Dopo la nota congiunta dei Sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari, che si sono dichiarati contro ogni forma di discriminazione e che hanno promesso di garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, chiedendo azioni comuni con i Sindaci di ogni orientamento politico e un incontro con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Famiglie Arcobaleno ha preso parola e ha chiesto un ulteriore ‘sforzo’ ai primi cittadini.
L’annunciata azione dei sindaci, sottolinea Famiglie Arcobaleno sembrerebbe ancora “insufficiente riguardo alla tutela e protezione concreta dei nostri figli e delle nostre figlie che non devono venire discriminati a causa dei loro genitori”. “Famiglie Arcobaleno porta avanti da tempo un’interlocuzione con i sindaci e le sindache di molte città italiane, prima di tutto per arrivare a formare atti di nascita con due mamme e per registrare atti di nascita esteri con due papà o due mamme; e politicamente per far fare pressione sul Parlamento e il governo per l’approvazione di una legge nazionale chiara sul riconoscimento dei figli e delle figlie alla nascita da parte di entrambi i genitori dello stesso sesso“.
La presenza dei sindaci alle manifestazioni già organizzate da Famiglie Arcobaleno e dalle altre associazioni LGBTQIA+ (da Milano a Roma) è stato un segnale importante, con i primi cittadini di Roma, Napoli, Firenze, Milano, Bologna, Bari e Torino che hanno ieri annunciato che trascriveranno solo gli atti di nascita formati all’estero di bambini e bambine con due mamme, chiedendo inoltre con urgenza una legge al Parlamento. Questo perché registrando gli atti di nascita con due papà, dicono loro, rischierebbero di essere immediatamente impugnati, con ulteriori odissee legali da dover sopportare.
Ed è qui che Famiglie Arcobaleno ribadisce la propria posizione, sempre molto chiara: “Il nostro obiettivo è dare pari diritti e pari dignità a tutti i figli e le figlie delle coppie dello stesso sesso, a prescindere da come sia formata la loro famiglia, da dove siano nati e da come siano stati messi al mondo. E continueremo a batterci per questo“. Ai sindaci d’Italia si chiede quindi vera “disobbedienza”, registrando tutti i figli delle coppie omogenitoriali e non solo quelli già previsti dalla circolare partita dal Viminale, ovvero i bimbi e le bimbe con due mamme.
Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno, ha ribadito.
“Accogliamo con favore la nuova fase politica e sociale che ci troviamo ad affrontare, mai prima d’ora è stata chiara la posizione a favore delle nostre famiglie da parte della politica di centro sinistra, di qualche rappresentante del centro destra ma soprattutto dell’opinione pubblica. Molti sindaci e sindache in questi anni hanno colmato il vuoto normativo mettendo al sicuro i cittadini e le cittadine più piccol* e indifes*. Continueremo a essere al loro fianco in questa battaglia di civiltà che riguarda i diritti dei bambini e delle bambine, e chiediamo loro di continuare a formare e registrare atti senza fare distinzioni tra chi ha due papà o due mamme e tra chi è nat* in Italia o all’estero. Questa è una fase storica, riceviamo ogni giorno manifestazioni di solidarietà da parte della società civile e prese di posizioni della società scientifica, l’ultima è quella della Società Italiana di Antropologia Culturale. I sondaggi sono tutti a nostro favore, questo è un punto di non ritorno nella storia dei diritti delle famiglie omogenitoriali, come Famiglie Arcobaleno raccogliamo i frutti di 18 anni di lavoro instancabile per abbattere i pregiudizi e oggi possiamo dire che abbiamo vinto. La gente comune è dalla nostra parte, il prossimo passo è la presa di responsabilità del Parlamento che non può più rimandare l’approvazione di una legge che dia ai nostri figli e figlie gli stessi diritti di tutti gli altri bambin*.”
Il 12 maggio a Torino ci dovrebbe essere una grande manifestazione nazionale con centinaia di sindaci in arrivo da tutta Italia, per chiedere al Governo una legge che ponga fine alla discriminazione di questi bambini. Ma nell’attesa, sottolinea oggi Famiglie Arcobaleno, non si può continuare a discriminare, con bambini di serie A e bambini di serie B persino all’interno delle coppie omogenitoriali.
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