Transfobia USA: in Virginia niente più accesso ai bagni e richiesta legale anche per cambiare pronomi

L’amministrazione statale Youngkin ha rilasciato le nuove linee guida per le scuole

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L’ondata anti-LGBTQ+ e anti-trans* negli Stati Uniti non si ferma. Lo avremo ripetuto almeno sei o sette volte negli ultimi mesi, dandovi conto delle leggi emanate negli Stati repubblicani come Texas, Florida e Montana. E per quanto sembri ripetitivo, purtroppo, dobbiamo continuare a dirlo. Nel pieno dell’ondata di odio dei politici repubblicani contro la comunità LGBTQ+, è adesso il momento del Virginia.

Il governatore Glenn Youngkin, repubblicano, ha infatti promosso nuove linee guida, chiamate Model Policies, per quanto riguarda gli studenti trans* nelle scuole dello Stato. Seguendo una linea già adottata dalla Florida, è stato imposto che gli studenti non potranno più utilizzare i bagni del genere con cui si identificano. È una mossa che è stata adottata a più riprese, quella di attaccare direttamente gli istituti scolastici, dove le persone queer sono più vulnerabili a causa della loro giovane età, imponendo limitazioni e divieti che si basano su pregiudizi e stereotipi.

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Glenn Youngkin, governatore del Virginia, e le sue linee guida transfobiche

Un’intera corrente omofoba e transfobica di conservatori, infatti, lotta da anni contro l’uso dei bagni da parte delle persone transgender, additate come predatori sessuali che quindi ne approfitterebbero per mietere le loro vittime. Oltre all’assurdità delle accuse, molteplici studi hanno dimostrato come anche l’accesso ai bagni del genere con cui ci si identifica sia favorevole alla salute mentale dei giovani trans*.

Le linee guida continuano avvisando che le scuole devono “tenere i genitori pienamente informati su tutte le questioni” che riguardano attività, salute, sviluppo sociale e psicologico degli studenti. Le scuole sono ancora formalmente scoraggiate dallo spingere gli insegnanti a tenere nascoste ai genitori informazioni che riguardano la sessualità e l’identità di genere degli adolescenti, anche se questi dovessero trovarsi in situazioni famigliari difficili.

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Secondo le linee guida, gli studenti trans* non potranno accedere ai bagni del genere con cui si identificano

Fin qui, sembrerebbe che il Virginia si sia allineato alla famigerata legge “Don’t Say Gay” che dalla Florida ha scatenato polemiche in tutti gli Stati Uniti. Il governatore Youngkin, invece, si è spinto oltre, andando a toccare anche la questione dei pronomi.

Se infatti è già una lotta estenuante e continua quella di affrontare interminabili trafile burocratiche, piene di paletti e ostacoli, per cambiare legalmente il proprio genere, ora si aggiungerà anche quella per cambiare i propri pronomi. Non avete letto male: le nuove linee guida del Virginia impongono che sarà necessario fare richiesta di documentazione legale anche se si vuole essere chiamati con pronomi diversi da quelli che corrispondono al genere assegnato alla nascita. Se un ragazzo trans* vorrà chiedere di essere chiamato con i pronomi “he/him” invece di “she/her”, ad esempio, dovrà quindi passare per la burocrazia. Lo stesso per tutti gli altri pronomi.

La realizzazione pratica di questa disposizione è alquanto dubbia. Impedire nel parlato di utilizzare un termine piuttosto che un altro finché non ci sia un timbro su un foglio ufficiale ha tanto di fantascienza. Tuttavia, le recenti uscite dei conservatori sulle questioni LGBTQ+ ci hanno insegnato che non c’è limite alla loro fantasia pur di ostacolare in qualsiasi modo le persone queer.

Ovviamente, sono arrivate subito le rimostranze di attivisti LGBTQ+ e politici democratici che denunciano come le linee guida siano dannose e pericolose per i giovani trans* del Virginia. Non serve ragionarci troppo per comprendere che, se gli educatori scolastici saranno costretti a rivelare l’identità di genere di uno studente ai genitori, le conseguenze potrebbero essere anche molto gravi.

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In Virginia sarà obbligatorio fare richiesta legale anche per cambiare i propri pronomi

L’amministrazione Youngkin, tuttavia, non sembra particolarmente preoccupata. Macaulay Porter, portavoce del governatore, ha affermato: «La politica modello 2022 pubblicata mantiene l’impegno del governatore di preservare i diritti dei genitori e sostenere la dignità e il rispetto di tutti gli studenti delle scuole pubbliche». Certo, la concezione di dignità e rispetto qui citata è molto diversa da quella che effettivamente si troverà in atto. Della loro salute, a quanto pare, non si cura troppo nemmeno il Dipartimento dell’Educazione dello Stato, che ha approvato le linee guida senza battere ciglio.

«I bambini trans meritano di imparare e prosperare in un ambiente privo di bullismo, intimidazione e paura»

Così ha scritto su Twitter Mike Mullin, politico democratico membro della Camera dei Delegati del Virginia. I diritti degli adolescenti transgender nelle scuole sono sempre più limitati a causa di un feroce attacco alla comunità LGBTQ+ che mira a colpire nella sua parte più giovane. Alcune associazioni hanno già annunciato che faranno ricorso contro le nuove linee guida, ma il panorama americano dei diritti LGBTQ+ si fa sempre più nero.

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