La solita tradizionale ‘conferenza stampa’ improvvisata in aereo, di ritorno dal viaggio in Africa. Papa Francesco ha intrattenuto la stampa sul volo di ritorno dal Sud Sudan replicando a domande su domande. Alcune di queste, chiaramente, incentrate sulle sue ultime parole legate all’omosessualità. “L’omosessualità non va criminalizzata, non è un crimine, ma un peccato”, aveva detto 10 giorni fa il Pontefice, con enorme eco sui siti di tutto il mondo, per poi puntualizzare che “non è l’essere gay peccato, ma gli atti omosessuali“.
In aereo l’86enne pontefice ha provato ad essere ancora più specifico, facendo ulteriori distinguo. “Se una persona di tendenza omossessuale è credente, cerca Dio, chi sono io per giudicarlo? Questo ho detto in quel viaggio”, ha precisato Bergoglio, per poi continuare.
“Secondo, tornando dall’Irlanda, è stato un viaggio un po’ problematico perché quel giorno era uscita la lettera di quel ragazzo… ma lì ho detto chiaramente ai genitori: i figli con questo orientamento hanno diritto di rimanere in casa, non potete cacciarli via di casa. E poi ultimamente ho detto qualcosa, non ricordo bene cosa, nell’intervista alla Associated Press. La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare. La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema, più o meno cinquanta Paesi del mondo hanno in un modo o nell’altro questa criminalizzazione, alcuni dicono di più, e di questi una decina ha la pena di morte. Questo non è giusto, le persone di tendenza omosessuale sono figli di Dio, Dio vuole loro bene, li accompagna. È vero che alcune sono in questo stato per diverse situazioni non volute, ma condannare una persona così è peccato. Criminalizzare le persone di tendenza omosessuale è una ingiustizia. Alcuni dicono: creano gruppi che fanno chiasso. Ma non sto parlando dei gruppi, le lobby sono un’altra cosa, sto parlando delle persone. E il catechismo della Chiesa cattolica dice una frase: non vanno marginalizzati. Credo che la cosa su questo punto sia chiara“.
A cosa si riferisca Papa Benedetto quando parla di alcune persone omosessuali che “sono in questo stato per diverse situazioni non volute” non è propriamente chiaro, con l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, presente in aereo insieme al Papa che ha aggiunto.
“Non può esservi sfuggito che nella Chiesa d’Inghilterra parliamo dell’argomento in questo periodo, compreso una buona quantità di dibattito in Parlamento. Voglio dire che vorrei aver parlato con l’eleganza e la chiarezza che ha usato il Papa. Concordo interamente con ogni parola che ha detto e per quanto riguarda la criminalizzazione, la Chiesa d’Inghilterra, la comunione anglicana ha approvato due risoluzioni contro la criminalizzazione ma ciò non ha davvero cambiato la mentalità di molte persone. Nei prossimi quattro giorni al sinodo generale sarà il tema principale della discussione e sicuramente citerò quel che ha detto meravigliosamente e accuratamente il Santo Padre“.
La Chiesa d’Inghilterra sta discutendo da mesi sull’eventualità di aprire o meno al matrimonio egualitario.
“È vero che alcune sono in questo Stato per diverse situazioni non volute”#PapaFrancesco torna a parlare dell’#omosessualità come se fosse una condizione di handicap di cui bisogna avere pietà.
È inutile, Bergoglio è questo. Evitiamo di giustificare. Queste le sue parole. pic.twitter.com/1hxPuMBCQc
— Silere non possum (@silerenonpossum) February 5, 2023