Oltre 150 leader religiosi si impegnano a proteggere le persone LGBTQ+ dalla discriminazione

"Ci impegniamo a lavorare per proteggere tutte le persone LGBTQ+ dagli abusi, ovunque si verifichino sia in contesti religiosi che laici".

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Oltre 150 leader religiosi si impegnano a proteggere le persone LGBTQ+ dalla discriminazione
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Il 21 e 22 marzo si è tenuta la 2022 Global Interfaith Commission (GIC), sponsorizzata dal Foreign, Commonwealth & Development Office (FCDO), con oltre 150 leader religiosi, accademici e leader laici di tutto il mondo che hanno concordato sei punti chiave di protezione nei confronti della comunità LGBTQ+ internazionale.

L’evento ha visto la presenza, tra gli altri, dell’arcivescovo anglicano del Canada, del rabbino capo della Polonia e dell’ex presidente della Repubblica d’Irlanda, la dott.ssa Mary McAleese. Nel corso dell’incontro è stata discussa una ricerca appositamente commissionata su quanto siano dannose le cosiddette “terapie di conversione“, il più delle volte alimentate proprio da esponenti religiosi che spingono genitori preoccupati a ‘guarire’ i propri figli queer.

Sono stati concordati sei principi di salvaguardia, ovvero responsabilizzazione, prevenzione, proporzionalità, protezione, partnership e responsabilità. I delegati presenti hanno convenuto che tutti “dovrebbero essere liberi di vivere una vita dignitosa, coerente con la propria sessualità e identità di genere all’interno delle proprie comunità di fede senza paura o giudizio”.

Riconosciamo che molte persone LGBTQ+ affrontano significative discriminazioni, rifiuti e odio, e quindi ci impegniamo a lavorare per proteggere tutte le persone LGBTQ+ dagli abusi, ovunque si verifichino sia in contesti religiosi che laici“, sottolinea il principio di “Protezione”. I presenti si sono impegnati ad esplicitare “un dovere di cura nei confronti di tutte le persone LGBTQ+” e hanno riconosciuto che la comunità è stata spesso “ignorata e messa da parte” dalla società.

I delegati si sono impegnati a rispettare i principi di salvaguardia durante un atto celebrativo presso la Church House, guidato dal decano di St Paul, il reverendo David Ison. “È così incoraggiante vedere l’importanza che così tanti leader religiosi di alto livello da tutto il mondo hanno attribuito a questo evento, con molti che hanno cancellato i loro programmi e sono venuti a Londra per mostrare la loro solidarietà e il loro sostegno a questo progetto fondamentale di salvaguardia“, ha affermato Jayne Ozanne , l’ogranizzatrice dell’evento e direttrice del GIC.

Per troppo tempo molte persone innocenti sono rimaste totalmente indifese, senza nessuno a cui rivolgersi per chiedere aiuto”, ha aggiunto il vescovo anglicano Paul Bayes, co-presidente del GIC. “Ora ci uniamo per difendere la loro causa e garantire che questo abuso, che dura da troppo tempo, si fermi”.

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