È morto Silvio Berlusconi, 30 anni di dichiarazioni sulla comunità LGBTQIA+

Nel 1993 la sua 'discesa in campo'. Ripercorriamo 3 decenni di politica berlusconiana sul fronte dei diritti LGBTQIA+.

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Silvio Berlusconi gay it lgbtqia+
Silvio Berlusconi gay it lgbtqia+
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86 anni compiuti lo scorso 26 settembre, Silvio Berlusconi è morto oggi, 12 giugno del 2023.

Nel 1993 la sua ‘discesa in campo’, diventata realtà elettorale nel 1994, con il primo trionfo alle urne e il suo primo governo, seguito da altri 3 incarichi come presidente del consiglio. Con 3339 giorni complessivi, Berlusconi è ad oggi l’uomo che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana, superato solo da Benito Mussolini e Giovanni Giolitti (entrambi presidente però prima del 1948).

Imputato in oltre venti procedimenti giudiziari e 10 anni or sono condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione e all’interdizione ai pubblici uffici per due anni per frode fiscale, con sentenza passata in giudicato nel cosiddetto “processo Mediaset”, nel 2018 è tornato candidabile e nel 2022 ha ritrovato il Senato dopo 9 anni di assenza.

berlusconi

 

Il ‘suo partito’, Forza Italia, è stato azzannato e svuotato di elettori potenziali dai colleghi di maggioranza Giorgia Meloni e Matteo Salvini, estremisti e incendiari come Silvio non è forse mai stato, per quanto Berlusconi in 30 anni non abbia mai davvero fatto quel passo in avanti che la destra europea e liberale del PPE ha messo in atto da tempo. La cronostoria berlusconiana è in tal senso ricca di colpi di scena, svolte a destra e a sinistra, accelerazioni in avanti e terribili ritorni indietro. Una storia, ahi noi, tristemente variegata.

Quello che ho fatto è stato per bontà, poi se a volte mi capita di guardare una bella ragazza… meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay“.

Così nel 2010 Silvio replicava alle accuse riguardanti Ruby Rubacuori, ovvero Karima El Mahroug, che la sua maggioranza ribattezzò ufficialmente ‘nipote di Mubarak’ con tanto di voto parlamentare. Ma già negli anni precedenti Berlusconi aveva dispensato dichiarazioni discusse e discutibili.

berlusconi

In Italia sono santificati solo i comunisti e i gay”, disse nel 2005.

Le unioni di fatto non si possono negare, ma non c’è bisogno di intervenire con una legge. Meglio regolamentarli attraverso il codice civile”, tuonò nel 2006 contro i PACS.

Le donne hanno più intuito, quell’intuito tipicamente femminile che non hanno gli uomini e nemmeno i gay. Ma i gay sono tutti dall’altra parte, a sinistra”, continuò nel 2007.

Meglio occuparci di infrastrutture e trasporti che di omosessualità”, proseguì nel 2008.

Ragazzi se tutto va bene mi sa che veramente ve le porto le veline, le minorenni, altrimenti ci prendono tutti per gay“, disse nel 2009 dinanzi agli operai che all’Aquila lavoravano dopo il terremoto che aveva devastato la città.

Gli italiani sono tutti così, o preferite quegli altri, Marrazzo per esempio? Sono cattivo, mi andrò a confessare“, disse nel 2010 ad una cena elettorale riferendosi al ‘caso’ Piero Marrazzo.

Ma non è finita qui. Sempre nel 2010 Berlusconi continuò a far riferimento al mondo omosessuale. A modo suo. “Io non so dire dei no. La mia fortuna è stata che nessun gay è venuto mai a farmi una proposta perché alla terza volta avrei chiesto di spiegarmi tecnicamente come si fa e ci sarei stato”.

Nel 2011 rilanciò così: “In tutti noi c’è un 25% di omosessualità. Ce l’ho anch’io. Solo che dopo un approfondito esame, ho scoperto che la mia omosessualità è… lesbica”.

Io non ho niente contro gli omosessuali. Anzi, il contrario: più omosessuali ci sono in giro, minore è la concorrenza”, il ritorno nel 2012.

Pochi mesi dopo, il bis: “Le accuse dalla sinistra sono state tante, le uniche che mancano sono quelle di essere gay e rubare i soldi agli italiani. Io comunque ho tanti amici gay, sono simpatici e divertenti”.

Sono assolutamente d’accordo per una regolamentazione nel codice civile dei rapporti delle coppie di fatto, non posso, per religione e per radici nel nostro elettorato, essere d’accordo con il matrimonio gay, credo che i tempi non siano maturi, anche se ho grande rispetto per chi si ama, per chi sta insieme”, precisò nel 2014.

Pochi mesi dopo Berlusconi si disse “favorevole alle unioni civili ma non al progetto di legge Cirinnà perché questo presenta troppe criticità“.

Nel 2018, dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, Silvio minacciò di volerla modificare una volta tornato al governo: “Sono leggi sbagliate, alle quali ci siamo opposti con chiarezza, pur rispettando la libertà di coscienza dei nostri parlamentari su temi etici così complessi e delicati. Non abbiamo cambiato idea, quindi è naturale che nella prossima legislatura, se come credo avremo la maggioranza, le modificheremo. Questo non significa necessariamente tornare alla situazione di prima; significa, per quanto riguarda le unioni civili, definire chiaramente la funzione sociale del matrimonio fra un uomo e una donna, orientato alla procreazione e all’educazione della prole“.

Nello stesso anno Berlusconi rimproverò un bimbo in Molise (“Togliti l’orecchino, è da femmina”), mentre nel 2020 il leader di Forza Italia si scagliò contro il DDL Zan:

“La legge sull’Omofobia rappresenta un passo indietro sul piano della libertà d’espressione che un movimento liberale come Forza Italia non può condividere né sostenere“. “In questi giorni i nostri rappresentanti in Commissione Giustizia alla Camera hanno svolto un prezioso lavoro per limitare i danni della nuova disciplina, ma il testo è comunque lontanissimo dalla nostra cultura giuridica dei diritti e delle garanzie. Per questo il voto di Forza Italia non potrà che essere contrario“ . “Garantiremo naturalmente – come sempre accade in queste materie – la libertà di coscienza di chi volesse votare in dissenso dal gruppo, ma posizioni individuali, certamente legittime in un grande partito liberale, non costituiscono la linea del nostro Movimento“.

Pochi mesi dopo Berlusconi fu ancor più netto, definendo il DDL Zan “inutile, perché già le leggi esistenti colpiscono ogni forma di discriminazione, e pericoloso, perché può essere interpretato in modo da istituire veri e propri reati di opinione“.

Nel 2022, dinanzi al caso “Luca Morisi”, l’ennesima ‘infelice uscita: “Il caso politico non esiste. Stiamo sempre a parlare di lesbiche e gay. In fondo Morisi che ha fatto? Aveva solo il difetto di essere gay”. Testuale.

Nel settembre del 2022, a poche settimane dal voto nazionale, Berlusconi ha attaccato Peppa Pig, “colpevole” di aver presentato due mamme in una puntata, definendo “sbagliato” l’utilizzo di “un cartone animato per veicolare una visione ideologica delle famiglie e la sessualità”. “Una cosa è rispettare tutti gli stili di vita e gli orientamenti affettivi, che meritano pari diritti e dignità, altro è proporre ai bambini modelli volti a condizionarli. Il caso del cartone animato Peppa Pig, trasmesso dal servizio pubblico, si inserisce in questo clima culturale sbagliato“.

Negli ultimi mesi non una parola sulle famiglie arcobaleno prese d’assalto dal governo Meloni, né alcun tipo di replica a Francesca Pascale, sua ex ora felicemente compagna di Paola Turci che ha rivelato come Silvio abbia  sempre saputo della sua bisessualità.

 

 

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