Tommaso Zorzi: “La legge Zan merita di esistere, ma non è nulla di rivoluzionario”

Tommaso Zorzi ha preso posizione sulla bocciatura del DDL Zan e sul suo ruolo televisivo e social. 

drag race
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Tommaso Zorzi, i prossimo 17 novembre, arriverà su Discovery+ con la prima stagione di Drag Race Italia, al fianco di Chiara Francini e Priscilla (nome d’arte di Mariano Gallo).

 

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Il presentatore in un’intervista rilasciata a Fanpage ha preso posizione sulla bocciatura del DDL Zan e sul suo personaggio televisivo e social.

“La discussione sul ddl Zan è solo un gioco politico. Vedere le parti che fanno il tiro alla fune con i diritti delle persone per i loro tornaconti, mi fa inca**are”,

ha dichiarato, aggiungendo che a pagarne le conseguenze saranno i ragazzi e la comunità lgbtq+, come nel caso dell’aggressione a Ferrara lo scorso primo novembre. E proprio a proposito delle nuove generazioni, Tommaso Zorzi ha voluto specificare come il Disegno di Legge Zan fosse poco rivoluzionario. Un testo base che avrebbe dovuto vedere la luce diversi anni fa.

“Per gran parte del popolo italiano il rigetto dell’omotransfobia non è nulla di rivoluzionario, anzi. Rivoluzionario sarebbe ben altro, sarebbe vedere una donna trans che fa pubblicità per assorbenti, per dire, e io sarei il primo a produrla”.

Il vincitore del GF Vip 2020 ha ricevuto diverse critiche sul suo Instagram per aver commentato un post di Matteo Salvini che si era detto disposto a ridiscutere il DDL, (commento poi cancellato da chi gestisce il profilo social del Politico).

“Beh, ho goduto, perché allora vuol dire che un minimo di verità in quello che ho scritto c’era. Cancellare i commenti sui social è un classico di Salvini e dei suoi “compagni di merende”. Si espongono spesso per cose come “elogiamo la polizia che porta da mangiare all’anziano”, ma quando succedono episodi come ad esempio quello di Ferrara, tutti muti. Certo, esporsi contro comportamenti pseudo fascisti sembrerebbe come andare contro agli ideali di fondo del loro partito e quindi non lo fanno, ecco perché è tutto un gioco politico”.

 

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“Io mi rivolgo ad un bacino di utenza figlio del Grande Fratello, quindi uno spaccato d’Italia, e ogni volta che parlo del ddl Zan e di diritti io perdo follower. Una parte di loro va via perché non è d’accordo, l’altra forse perché mi segue solo per i siparietti trash che, ammetto, mi divertono molto”.

Il conduttore ha preso posizione anche sul suo ruolo di personaggio social, molto seguito e amato:

“Non posso però avere tra le mani uno strumento con 1 milione e 800 mila follower e non usarlo per veicolare messaggi che ritengo importanti. Dal fare questo genere di discorsi sui social non me n’è mai tornato niente, anzi”.

 

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