“Può una crociera gay tenere più di 4,700 persone al sicuro dal Covid?” è il titolo un recente articolo del New York Times.
L’infelice testata fa riferimento alla crociera Celebrity Millennium, che in collaborazione con VACAYA, compagnia LGBTQIA+, ha programmato un viaggio di sette giorni tra le acque caraibiche.
In seguito alla notevole diffusione della variante Omicron, il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha tenuto sotto investigazione più compagnie di viaggio, su tutte la Millennium, per casi di Covid-19.
Nell’articolo vengono raccolte le dichiarazioni di svariati passeggeri della nave, divisi tra quelli intenzionati a vendere il proprio biglietto per timore di ipotetici contagi, ma anche altri entusiasti all’idea di potersi dedicare a danze sfrenate, sesso, droghe, delirio, orge e “un po’ di dolce libertà”.
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Dichiarazioni che Randle Roper, co-fondatore e CEO della VACAYA, considera pescate a casaccio tra i commenti dei social media per “spettacolarizzare la realtà” definendo l’articolo “vuoto -e speriamo involontariamente- omofobo.”
“Non era sicuramente una notizia adatta alla stampa” dichiara Roper, specificando che ogni passeggero a bordo era testato o vaccinato con tre dosi booster. “Il venerato New York Times, con un articolo che cita innumerevoli persone neanche a bordo della nave, non ha mantenuto l’integrità giornalistica che ci aspettiamo, ed è un affronto agli eventi Atlantis, le compagnie di viaggio LGBTQIA+, e la comunità gay in generale”.
Tra i 1,568 passeggeri a bordo del Millennium, i 27 risultati positivi al Covid sono stati messi in isolamento insieme ad altri 72 che hanno avuto stretto contatto, seguendo ogni normativa fino all’accertata negatività.
Ma piuttosto che concentrarsi sulle precise misure di sicurezza applicate dalla compagnia, l’articolo ha “completamente sbagliato il punto” dice il co-fondatore.
“Ritornare alla normalità non sarà così facile e ci sarà sicuramente qualche intoppo nel percorso, ma qualcuno deve fare il primo passo” commenta Roper in un’intervista per Seatrade Cruise News “ Come la comunità LGBTQIA+ ha sempre fatto dall’alba dei tempi, ci impegneremo a fare del nostro meglio. Sì, potremmo farlo coperti da lustrini e glitter, ma contribuendo fieramente a quei passi avanti che gli altri hanno paura a fare. Vi ricordo che per la nostra comunità questa non è la prima pandemia, e la maggior parte di noi sa come adattarsi ad un protocollo”.
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beh considerando quello che accade in una crociera gay, ben diverso dalle crociere normali soprattutto dal punto di vista della promiscuita sessuale la domanda del Nyt è comunque legittima. puoi avere tutti i protocolli di sicurezza al mondo ma se poi i crocieristi si ammassano in discoteca o nelle cabine ogni sera non significa essere omofobi, significa non fare i conti con quello che i gay vogliono fare in crociera...