Raffaella Carrà

Gioventù e formazione

Raffaella Carrà, nome d’arte di Raffaella Roberta Pelloni, nacque il 18 giugno 1943 a Bologna. Passò la sua infanzia a Bellaria-Igea Marina, vicino Rimini, per poi trasferirsi a Roma per seguire la sua passione per la danza presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. A soli otto anni, Raffaella fece il suo debutto nel mondo dello spettacolo con il film “Tormento del Passato“, dando inizio a una carriera precoce e brillante​​​​.

Carriera cinematografica e televisiva

Dopo essersi diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Raffaella Carrà iniziò a farsi notare nel mondo del cinema. Il suo primo grande film fu “La lunga notte del ’43” di Florestano Vancini. Successivamente, partecipò a diverse produzioni di rilievo, come “I Compagni” di Mario Monicelli e “Il colonnello Von Ryan” con Frank Sinatra. Tuttavia, fu in televisione che Carrà trovò il suo vero successo, iniziando con lo spettacolo “Io Agata e tu” nel 1970 e guadagnandosi fama e ammirazione con la sua partecipazione in “Canzonissima“​​​​​​.

Successo e innovazione in TV

Negli anni ’70 e ’80, Carrà divenne un’icona televisiva, presentando spettacoli come Milleluci” con Mina e conducendo programmi comeMa che sera” e “Fantastico 3. La sua capacità di innovare e intrattenere l’ha portata a ricevere il riconoscimento come “Personaggio televisivo europeo femminile” nel 1984. La sua energia e il suo stile unico hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo dello spettacolo italiano ed internazionale​​.

Vita privata e relazioni

La vita privata di Carrà fu contrassegnata da relazioni importanti, soprattutto con i registi televisivi Gianni Boncompagni e Sergio Japino. La sua relazione con Boncompagni iniziò nel 1969 e durò 11 anni, durante i quali Carrà divenne una figura materna per le figlie di Boncompagni. Dopo la fine della loro relazione, conobbe Japino nel 1981, con cui ebbe una storia d’amore di 17 anni. Oltre a queste relazioni note, Carrà mantenne altri aspetti della sua vita privata lontani dai riflettori, affermando di aver avuto altre storie d’amore che non avrebbe mai rivelato​​​​​​.

Sostegno alla comunità LGBTQIA+

Carrà è stata un’ardente sostenitrice dei diritti LGBTQIA+, affrontando temi come l’omofobia e la discriminazione già dal 1979, quando ancora il termine gay non era in uso in Italia. Si è espressa a favore delle adozioni per le coppie dello stesso sesso, basandosi sulla sua esperienza personale di crescita senza un padre, ma con due donne, anzi tre (mamma Angela Iris e la nonna Andreina, a cui aggiunge anche la nurse inglese). 

La sua capacità di empatizzare con le sfide affrontate dalla comunità LGBTQIA+ l’ha resa un’icona per molte persone, partecipando e diventando madrina di Pride come l’Europride di Madrid. Nel 2011, in occasione del decimo anniversario del Gay Village di Roma, Raffaella Carrà inviò un messaggio di congratulazioni esprimendo il seguente pensiero:

Tutte le persone che vivono rispettando le norme sociali e senza arrecare danno ad altri hanno la piena libertà e il diritto di scegliere il proprio percorso di vita. L’amore non conosce distinzioni di genere, età o condizione sociale”.

Raffaella Carrà ha lasciato un’eredità di talento, innovazione e impegno sociale, influenzando non solo il mondo dello spettacolo, ma anche la società in generale. La sua carriera, la sua vita privata e il suo sostegno alla comunità LGBTQIA+ rimangono esempi di coraggio, creatività e umanità di questa figura che rimarrà nei nostri cuori in eterno.