Vista eccezionalmente al cinema dal 6 al 12 luglio scorso e da noi già recensita, Raffa, prima docuserie originale dedicata all’iconica e indimenticata Raffaella Carrà, ha finalmente trovato una data di distribuzione streaming. Prodotta da Fremantle, con Daniele Luchetti alla regia e Cristiana Farina, Carlo Altinier, Barbara Boncompagni, Salvatore Coppolino e Salvo Guercio allo script, Raffa sarà su Disney+ a partire dal prossimo 27 dicembre, a cavallo tra Natale e Capodanno. 3 episodi da 1 ora per ripercorre la straordinaria vita di una delle icone della cultura pop in tutto il mondo.
Chi è Raffaella Carrà? Chi si nasconde dietro l’immagine della star italiana più famosa e amata all’estero, dietro i 60 milioni di dischi venduti, i successi televisivi, i film e le tournée internazionali?
Simbolo di libertà, regina della TV e icona LGBTQ+: Raffaella Carrà è un mito che supera ogni barriera, un’artista amata incondizionatamente dal pubblico internazionale per oltre 50 anni. Eppure Raffaella è un mistero di cui nessuno possiede la chiave. Gelosissima del suo privato, era una donna che lottava per affermarsi in un mondo di uomini, che ha amato e sofferto come tutte e nella quale convivevano due anime, quella della diva Carrà e quella più vulnerabile di Raffaella Pelloni.
La bellissima ed emozionante docuserie ripercorre la sua vita pubblica e privata, a partire dall’infanzia in Romagna segnata dall’abbandono del padre, il flirt “da copertina” con Frank Sinatra, i grandi amori, il rimpianto per una maternità mancata, crisi e rinascite. Tutto raccontato attraverso le sue immagini più iconiche e quelle del suo archivio privato in esclusiva insieme a testimonianze inedite di chi l’ha conosciuta davvero.
Luchetti ci racconta due Raffaelle, così uguali e così diverse. Pelloni e Carrà, due facce della medesima medaglia, entrambe simbolo di libertà e di parità tra i sessi negli anni ’70, per poi diventare regine della TV pubblica negli anni ’80 e icone LGBTQ+ negli anni ’90. Tre puntate per tre capitoli che ripercorrono i 60 anni di carriera di un’artista unica, inimitabile, irripetibile, che ha fatto sognare il mondo.
Colleghi di un tempo, amici e parenti raccontano la duplice Raffaella, quella privata e quella pubblica, tra aneddoti e sentiti ringraziamenti, per quanto fatto probabilmente inconsapevolmente. Rosario Fiorello, un commosso Tiziano Ferro, Barbara Boncompagni, Salvo Guercio, Caterina Rita, Marco Bellocchio, Renzo Arbore, Loretta Goggi, Emanuele Crialese, Bob Sinclar e il mitologico costumista/stilista Luca Sabatelli, tra i tanti, con Nick Cerioni, in lacrime, a ricordare l’importanza dell’iconica Carrà per la comunità LGBTQIA+.
Una comunità che sul piccolo schermo, attraverso quei vestiti così sgargianti, quelle canzoni così allegre e provocatorie, quel caschetto biondo, quelle risate così piene, si vide per la prima volta rappresentata. Perché Raffaella era diversa da tutto e da tutti, mai c’era stato nulla di simile, e quella diversità la indossava con fierezza, dignità e straordinario orgoglio. All’ora di pranzo, durante Pronto Raffaella e al cospetto di milioni di italiani, questa donna andava in onda come se si trovasse in una discoteca gay di Berlino, di pelle vestita e al fianco di ballerini trasformati in poliziotti che parevano usciti dalla penna di Tom of Finland. Raffaella volava, spostava decine di ballerini con un solo gesto della mano, veniva presa e rigirata come un calzino, faceva acrobazie incredibili e puntualmente tornava in terra sorridente, perfetta, senza un capello fuori posto. Era inumana, era un supereroe, il nostro supereroe.