Nonostante la feroce transfobia che assedia la vita delle persone transgender, non binarie e gender non conforming nel nostro paese, in Italia i film p0rn0 con persone trans* hanno visualizzazioni doppie rispetto alla media mondiale. È quanto emerge da uno studio pubblicato dal portale Pornhub, che evidenzia come i paesi a prevalenza di fede cattolica consumino più materiale p0rn0grafico con protagonist* transgender, rispetto agli altri popoli.
Da Pornub
Paesi con maggiori visualizzazioni di contenuti transgender:
percentuali riferite alla differenza rispetto alla media di tutti i paesi del mondo
Italia + 100,5%
Brasile +62,5%
Spagna +53,4%
Repubblica Dominicana +52,1%
Colombia +47,3%
Costa Rica +44,7%
Argentina +43,0%
Portogallo +39,8%
Islanda +35,2%
Irlanda +23,8%
Francia +22,3%
Gran Bretagna +20,8%
Antartide +20,5%
Nuova Zelanda +20,0%
Belgio +19,0%
Grecia +18,6%
Stati Uniti +18,2%
Australia +14,9%
Svizzera +10,8%
Cile +9,7%
Lussemburgo +9,0%
Messico +7,4%
Bielorussia +5,9%
Cipro +5,4%
Canada +5,3%
Israele +3,8%
L’Italia è il paese il cui governo di estrema destra si è attivato per ostacolare l’utilizzo della triptorelina come farmaco regolatore ormonale temporaneo nelle giovani persone trans* e gender non conforming. “Questo standard è un riflesso della nostra società – scrive il Movimento Identità Trans – che feticizza i nostri corpi rendendoci delle categorie per appagare i vostri appetiti sessuali e fallisce nel riconoscere e rispettare i diritti umani delle persone trans“.
È stato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri a intestarsi la battaglia contro il farmaco considerato dalla scienza salva-vita per molt* minor* gender variant. Lo scorso gennaio il senatore forzista ha presentato un’interrogazione parlamentare sul centro per le terapie di affermazione di genere dell’Ospedale Careggi di Firenze, con l’accusa che i farmaci bloccanti della pubertà venissero somministrati “come caramelle” a bambin* e adolescenti con incongruenza di genere. Ne derivò una vera e propria ispezione ministeriale al Careggi e ad un successivo tavolo di confronto al quale tuttavia non furono mai coinvolte le associazioni T. Qualche giorno fa lo stesso governo ha reso pubblica quella relazione, dalla quale emerge che c’è un chiaro intento ideologico di ostacolare l’uso di triptorelina per migliorare la vita dell* minor* gender varianti.
Ciò che è evidente dalle conclusioni del governo è un ossessivo riferimento alla necessità di percorsi psicoterapeutici e psichiatrici da sottoporre all* minori trans* che desiderano intraprendere un percorso di transizione di genere, come se si dovesse tentare il tutto per tutto di “curare” la loro incongruenza di genere. Un approccio patologizzante.
Come spesso accade – e osserviamo che accade spesso dove vige una cultura di ispirazione cattolica – ciò che viene stigmatizzato e additato dalla morale comune, diventa strumento di morbosa curiosità sessuale. Un automatismo di privazione/desiderio da cavernicoli dell’appetito sessuale. È del resto questo il paese in cui l’ipotesi di inserire l’educazione sessuale a scuola viene definita “nefandezza” nelle aule parlamentari.
In riferimento al dato sul massiccio uso di contenuti pornografici con persone trans*, il Movimento Identità Trans ricorda come “l’industria p*rnografica mainstream disegnata sul male gaze si nutre di queste contraddizioni sociali”. Secondo il M.I.T. in Italia sono tangibili i segnai di tale ipocrisia:
“Le leggi che dovrebbero garantire l’uguaglianza e la protezione per le persone trans sono totalmente assenti. I diritti di autodeterminazione di genere e di accesso a cure mediche adeguate vengono minacciate, mentre la discriminazione sul posto di lavoro e nei servizi sociali rimane diffusa e impunita.
Eppure, non possiamo voltare lo sguardo dall’altra parte. L’interesse sessuale non dovrebbe essere un pretesto per ignorare le lotte quotidiane delle persone trans per la dignità, la sicurezza e la parità di trattamento. È imperativo riconoscere questa ipocrisia, esercitare la solidarietà e lottare per un’Italia in cui ogni individuo possa vivere senza paura di discriminazioni e violenze, indipendentemente dalla propria identità di genere”
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Non c'è nessuna contraddizione in realtà. Il porno trans/lesbico è notoriamente un contenuto indirizzato dall'industria al MBEB. Quindi non stupisce che in Italia, dove risiede un alto numero di persone MBEB, queste produzioni vadano per la maggiore. Sarei curioso di conoscere le percentuali del porno gay.