In contrasto con gli episodi di violenza perpetrati ai danni della comunità LGBTQIA+ americana, e per mettere il diritto al matrimonio per le persone omosessuali a riparo da ipotesi di nuove sentenze (come accaduto per l’aborto > qui avevamo spiegato bene il timore made in USA > ), il presidente Joe Biden ha firmato proprio ieri una nuova legge sul matrimonio omosessuale e su quello interraziale, che lo tutela in caso di eventuali attacchi da parte dei governi federali.
Biden ha colto l’occasione per ricordare i passi avanti fatti nell’accettare e celebrare unioni che fino a pochi decenni fa sarebbero state non solo osteggiate, ma anche proibite dalla legge. Il “Respect of Marriage Act” è stato firmato davanti a un variegato pubblico di spettatori al South Lawn.
Un evento formale, ma che per molti assume un significato più profondo in un periodo di incertezza.
“Il matrimonio è una semplice domanda. Chi ami? Ti impegni ad essere fedele alla persona che ami?” ha dichiarato il presidente. “Non dovrebbe essere complicato”.
Biden ha poi aggiunto – durante la firma del decreto – che “tutti dovrebbero avere il diritto di rispondere a queste domande in maniera autonoma, senza nessuna interferenza da parte del governo”, e che le tutele derivanti dal matrimonio non dovrebbero essere in pericolo in nessun caso.
“Per la maggior parte della nostra esistenza come paese, abbiamo impedito i matrimoni tra persone dello stesso sesso e tra persone di etnie diverse. Un atteggiamento che ha negato loro parità di diritti e dignità. Oggi, il Respect of Marriage Act chiede a tutti gli stati di riconoscere queste unioni come legali e rispettabili”.
La nuova legge va di fatto ad abrogare automaticamente il Defense of Marriege Act, ovvero la legge che definisce il matrimonio esclusivamente come l’unione tra uomo e donna. Impone che tutti gli stati onorino la validità dei matrimoni svoltisi fuori dal proprio territorio, includendo I matrimoni dello stesso sesso e le unioni interraziali.
Lady Gaga’s “Born This Way” immediately starts bumping after President Biden signs the Respect for Marriage Act into law. pic.twitter.com/WHPd3THw5r
— The Recount (@therecount) December 13, 2022
Joe Biden: da Democratico di vecchio stampo a progressista
Da senatore, Biden aveva votato a favore del Defense of Marriage Act nel 1996. E la legge firmata ieri dipinge le linee di un politico capace di riflettere sulle proprie decisioni e ammettere i propri bias.
L’evento di ieri ha segnato infatti un grande traguardo nella trasformazione politica dell’america. Da Democratico di vecchio stampo, Biden si rivela oggi un presidente non senza difetti, ma che negli ultimi 10 anni ha saputo tornare dignitosamente sui propri passi.
Un cambiamento che vede protagonisti anche alcuni deputati e senatori Repubblicani – 51 per l’esattezza – schieratisi a favore della legge insieme ai colleghi democratici.
Qualcosa di impensabile per Washington fino a non molto tempo fa, ma che riflette anche l’opinione pubblica: il 68% degli americani si dichiara infatti a favore del matrimonio omosessuale, 14 punti in più rispetto al 2014.
Un sentimento progressista che ha alzato ancora di più la voce dopo l’abrogazione del Roe v. Wade da parte della Suprema Corte, una legge su cui sono state gettate le fondamenta per tantissime battaglie sociali intraprese con successo fin’oggi.
Tra gli invitati all’evento di ieri, diversi esponenti dell’attivismo LGBTQIA+ americano. Judy Karsen-Windsor, vedova di Edie Windsor, strenuo difensore dei diritti LGBTQIA+. Matthew Haynes, gestore di Club Q, il gay bar vittima di una sparatoria mortale solo poche settimane fa. Nonchè diversi testimoni coinvolti nel processo culminato nell’approvazione della legge sui matrimoni omosessuali, la storica sentenza Obergefell vs. Hodges nel 2015 alla Corte Suprema.
Il Respect of Marriage Act si configura come un passaggio necessario e strategico in un periodo di riascesa dell’estrema destra in quasi tutti gli stati – e anche all’estero: le elezioni del 2024 sembrano lontane, ma il periodo storico chiede a coloro che oggi possono ancora intervenire di farlo in maniera tempestiva e determinante.
Gli attacchi continui e deliberati alla comunità LGBTQIA+ americana dipingono un periodo storico complesso e preoccupante, con gruppi terroristici suprematisti che oggi si dimostrano sempre più organizzati e numerosi. La tutela istituzionale e la vicinanza della classe politica alle le minoranze risulta ancora più necessaria.
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