Polonia e Ungheria continuano ad andare a braccetto lungo la strada dell’omotransfobia di Stato, noncuranti dell’UE e delle pressioni esercitate in tal senso negli ultimi mesi. I due Paesi guidati da Andrzej Duda e Victor Orban hanno infatti posto il veto sulle conclusioni del Consiglio UE di Giustizia relative alla strategia della Commissione sui diritti dell’infanzia.
“Continueremo a resistere alla pressione della lobby LGBTQ”, ha tuonato Judit Varga, ministra ungherese della Giustizia. “Poiché alcuni Stati hanno insistito strenuamente affinché gli attivisti LGBT fossero ammessi nelle nostre scuole, io e il collega polacco abbiamo dovuto usare il veto”.
Il veto ha coinvolto anche strategie che chiedevano azioni volte a porre fine alle mutilazioni genitali, contrastare il bullismo online dei giovani LGBTQ+ e migliorare la circolazione delle famiglie arcobaleno all’interno dell’UE. Notizia ben accolta da Pro Vita e Famiglia, che ha celebrato il tutto sottolineando come “Polonia e l’Ungheria hanno ben compreso che questi programmi di facciata sono solo un pretesto che verrà sfruttato da quelle lobby che da anni cercano d’introdurre l’ideologia LGBT all’interno delle scuole di ogni ordine e grado”.
Nel fine settimana la Polonia ha deciso che norme e atti europei non possono essere in contrasto con le leggi polacche, non riconoscendo di fatto la supremazia delle leggi UE
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