E venne il giorno. Almeno il primo. Dopo sfiancanti mesi di rumor e trattative sotto banco, inizia oggi ufficialmente il Gran Ballo del Quirinale, con 1.009 grandi elettori chimati ad eleggere il successore di Sergio Mattarella, dichiaratamente restio ad un bis. Scongiurato il pericolo Silvio Berlusconi, che si è tirato fuori dalla melma perché plastico esempio di candidato spacca-Paese, e senza dimenticare la temibile opzione Cartabia, il centrosinistra sarebbe oggi tentato dalla strada Andrea Riccardi, candidato di ‘bandiera’ per questa prima tornata che quasi certamente finirà con un nulla di fatto.
72enne cattolico, Riccardi è uno storico ed accademico, editorialista di Famiglia Cristiana, fondatore nel 1968 della Comunità di Sant’Egidio e dal 2011 al 2013 Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione con delega alle politiche famigliari e giovani del governo Monti. Noto studioso della Chiesa Cattolica, con decine di saggi e libri pubblicati, nel 2012 Riccardi organizzò l’annuale Festival della Famiglia gestito dall’allora suo ministero, che esattamente come il suo predecessore Carlo Giovanardi escluse le famiglie arcobaleno dalla kermesse di Riva del Garda. All’epoca nessun rappresentate delle associazioni che si occupano di famiglie omogenitoriali, ma neanche nessuna coppia o famiglia lgbt, fu invitata.
In quello stesso 2012 Riccardi commentò la Sentenza 4184/2012 della Corte di Cassazione, che riconobbe alle coppie gay il diritto alla “vita familiare”, sottolineando come quello del matrimonio tra persone dello stesso sesso “non è un problema che non rientra nel programma del governo”. Successivamente, da presidente di Scelta Civica, bocciò senza troppi giri di parole il matrimonio egualitario.
“Il matrimonio è un’istituzione tra un uomo e una donna. Il fatto che la Francia abbia preso un’altra strada – che ha diviso il Paese a metà – non implica le necessità di adeguarci. Certo, la difesa della famiglia non significa negare che nella società di oggi ci sono altre forme di convivenza per le quali si dovranno trovare soluzioni equilibrate”.
Parole che oggi più che mai stridono dinanzi ad una società che evolve, avanza, al cospetto di una coalizione di centrosinistra che teoricamente dovrebbe presentare nel proprio programma di governo proprio il matrimonio egualitario, battaglia primaria di un’intera comunità che non può più aspettare cecità, sordità e ottusità della politica nazionale.
Eppure Enrico Letta, segretario Pd, ha ieri definito Riccardi “il nostro profilo perfetto. Per quello che rappresenta”. Matteo Renzi, ospite di Lucia Annunziata, lo ha invece etichettato come una “persona straordinaria“, che non ha però “nessuna possibilità di essere eletto“. Entro domenica avremo probabilmente un nuovo presidente della Repubblica. Si parte oggi, con Andrea Riccardi primo sacrificato sull’altare dei compromessi parlamentari?
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