Madame tra fragilità e ribellione: “L’arte è incensurabile”

Un concentrato di controversie, cantautorato e fragile irrequietezza.

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Chi è Madame? Nel 2018  un’adolescente vicentina che saltellava nella scena musicale con ‘Sciccherie‘,  brano che tra parole strascicate, metafore affilate e metrica quasi “dantesca”, apriva le porte ad un’impronta artistica che avremmo riconosciuto al volo negli anni successivi.

Nel 2023 è una ventunenne che torna a Sanremo 2023 portando con sé uno strascico di controversie – il green pass falsificato seguito da quelle scuse non così convincenti – ma appena sale sul palco fa chiudere un occhio anche al più bacchettone: perché nel marasma della cantilena sanremese, Madame – all’anagrafe Francesca – è il volto di una nuova generazione che non sbraita ballad strappalacrime ma si mangia le parole, inganna la struttura della canzone tradizionale, e costringe lo spettatore medio ad ascoltare la storia di una sex worker innamorata del proprio cliente.

Non sarà un caso che è anche una delle (ancora troppo poche) artiste apertamente queer su quel palco, una che sin dal 2021 – quando all’Ariston portava Voce, canzone dedicata ad un’altra donna – parla senza fronzoli della sua bisessualità, senza annunciarla col megafono né tantomeno renderla il focus della propria arte: semplicemente la vive e ne scrive, come ogni altro banale aspetto quotidiano.

Il più l’hanno sempre fatto i media e i giornalisti che ancora cadono dal pero nel vedere una ragazzina vivere la propria sessualità senza renderlo un affare di stato: “Quel che dicono su di me, non mi importa: ho scelto alcuni che mi definiscano, gli altri non mi interessano” rispondeva due anni fa.

Sempre oggi la vediamo in quel video musicale dove in canotta, calzini, e mutande gira intorno un’altra donna che non la vede: “La putt*na che ha ridato un senso ai giorni miei” canta in quel ritornello che riprende il titolo originale della canzone (“Putt*ana” appunto) successivamente addolcito in “Il bene nel male” per non sconvolgere nessun* più del dovuto.

Ma questa dolcezza è tutto fuorché accomodante: è un amore che “non riesce ad andare oltre il pregiudizio e far vincere i sentimenti”, un incontro fugace che cambia la vita di entrambi, una situazione scomoda che da una parte va archiviata e dall’altra spezza il cuore: il bene di un legame puro e intenso, nel male dei retaggi culturali e di quelle sovastrutture che rovinano sempre tutto.

 

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Eppure, come tante altre donne in gara, Madame non è arrivata nemmeno in top 5 – con troppo autotune e faccia tosta per rassicurare il grande pubblico.

Poco importa a lei, che nel frattempo, continua a coltivare i semi di una carriera che  – pur senza risparmiarsi qualche scivolone problematico – ha sempre meno voglia di scendere a compromessi, condividendo tutta la sua ribelle irrequietezza: “Lotterò sempre contro la censura in prima linea. Lasciare l’arte e la creatività in pace. L’arte è incensurabile” diceva giorni fa su Instagram, riguardo la censura dei libri di Roald Dahl “Per non mancare di rispetto a nessuno si manca di rispetto agli artisti, ma è una privazione della libertà creativa […] L’arte è l’unica forma di libertà reale e umana che conosco e riconosco, l’ho scelta per questo motivo come percorso di vita. Viva la libertà“.

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