Era il 5 giugno 1990. Ben 30 anni fa il Parlamento approvava la legge 135/90 per il contrasto a una pandemia. Proprio come oggi. Ma quella legge numero 135 del 1990 non riguardava il Covid 19. Ma l’HIV e l’AIDS.
Come spiega LILA, gli obiettivi di quella legge erano: contrasto alla diffusione dell’HIV/AIDS e assistenza e cure garantite alle persone sieropositive. Ma la legge 135/90 arrivava troppo tardi: erano già circa 10 anni che il virus circolava in Italia. Non si poteva fare altro che assistere impotenti alla morte di migliaia di persone.
Legge 135/90, una svolta storica nell’Italia di 30 anni fa
Ma nonostante il ritardo all’italiana, la 135/90 è ancora oggi una legge modello, con risorse e provvedimenti adatti a far fronte all’epidemia che si stava manifestando all’epoca. Una legge moderna, stranamente inclusiva e non discriminante. Impossibile? Il testo censurava espressamente le discriminazioni contro le persone sieropositive. Ogni paziente manteneva la sua privacy, la sua dignità. Non c’era posto per i pregiudizi solo perché malato.
La legge doveva far fronte poi alla totale disinformazione della gente, un’opinione conservatrice, che trattava le persone affette da HIV e malate di AIDS come degli untori da cui stare lontani il più possibile. Erano già dati per morti, perché preoccuparsene?
Diritto alla salute: l’importanza di questa legge
La legge contro l’HIV e AIDS segnò una svolta anche perché per la prima volta veniva garantito il diritto alla salute, in cui lo Stato si occupava di tutelare le persone malate. Seguendo il testo della legge, non si trattava delle sole cure, ma anche della dignità delle persone.
La battaglia per arrivare all’approvazione di questa legge fu dura e iniziò nel 1987. In quell’anno, la LILA era in prima fila per ottenere un risultato. C’erano anche poi le associazioni, i sindacati, volontari che volevano combattere le discriminazioni, moltissime persone sieropositive che decisero di battersi, per salvare la propria vita e quelle di moltissimi altri.
Lila chiede una riforma
La LILA però non si può dire soddisfatta della riforma pensata dalle forze politiche sulla legge 135/90.
Ora non si muore più di HIV, la diffusione è ridotta, ma il virus non si è estinto. Secondo il rapporto LILA, “quasi otto persone al giorno contraggono il virus e oltre la metà scopre il proprio stato sierologico con grave ritardo, tanto che, ancora nel 2018, i casi di AIDS conclamata sono stati 661“.
Inoltre, la pandemia di Covid 19 ha limitato i servizi per le persone sieropositive. Se non si tornerà presto alla normalità, ci potrebbe essere un aumento delle infezioni. L’obbiettivo di eliminare definitivamente il virus dell’HIV entro il 2030 si fa sempre più vicino, e anche per questo è urgente una riforma della legge 135/90, con un impegno maggiore nei confronti dello Stato e di tutte le istituzioni.
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