Il Bangladesh, Paese noto per i suo rifiuto a percorrere la strada dei diritti civili, ha aperto un college islamico per studentə transgender. L’istituto si chiama Dawatul Quran Third Gender Madrasa e si trova nella città di Dhaka, la capitale. Aperto il 6 novembre, il nuovo college ha ricevuto l’iscrizione di 40 studentə trans solo il primo giorno, e in totale dovrebbe ospitarne 150.
In Bangladesh, le persone transgender vengono quotidianamente discriminate, e non è raro che gli studenti non binari vengano espulsi da scuola.
Studenti trans espulsi da scuola in Bangladesh
L’espulsione è quello che è successo a Nishi, ragazza trans di 27 anni del Bangladesh, cacciata dall’istituto dopo la scoperta della sua identità di genere. Nishi se n’è andata di casa che non aveva nemmeno 10 anni. Ha dovuto arrangiarsi per tutta la sua vita, e per questo trovare un college che la accetta è un “momento di immensa gioia per me“.
Un’altra ragazza trans ha spiegato:
La società ci tratta nei modi più odiosi. Ci viene negato ogni amore o felicità. Non possiamo esprimere i nostri dolori. Nessuno capirebbe. Non ci è permesso entrare nelle moschee. Se alcuni di noi entra, spesso le altre persone ci umiliano. Come umano e musulmana, mi chiedo perché non ci è permesso di far parte della società?
E il fondatore della scuola in Bangladesh, Abdur Rahman Azad, il primo giorno di lezione ha fatto un discorso agli studenti iscritti:
Spesso diamo la colpa agli hijra (persone transgender) per il loro presunto stile di vita indisciplinato. Ma non sono loro da incolpare, credo. Piuttosto, noi come società dobbiamo essere incolpati. Non lasceremo che frequentino scuole, seminari o università. Non lasceremo loro un lavoro decente. Cos’altro farebbero?
Senza un’istruzione, le persone trans del Bangladesh sono costrette a una vita povera, senza una casa, senza una famiglia, senza possibilità di realizzare i propri sogni. Attraverso il nuovo college, ogni studentə trans avrà la possibilità di studiare e di trovare un lavoro in linea con le sue doti.
Uno dei Paesi meno inclusivi
Il Bangladesh non riconosce alcun diritto o forma di tutela alla comunità LGBT. Solo per le persone transgender, che sarebbero 1,5 milioni, sono stati riconosciuti delle forme di inclusione.
Con il termine “Hijra“, ad esempio, è stato riconosciuto un terzo genere, utile in particolare durante il voto. In questo modo, infatti, un elettore potrà votare registrandosi con la propria d’identità, nel caso in cui il genere sia diverso da quello dato alla nascita.
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Questi Paesi e la cultura del sub continente Indiano ha da sempre consolidata l'accettazione , a certe condizioni , delle "Jira". Le condizioni sono come quelle dei popoli Amerindi ed Arabi cioè fenomeni da baraccone che recitano , cantano e ballano , e siano di compagnia alle donne chiuse nei loro ginecei. Ma quando andiamo all'accettazione dell'omosessualità , quello è un ben altro discorso !