La tv italiana, i talk politici e l’obbigo di ‘contraddittorio’ quando si parla di diritti. Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, ha dato ‘consigli’ utili alle coppie omogenitoriali d’Italia, mai come in questo momento corteggiate dai programmi tv più disparati, per poi trovarsi il più delle volte in dibattiti osceni, volgari, stracolmi di disiformazione. Proprio per questo motivo Crocini ha voluto fare un punto della situazione, via social, rimarcando i pericoli che si corrono nell’accettare inviti da chi non ha realmente interesse a raccontare le famiglie arcobaleno d’Italia.
“Abbiamo delle regole ferree, su cui non si transige“, ha precisato Crocini. “Perché i media italiani, soprattutto le tv italiane, devono capire che noi non siamo carne da cannone, persone su cui poter fare audience e a cui poter calpestare la dignità delle proprie storie personali e delle proprie vite. Le televisioni ci chiamano perché in questo momento siamo la notizia. Domani la notizia sarà altro e si parlerà di quello. Non hanno nessun rispetto, nessun interesse, nessuna voglia di voler raccontare davvero le nostre storie. Tranne rarissimi casi“.
Crocini si è scagliata contro il famigerato “contraddittorio”, diventato punto fermo di qualunque trasmissione, faro di discriminazione e disinformazione.
“Voi sarete in uno studio tv o peggio ancora collegati da casa, e di fronte a voi, contro di voi, ci saranno persone esaltate, omofobi di professione, provita pagati per fare propaganda contro le famiglie omogenitoriali e la comunità lgbtqia+. Professionisti, al contrario vostro che siete delle famiglie, delle persone semplici che nella vita fanno altro e che vorrebbero solo i diritti di tutti gli altri cittadini. E invece vi troverete di fronte persone che ogni giorno stanno in tv, in parlamento, vengono pagate per insultarvi, per dirvi che i desideri non sono diritti, che tutti i bimbi hanno bisogno di mamma e papà, che il percorso che avete fatto è un abominio, che avete comprato i vostri figli. Avrete da una parte il professionista, preparato, abituato a stare in tv, che conosce le tecniche tv per fare propaganda, e dall’altra voi, che con la vostra ingenuità e la vostra buona fede andate a cuore aperto in tv perché vorreste raccontare le vostre storie che sono fatte di rispetto, amore e verità. Ma purtroppo è un equilibrio sbilanciato. Vi troverete in un’arena, sarete le prede e in torno a voi ci saranno leoni disposti a tutto“.
La presidente di Famiglie Arcobaleno ha chiesto alle coppie omogenitoriali d’Italia di “non fidarsi” della redattrice gentile, raccontando quanto accaduto negli ultimi giorni. Una coppia di soci è stata contattata su Instagram, con estrema gentilezza, per poi perdere la testa quando autori e redattori di questa trasmissione sono stati messi in contatto con l’ufficio stampa di Famiglie Arcobaleno.
“Andare senza rete di protezione in queste trasmissioni non è una buona idea“, ha consigliato Alessia Crocini. “So che lo fate in buona fede, ma so che nove su 10 si torna a casa con le ossa rotte. In tv si va per parlare di diritti, ci vanno attivisti e attiviste. Se hai un nome importante, sei rispettato. Se sei una persona comune non avranno pietà. Per noi ci deve essere sempre un attivista lgbtiqa+ di questioni omogenitoriali e non una qualunque che si occupa di altro, perché sono questioni molto tecniche. Il consiglio che posso darvi spassionato, se c’è il contraddittorio, se non vogliono dirvi chi sono gli altri ospiti, non andate in queste trasmissioni. Perché la vostra storia bellissima sarà devastata da commenti inappropriati e inopportuni. La nostra vita non è una questione di opinioni a favore e contrarie. Io vado in tv da attivista, da presidente di Famiglie Arcobaleno, ed è per questo che non mi invitano più, perché nove su dieci zittisco tutte e tutti loro. Ho zittito Pillon, Vespa, Borgonovo, Malan, e infatti non mi invitano più, perché serve la famigliola che racconta la propria storia bella, tenera, per poi far vomitare questi personaggi orribili. Non siamo agenzie di casting, non siamo carne da cannone, perché dall’altra parte non c’è la famiglia ultracattolica ma il professionista prolife, il professionista di Fratelli d’Italia. E perché dall’altra parte ci dovrebbe essere una storia personale? Dobbiamo avere lo stesso livello di interlocuzione. Purtroppo non va mai diversamente“.
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