Vladimir Luxuria, l’intervista: “accetterei una ricandidatura politica, parlamentari omofobi tenetevi pronti”

Adinolfi, Pascale e Turci, Berlusconi, DDL Zan, Arcilesbica, Lovers Film Festival e l'ipotesi di un ritorno in Parlamento. Con Vladimir Luxuria abbiamo parlato di tutto. Leggere per credere.

Vlamidir Luxuria
Vlamidir Luxuria parla di coming out e outing.
7 min. di lettura

Vladimir Luxuria, l'intervista: "accetterei una ricandidatura politica, parlamentari omofobi tenetevi pronti" - Vlamidir Luxuria 2 - Gay.it

Ex deputata della Repubblica italiana, attivista LGBT, scrittrice, personaggio tv, attrice, opinionista e chi più ne ha più ne metta,  Vladimir Luxuria è attualmente nella sua Puglia, a ricaricare le pile prima che il suo primo Lovers Film Festival da direttrice prenda vita.

Abbiamo però voluto telefonicamente disturbarla per affrontare insieme a lei temi di scottante attualità, tra politica, diritti, gossip, polemiche associative e cinematografia LGBT.


Partendo dalla stretta attualità da rotocalco, in settimana Francesca Pascale è stata paparazzata insieme a Paola Turci, con Mario Adinolfi che ne ha subito approfittato per darle addosso. Ne è nato un battibecco social proprio con te, in cui gli hai dato del “patetico dallo sguardo inquisitore e morboso”. Altro da aggiungere?

Sì, che la gente dovrebbe farsi un po’ di fatti suoi. Francesca Pascale non ha tradito Berlusconi, si erano già separati. Come Berlusconi si è rifatto una storia con un’altra donna, Francesca, stando alle paparazzate, si starebbe frequentando con Paola Turci. Dov’è il problema? Il problema sta sempre nel fatto che la lesbofobia sta raggiungendo livelli patetici. Giudica quello che non dovrebbe giudicare. Mi ha dato molto fastidio, sono stata tirata in ballo, perché Adinolfi ha pubblicato una foto dove eravamo io, Berlusconi e Francesca dopo una cena, dicendo che Berlusconi aveva un mesto sorriso, che si vedeva che avrebbe preferito sottrarsi. Intanto Berlusconi si era andato a ritruccare per farsi quel selfie, disse ‘mi assento un attimo’, ed è stato un quarto d’ora fuori per tornare più truccato di me. Mangiammo, bevemmo, parlammo di stepchild adoption, perchè era il periodo delle unioni civili. Fu una cena piacevole. Spero che se un giorno Adinolfi sarà invitato da qualcuno a cena, nessuno starà lì a fare la psicologia del sorriso, l’interpretazione dello sguardo. Forse non gli basta più il mestiere di omofobo, vuole fare quello dello pseudo psicologo. Poi io non escludo che Berlusconi già sapesse dell’orientamento sessuale almeno bisex di Francesca, che ha più volte detto come non ci sarebbe alcun problema se un giorno si dovesse innamorare di una donna. Auguro a lei e a Paola, che conosco entrambe, tutta la felicità che possono avere le persone che hanno la fortuna di innamorarsi, e di fregarsene dei leoni o coglioni da tastiera, quelli che giudicano con morbosità e toni inquisitori.

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Il 3 agosto la legge contro l’omotransfobia e la misoginia è approdata alla Camera, con una prima discussione generale onestamente aberrante, a causa soprattutto dell’opposizione di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Cosa pensi che dovremmo aspettarci, al ritorno dalle vacanze, e come far capire agli italiani che questo DDL non è neanche lontanamente liberticida.

Tutti, mass media tematici, attivisti, politici, devono approfittare dell’estate per andare a spiegare nelle piazze cosa sia questa legge e fugare le fake news di persone che non hanno argomenti per contrastare questa legge. Questi detrattori sono persone che sanno benissimo come questo DDL non sia liberticida, ma in fondo in fondo a loro sta bene l’omofobia, l’aggressione verbale e anche fisica, perché diventa un deterrente a quello stile gaio, libero, orgoglioso che a loro patologicamente dà così tanto fastidio. Loro che parlano tanto di propaganda, ideologia, lobby gay, dicono proprio questo: “non vogliamo fermare coloro che mettono un argine alla felicità, alla piena realizzazione, al non nascondersi, al non vergognarsi degli altri”. Non è una legge liberticida, perché è una legge che va a punire l’istigazione all’odio ma non punisce la libertà di opinione. Facciamo un esempio. Un conto è dire ‘sono contrario alla GPA, alle unioni civili’, e ci sta. Articolo 21, libertà di pensiero. Altro conto è dire o scrivere frasi come ‘i gay al rogo, gay nei campi di concentramento, gay al Colosseo con i leoni dentro’. Tutte quelle frasi che inneggiano alla violenza. Ma è una legge importante anche perché non comprende solo l’aspetto punitivo, ma anche quello educativo. Consente a quelle persone che compiono atti omofobi di poter sostituire la pena detentiva con un corso di recupero, un lavoro socialmente utile anche in una sede Arcigay, permettendo così loro di capire quella comunità che considerano nemica. C’è il gratuito patrocinio per i gay poco abbienti, per poter essere assistiti da un avvocato in modo gratuito, c’è l’istituzione della giornata mondiale contro l’omotransfobia e la misoginia nelle scuole. Insomma vogliamo vivere o no in una società in cui nostro figlio, nipote, collega, debba sentirsi umiliato per il semplice fatto di essere quello che si è?


Maggioranza che ha flirtato con Forza Italia per ampliare il numero di voti in favore della legge, ma come già accaduto nel 2016 con le unioni civili da Silvio Berlusconi è ancora una volta arrivata una netta chiusura al DDL, da lui definito ‘inutile e pericoloso’. Ti sei mai pentita di quella cena ad Arcore del 2014, in cui tendevi la mano all’ex premier sul campo dei diritti LGBT?

No, perché grazie a quella cena Berlusconi dette libertà di voto senza vincolo ai suoi parlamentari. Personalità come Carfagna, Ravetto e Prestigiacomo votarono a favore delle unioni civili, senza avere conseguenze. Certo adesso non c’è più Francesca Pascale, che aveva un ascendente positivo su di lui, ed effettivamente ho ritrovato un partito più arretrato sul tema dei diritti civili. Bastava sentire l’intervento dell’onorevole Calabria a Montecitorio per capire quanto siano arroccati su una posizione contraria al DDL. Nel corso della discussione se ne sono sentite di tutti i colori. Mi ha infastidita molto il fatto che esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia abbiano parlato di questo emendamento da loro presentato per includere anche i diversamente abili. Vorrei ricordare a tutta questa gente che esistono già delle leggi antidiscriminatorie per i diversamente abili, l’ultima è del 2006. Se vogliamo aggiornare o rafforzare queste leggi siamo pronti, perché non stiamo facendo una guerra tra discriminati, ma non usiamo questo argomento per far credere agli altri che noi ce ne infischiamo delle sofferenze altrui.

Nelle ultime settimane la cronaca nera ha purtroppo spesso abbracciato il mondo transgender, con quotidiani e siti che hanno più volte storpiato l’identità di genere delle vittime. Credi che sia ignoranza giornalistica o pura e semplice transfobia?

Ieri ero ad Andria per parlare di omotransfobia, in un dibattito pubblico in mezzo alla gente. A fine dibattito è intervenuta una donna trans, molto sofferta, molto provata, che ci ha raccontato le angherie che ha subito, che l’hanno portata alla depressione, alla perdizione, all’alcolismo. Se qualcuno avesse sentito le vibrazioni di dolore, nelle corde vocali, di questa persona che stava raccontando la sua vita, si renderebbe conto della vulnerabilità, della debolezza di tante persone che non possono nascondere la propria identità. Mi piacerebbe che ci fosse più sensibilità, comprensione. Prima si dava per scontato l’utilizzo del maschile per le donne trans. Ora noto che più passa il tempo e molti mass-media declinano al femminile quando c’è da declinare al femminile. Rimangono purtroppo alcuni episodi all’interno del giornalismo, a volte per ignoranza, sciatteria e mancanza di deontologia professionale, in cui ancora si declinano al maschile. Il famoso misgendering. Dobbiamo lottare per il rispetto.


Alle donne di Arcilesbica, a molte femministe e a J.K. Rowling, che hanno intrapreso una battaglia tutta loro contro le donne transgender, invece, cosa vuoi dire.

A queste lesbiche oltranziste, pseudo femministe, TERF, che sono state citate negli interventi alla Camera come endorsement a coloro che sono contrari al DDL Zan. Pagano mi ha addirittura citata, “sarà reato respingere Luxuria nel bagno delle donne”. “Sarà possibile per un uomo travestirsi da donna e andare negli spogliatoi femminili per andare a fare le zozzerie”. Questi sono gli argomenti da loro proposti. Voglio dire a queste TERF, che se qualcuno dicesse, ‘vogliamo sprangare l’ingresso alle lesbiche agli spogliatoi femminili perché le donne etero non vorrebbero sentirsi addosso lo sguardo di una lesbica’, io sarei la prima ad andare contro questo tipo di provvedimento. Questo distingue le persone, più che da essere lesbiche, gay o trans, dall’essere comprensive, solidali e non egoiste.

Dal 22 al 25 ottobre andrà in scena il 35esimo  Lovers Film Festival, il tuo primo da direttrice. Che esperienza è stata, in tempi di Covid-19, e che programma dobbiamo aspettarci.

Abbiamo avuto questa tegola del Coronavirus che ha colpito tutti e in particolar modo il mondo dello spettacolo. Abbiamo fatto delle proiezioni on line e abbiamo lottato per fare una versione diversa dalle altre, con meno giorni e meno film, ma ci saremo fisicamente. Abbiamo scelto di correre il rischio, di essere in sala, voglio rivedere la gente, la comunità si deve ritrovare fisicamente nelle sale. Incrociamo le dita, ci sarà con un bilancio più sacrificato perché il Museo Nazionale del Cinema che sponsorizza questa manifestazione ha visto molto ridotti gli introiti a causa del lockdown. Ma sono sicura che la comunità comprenderà e farò leva su alcune amicizie personali davvero gay friendly, non a chiacchiere o a gettoni, ma gay friendly veramente.

Dopo anni di apparente ‘inamicizia’, tra le altre cose, sei riuscita nell’impresa di far nascere una storica collaborazione con il Festival MIX Milano. Come hai fatto.

Credo nella solidarietà, nell’unione, già viviamo troppe frammentazioni all’interno del nostro movimento. Io lo dico sempre, non è importante il nome di chi fa una cosa, ma che quella cosa venga fatta. E per farla c’è bisogno di unità. I nemici non vanno trovati al nostro interno, ma all’esterno. A volte ci sono troppe primedonne, troppe gelosie, troppe concorrenze tra associazioni LGBT all’interno dello stesso Comune. La prima cosa che ho detto è stata ‘unità’. Mi sono sentita con gli organizzatori del MIX e abbiamo fatto questa collaborazione, aprendo un tavolo più ampio con altre rassegne cinematografiche che spero possano produrre cooperazioni. Cosa ce ne frega di una pagina in più o meno sul giornale, se va più gente da una parte o dall’altra, l’importante è che più film possano essere visti in più Festival. E se in futuro si possono dividere le spese sugli ospiti, sui sottotitoli, sulle traduzioni, sui film, perché non farlo in comune. Perché?

12 anni fa, al termine del 2° Governo Prodi, salutavi Montecitorio dopo due anni di legislatura. Per tua scelta non ti sei mai ricandidata. C’è mai stato un pentimento in tal senso? Se ora ti chiedessero di ricandidarti, accetteresti?

In questo momento della mia vita ci penserei e accetterei. Adesso è tanto tempo che non sono dentro la politica, sono una persona che ci crede, ci credo, non è una questione di soldi, potere, ci credo proprio in queste battaglie. Se ci fosse un partito a me affine che mi proponesse una candidatura seria, l’accetterei. Lo voglio dire a tutti questi parlamentari omofobi e trasformisti, tenetevi pronti che non escludo il mio ritorno.

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