St. Vincent e Grenadine è uno Stato insulare nel Sud dei Caraibi formata dall’isola principale, St. Vincent, e da una serie di isole più piccole, con poco più di 100.000 abitanti. L’isola di San Vincenzo fu così denominata da Cristoforo Colombo il 22 gennaio 1498, giorno in cui la scoprì e nel quale si celebra san Vincenzo di Saragozza. Monarchia parlamentare membro del Commonwealth inglese, con Re Carlo III sovrano, St. Vincent e Grenadine ha confermato l’illegalità del sesso gay nel proprio Stato.
L’Alta Corte del paese ha deciso di mantenere inalterate le proprie leggi arcaiche che criminalizzano le relazioni tra persone dello stesso sesso. Stiamo parlando delle sezioni 146 e 148 del codice penale del 1988. Con la prima si rischia una pena fino a dieci anni per rapporti anali, mentre con la seconda si rischia una pena di cinque anni per “atti osceni” con un’altra persona dello stesso sesso. Entrambe le sezioni erano state contestate da Kevin Vinc Johnson e Sean Macleish, nel 2019. I due uomini sono stati costretti a lasciare l’isola caraibica a causa della loro omosessualità. Ma l’Alta Corte ha respinto le loro richieste.
Nella sua sentenza, il giudice Esco Henry ha stabilito che le leggi di Saint Vincent e Grenadine sarebbero “ragionevolmente necessarie”, rappresentando il “mezzo meno drastico per raggiungere” l’obiettivo del paese di ridurre i casi di hiv . Peccato che solo l’anno scorso l’ONU abbia sottolineato come le leggi anti-LGBTQ+ abbiano maggiori probabilità di provocare un aumento dei casi di hiv. Secondo UNAids, i tassi di hiv sono cinque volte più alti nei Paesi che criminalizzano il sesso gay.
Amaro il commento di Cristian González Cabrera di Human Rights Watch: “Giorno triste per i diritti umani in SVG. La sentenza indebolisce lo stato di diritto per tutti in questo Paese”. “La criminalizzazione del sesso gay dà una tacita sanzione di Stato alla discriminazione e alla violenza che le persone LGBT sperimentano nella loro vita quotidiana, costringendo molti a guardare all’estero pur di vivere liberamente e realizzare i propri sogni”. Secondo un rapporto del 2023 di Human Rights Watch, le persone LGBTQ+ di Saint Vincent e Grenadine sono ancora soggette a violenza e discriminazione omofobica nella loro vita quotidiana, con aggressioni verbali, fisiche e molestie sul posto di lavoro, fino ad arrivare alla violenza sessuale.
Quasi tutti gli intervistati LGBTQ+ hanno riferito di aver vissuto almeno un episodio recente di “abuso fisico o verbale, minacce, violenza sessuale o molestie”, mentre tutti gli intervistati LGBTQ+ hanno affermato di “volere lasciare il Paese immediatamente o di aver immaginato il proprio futuro” all’estero a causa, in parte, della violenza e della discriminazione omofobica o transfobica nel Paese”.
I gruppi di difesa LGBTQ+ speravano che Saint Vincent e Grenadine potesse seguire le orme di altri Paesi caraibici che hanno depenalizzato il sesso gay negli ultimi dieci anni, ovvero Antigua e Barbuda, Barbados, Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago. Ma così non è stato. Secondo Human Rights Watch, almeno 67 Paesi in tutto il mondo criminalizzano ancora oggi il sesso gay tra adulti consenzienti.
Fonte: PinkNews
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