11’) ANTEPRIMA ITALIANA
Un incontro casuale apre la strada a un contatto più profondo. Quando i percorsi di due giovani ragazze si incrociano, scoprono di essere irresistibilmente attratte l’una dall’altra e con la fiducia cadono le vecchie difese.

Becoming Male in the Middle Ages (Pedro Neves Marques, Portogallo, 2022, 22′) ANTEPRIMA ITALIANA
Mirene e André sono una coppia eterosessuale alle prese con problemi di infertilità. Carl e Vicente sono una coppia omosessuale sottoposta a una procedura sperimentale per avere un figlio biologico. La cinematografia classica del film contrasta con una narrativa fantascientifica per offrire un’esplorazione assolutamente rinfrescante del genere, della riproduzione, della normatività e della nozione di famiglia. Un’opera che fa riflettere, come la carne coltivata in laboratorio nella scena iniziale.

Bonsoir (Athina Gendry, Francia, 2021, 17’) ANTEPRIMA ITALIANA
Suzanne, un’avvocata di successo di Lione, scettica nei confronti delle app di incontri, decide di andare a un appuntamento con Lucille, giornalista di giorno e barista di notte. Le due ragazze si incontrano in un bar e cominciano a fare conoscenza davanti a qualche birra. Una serata destinata a non essere l’unica.

Chaperone (Sam Max, USA, 2021, 16’) ANTEPRIMA ITALIANA
Un misterioso uomo fa salire un ragazzo sulla sua macchina e si stabiliscono all’interno di una casa di campagna. Pian piano intuiamo che prima del loro incontro i due hanno preso accordi che, col tempo, diventano sempre più chiari. Uno spaccato tra dolcezza e tragedia con Zachary Quinto nel ruolo del misterioso protagonista.

Diva (Nicolas Cilins, Svizzera, 2022, 30′) ANTEPRIMA ITALIANA
Diva Cat Thy vende noodles nei baracchini di strada in Vietnam. Viene spiata da lontano, dal cuore dell’Europa, tramite i filmati che lei stessa carica online. La vita, tra battaglie quotidiane, ironia e ricordi, di una donna trans, di un’artista, di una lavoratrice, di un’intera comunità. Un documentario capace di legare due universi apparentemente separati da barriere linguistiche geografiche, ai tempi della pandemia.

En apnée (Mélissandre Carrasco, Francia, 2019, 17’) ANTEPRIMA ITALIANA
Marguerite e Coline si innamorano. Sono le 18:30 all’orologio della piscina comunale quando si baciano per la prima volta. Il cronometro segna il tempo. L’apnea dipinge cinque ricordi, cinque periodi del loro amore, prima che la storia finisca.

Fence (Hilke Rönnfeldt, Danimarca/Germania, 2021, 12’) ANTEPRIMA ITALIANA
Una recinzione è stata costruita fra Danimarca e Germania per separare i cinghiali selvatici dai maiali domestici, per evitare la diffusione di un’influenza suina mortale. Ebba si sveglia, giusto alla lunghezza di un braccio dalla sua ragazza Jona, dalla reminiscenza di un sogno sulla separazione e sul desiderio di unità che pesa su di loro.

Frida (Aleksandra Odic, Germania, 2021, 22’)
Nell’ambiente bianco e asettico di un ospedale, una giovane infermiera si occupa di una paziente della stessa età, Frida, di cui non si conosce la malattia. Un incontro impossibile, al confine fra la distanza professionale e il desiderio di vicinanza e di intimità.

La fuga (Kani Lapuerta, Messico, 2021, 18’) ANTEPRIMA ITALIANA
La fuga accompagna il viaggio interiore di otto uomini che attraverso un laboratorio teatrale affrontano le diverse prigioni, mentali e fisiche, in cui abitano.
Praticando l’arte di guardare dentro se stessi, basandosi sulle parole del regista teatrale Boal, questi uomini riflettono sulla propria mascolinità di cui si servono per nascondere le proprie fragilità e vulnerabilità.

GRRRL (Natascha Zink, Germania, 2020, 15’) ANTEPRIMA ITALIANA
Zoe fa parte di un gruppo di donne che fa la ronda di notte per accompagnare a casa sane e salve le ragazze incontrate per strada. Per difenderle dagli aggressori, se costrette, sono anche in grado di usare la forza. Una sera Zoe scopre che anche individui insospettabili possono essere autori di molestie e di violenze sulle donne.

In Limbo (Hanna Mathis, Austria, 2020, 21’) ANTEPRIMA ITALIANA
Vivere alla ricerca di ciò che si è perduto, prigioniere di una foresta luogo dell’inconscio, dove il trauma si è radicato e il mostro alimentato dalle nostre paure non permette vie di fuga. Vivere nel limbo, e forse ritrovarsi fra passato e presente, nello scorrere del tempo.

Isn’t It a Beautiful World (Joseph Wilson, UK, 2021, 13′) ANTEPRIMA ITALIANA
Un gruppo di performer queer, spogliati della propria voce, offrono il proprio labiale a testimonianze anonime e sonnamboliche raccolte su registratori a cassetta. Enigmatica rievocazione dello spaesamento dell’io ed echi di esperienze ansiogene o trasognate, immerse in ignoti spazi profondi.

Makassar Is A City For Football Fans (Khozy Rizal, Indonesia/Francia, 2021, 20′) ANTEPRIMA ITALIANA
Makassar, Indonesia. In una città dove ci si aspetta che gli uomini impazziscano per il calcio e si comportino in maniera stereotipata, Akbar, un giovane ragazzo queer e sensibile, si ritrova a fingere di amare questo sport pur di essere accettato da chi lo circonda. È possibile adattarsi al resto del mondo pur rimanendo fedeli a se stessi?

Nuit de Chine (Nicolas Medy, Francia, 2021, 15’)
Karim è un giovane regista di fantascienza queer. Il dolore causato dalla rottura con Paul gli impedisce di scrivere la sceneggiatura del suo film, Nuit de Chine. Su consiglio di sua madre, abbandona la fantascienza per scrivere una storia d’amore. Un pomeriggio al bar incontra l’eroe del suo film, Fouad, e se ne innamora.

Shams (Pauline Beugnies, Belgio, 2020, 24’) ANTEPRIMA ITALIANA
Eden, una trentenne belga, lavora in un centro culturale a diversi chilometri da casa sua. Incontra una donna egiziana di nome Shams. Le due si innamorano iniziando una relazione. Ma un giorno, Shams sparisce, senza dare spiegazioni. Con l’aiuto di due amiche egiziane, Eden deve ritrovare Shams e per farlo deve superare paure e pregiudizi.

The Syed Family Xmas Eve Game Night (Fawzia Mirza, USA/Canada, 2021, 11’) ANTEPRIMA ITALIANA
Noor, musulmana pakistana, porta a casa la sua ragazza portoricana per la prima volta alla vigilia di Natale. Alla festa si presenta la sorella maggiore di Noor, che esprime giudizi su tutto, mettendo alla prova la ragazza di Noor. Ma le regole della tradizione possono anche venire infrante, soprattutto quando si tratta di preparare un buon tè.

Tank Fairy (Erich Rettstadt, Taiwan/USA, 2021, 10’)
Taiwan. I “song wa si de” sono lavoratori che forniscono regolarmente venditori ambulanti e vecchi edifici residenziali di bombole di gas. La magica Tank Fairy, svolge questo lavoro come nessun’altra, ovvero con sfacciataggine, tacchi vertiginosi e una buona dose di glitter. La sua figura incanta Jojo, un decenne il cui sogno è quello di scatenarsi nel ballo. Emarginato dai compagni di scuola e incompreso da una mamma autoritaria, il bambino riesce comunque a esprimere la sua vocazione grazie a Tank Fairy.

Tape (Mirjam Sveinbjorg Thorkelsdottir, Norvegia, 2020, 22’) ANTEPRIMA ITALIANA
L’amicizia fra Sara e la sua migliore amica Cecilia subisce un’improvvisa svolta una sera, quando fra le due si sprigiona una chimica speciale e Sara scopre segreti che Cecilia confessa davanti alla videocamera con la quale la sta riprendendo. L’episodio conduce Sara a confondere l’amicizia con l’amore e a diventare gelosa, pretendendo la priorità.

What Dying Feels Like (Philip Ullman, Paesi Bassi, 2021, 9’)
Interno di una stanza sterile, vuota. Una topolina dallo sguardo penetrante si ritrova a raccontare ricordi d’infanzia. Frammenti di un passato alienante formano il ritratto di una vita umana e un senso di perdita e solitudine pervade l’atmosfera. Topo o umano? Perché una vita vale più di un’altra? Il regista Philip Ullman bilancia in maniera splendida la dicotomia tra reale e simulazione servendosi dell’animazione 3d e utilizzando elementi umani applicati a esseri non-umani.

 

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