Secondo un sito di notizie online con sede nella Repubblica Democratica del Congo, sei attivisti LGBTQ+ sono stati picchiati, minacciati di linciaggio e cacciati dalla città di Kamituga, nel confine orientale della regione.
Le molestie e le accuse di “satanismo” e “diavolerie” nei confronti degli attivisti si sono intensificate negli ultimi giorni. Il 31 luglio, alle ore 20, una folla di persone si è presentata sotto le loro case con fruste e sassi, intonando canzoni minacciose. La folla poi ha sfondato le porte della loro abitazione, li ha picchiati ed ha costretto le vittime a fuggire e ad affittare una casa, dove ora vivono tutti insieme.
In reazione all’accaduto la Rainbow Sanraise Mapambazuko (RSM), un’organizzazione LGBTQ+ locale denuncia queste persecuzioni contro i suoi membri e chiede il trasferimento a Bukavu per garantire la sicurezza personale di ognuno.
Violenza LGBT+ in Congo
Non è la prima che RSM denuncia delle violenze e intimidazioni nei confronti delle persone LGBT+: due attivisti nel gennaio 2020 sono stati rapiti. Uno di loro è stato trovato morto, mentre l’altro è ancora disperso.
Al momento in Congo non esiste alcuna tutela giuridica dall’omobilesbotransfobia, seppur l’attività sessuale tra persone dello stesso sesso sia legale e non sia mai stata messa fuori legge.
Il Rapporto sui diritti umani del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti del 2010 ha rilevato che nella Repubblica Democratica del Congo “l’omosessualità è rimasta un tabù culturale e, mentre le molestie da parte delle forze di sicurezza statali sono continuate, non ci sono state segnalazioni durante l’anno in cui la polizia molestava i gay e le lesbiche o perpetrando o condonando la violenza contro di loro”
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Brave le forze dell' ordine Congolesi, invece di far rispettare l' ordine creano loro il disordine, ovviamente accuratamente minimizzato o insabbiato. Un applauso!!