LGBT-friendly. Multietnico. Maggior parte dei membri saranno millennials. Questa la composizione del nuovo Parlamento in Nuova Zelanda, dopo la vittoria alle elezioni del Partito Laburista, sabato scorso.
Protagonista di questa grande svolta è Jacinda Ardern, di nuovo primo ministro della Nuova Zelanda e grande icona LGBT che in campagna elettorale aveva assicurato un impegno sul campo dei diritti civili, tra cui anche l’abolizione delle terapie di conversione. Con 64 seggi su 120, questo nuovo Parlamento di stampo laburista potrà assicurare l’inclusività e la non discriminazione delle minoranze, a partire proprio dai palazzi del potere.
Infatti, la prima novità si trova proprio all’interno del Parlamento. Il 48% dei nuovi membri è di sesso femminile, mentre un 10% si è identificato come appartenente alla comunità LGBT. Alto anche il numero di persone non bianche, e sarà presente un deputato di origine africana, primo nella storia politica della Nuova Zelanda. Altri deputati provengono dallo Sri Lanka, dal Messico, e oltre una ventina sono maori. Infine, la maggior parte dei parlamentari sono nati tra il 1981 e il 1996, i cosiddetti Millennials.
Con il 10% dei deputati LGBT, quello neozelandese sarà il Parlamento “più arcobaleno” al mondo. Per altri, invece, si parla di una deriva:
Prima della scorsa estate anche in questo caso era stato il partito di coalizone NZ Nation First a bloccare ogni deriva laburista che mettesse in pericolo la libertà di espressione.
Le critiche in Italia dopo le elezioni in Nuova Zelanda
Naturalmente, qualcuno di scontento c’è sempre, anche di fronte a una vittoria di un governo che punta a uguali diritti per tutti.
E dalla Nuova Zelanda in Italia, a quasi 20.00 km di distanza, ci pensano i noti conservatori anti-LGBT dal quotidiano la Nuova Bussola Quotidiana. E come sempre, portano avanti la loro crociata contro l’ideologia gender, denunciando come la Arden ora porterà avanti limitazioni e vincoli:
a tutti coloro che si oppongono all’ideologia LGBTI.
Le novità del Parlamento per la comunità LGBT
Le novità che la Nuova Zelanda vuole introdurre:
Bagni neutri, senza distinzione, per le persone transgender. Bando delle terapie riparative. Assistenza sanitaria specializzata per persone trans e intersex. Nuova riforma per il sistema delle adozioni, nuove politiche per la maternità surrogata e un fondo per la salute mentale dei giovani LGBT.
E così spiega la Nuova Bussola Quotidiana.
Le intenzioni dei Laburisti arcobaleno sono inquietanti, perciò la gran cassa dei mass media internazionali suona la fanfara: una vittoria ‘inclusiva’.
Perché per loro, tutto questo non è visto come inclusione, ma come l’imposizione dell’ideologia gender. Inclusione, termine molto utilizzata dalla Prima Ministra Ardern, per i nostri conservatori appare come una brutta parola, una bestemmia, così come tutto quello che riguarda l’ampliamento dei diritti.
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