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Suor Jeannine riabilitata dalla Chiesa, una vita spesa per i diritti LGBTQIA+

Papa Francesco ringrazia la religiosa per i suoi 50 anni al fianco della comunità.

Suor Jeannine riabilitata dalla Chiesa, una vita spesa per i diritti LGBTQIA+
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Suor Jeannine Gramick, la religiosa paladina delle battaglie LGBTQIA+ negli Stati Uniti, è stata riabilitata dalla Chiesa con una lettera di Papa Francesco che la ringrazia per “50 anni di vicinanza, di compassione e di tenerezza” per le sue lotte vicine allo “stile di Dio”.

Suor Jeannine, 79 anni, difatti ne festeggia 50 di missioni accanto alla comunità LGBTQIA+, 50 anni complessi che l’hanno vista più volte in conflitto con la Chiesa.

Il Ministero delle Nuove Vie, fondato da Suor Jeannine e Padre Robert Nugent, ha subito numerosi attacchi nel corso del suo operato. Il Ministero, come dichiarato dalla stessa religiosa, “ha educato la comunità cattolica sulla realtà dell’omosessualità. Credevamo che la paura, dovuta alla mancanza di conoscenza della sessualità, fosse la causa del rifiuto delle persone” e proprio per questo alcuni vescovi negli Stati Uniti hanno fatto pressioni sui superiori di Suor Jeannine per rimuoverla dal ministero. Da lì è partita un’indagine lungo 11 anni conclusa con una nota che bandiva i due da qualsiasi attività pastorale legata alle persone LGBTQIA+.

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Suor Jeannine, intervistata dal Corriere, esprime la sua gioia nel ricevere la lettera da parte di Papa Francesco:

“Mi sono sentita felicissima di ricevere la lettera di Francesco sui miei 50 anni di ministero LGBT e onorata perché ha paragonato il mio modo di fare allo ‘stile di Dio’ di ‘vicinanza, compassione e tenerezza’. Era scritta a mano, come la lettera di un amico”, aggiungendo che “la Chiesa sta cambiando”.

Suor Jeannine parla della condizione in cui viveva la comunità quando ha iniziato a muovere i primi passi al suo fianco: “La situazione per i cattolici LGBT negli Stati Uniti negli anni ‘70 e ‘80 era di paura e rifiuto. La maggior parte era nascosta e molti, se uscivano allo scoperto, erano respinti dalla famiglia e dalla società in generale. La maggior parte si sentiva estranea alla Chiesa perché la Chiesa non li voleva. Cinquant’anni fa, la parola “gay” o anche “omosessuale” non appariva mai in un giornale cattolico“.

Oggi è molto diverso. Abbiamo centinaia di parrocchie che accolgono cattolici lesbiche e gay, ma abbiamo bisogno di molte, molte più parrocchie per essere una Chiesa dove tutti i cattolici emarginati possano sentirsi a proprio agio”.

Un’attenzione particolare la dedica alle persone trans* che “sono ancora trattate con paura e rifiuto. La situazione dei cattolici LGBT in alcune parti del mondo è estremamente pericolosa perché possono essere incarcerati o perdere la vita solo per essere ciò che sono o per aver parlato dei loro diritti umani”.

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