Alla vigilia della trentasettesima edizione del Lovers Film Festival, che comincerà domani 26 aprile a Torino e che noi di Gay.it seguiremo giorno dopo giorno, sono state vandalizzate le targhe della via intitolata a Ottavio Mai, fondatore del Lovers Film Festival con Giovanni Minerba.
In una delle due targhe si legge “La guerra in Ucraina è ora“, mentre nell’altra, la definizione di Ottavio Mai, “regista ed attivista per i diritti degli omosessuali“, è stata sfregiata con un ignobile “fr*ci”.
A scoprire il duplice vandalismo lo stesso Giovanni Minerba, che ha così commentato quanto accaduto: “come ogni anno, quando arrivo a Torino vado a salutare Ottavio e, oggi ho dovuto constatare una cosa bruttissima e oltraggiosa. Non siamo ancora un Paese civile e dobbiamo ancora leggere queste immonde considerazioni. Peccato poi che capiti a Torino, capitale dei diritti e all’avanguardia nella lotta per i diritti”.
Indignata anche la direttrice della storica kermesse cinematografica Vladimir Luxuria: “La via intitolata a Ottavio Mai per me è importantissima. Lui e Giovanni Minerba hanno fondato il festival che io, ora, ho l’onore di dirigere. Una via dedicata alla memoria di un grande attivista e intellettuale. Questa scritta dimostra che esiste ancora troppa omofobia vigliacca. Non verranno però mai cancellati e dimenticati i meriti di chi ha lottato per i diritti di tutte e tutti. Onore a Ottavio e disonore a questi delinquenti. Oggi nel giorno della Liberazione speriamo di poterci liberare presto anche da tanto pregiudizio e tanto odio”.
Attivista, regista e sceneggiatore, Ottavio Mai fondò con Minerba nel 1981 l’associazione L’Altra Comunicazione, realizzando una ventina di lavori in pellicola Super8 e video prima di dare vita al più longevo cinefestival lgbt italiano e tra i più importanti al mondo. Militò nella prima associazione gay italiana, il Fuori!, e nel Partito Radicale.
Malato di AIDS, si tolse la vita in ospedale. Nel 2015 la città di Torino gli ha intitolato una via accanto al nuovo campus universitario Luigi Einaudi. Una via oggi macchiata dall’omofobia.
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