Gli “Sbagli” di Blanco, scagliate la prima pietra

A Riccardo Fabbriconi non piace il glamour, ma si fa coprire d'oro dai brand. Preferisce i boschi bui, ma si tuffa sotto i riflettori. Prevedibile e insieme sfuggente.

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Gli "Sbagli" di Blanco, scagliate la prima pietra - blancogayit - Gay.it
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Questo è un articolo clickbait? Ai lettori il compito di scoprirlo. Qui si parla di sbagli, mutande, nudità e glamour. E di Blanco. E così inizia la mia collaborazione con Gay.it

Iniziamo.

 

Gli sbagli di Blanco

È come se tutto questo successo lo disturbasse. È come se, appena dopo un party glamour, avesse bisogno di fuggire nudo in una foresta, tra rovi, sottoboschi umidi, silenzio, buio e magari l’ululato di qualche lupo. Così è Blanco. Orgoglioso dei suoi sbagli. Innamorato dei propri errori. Che lo tormentano e insieme lo illuminano.

Attenzione: il Blanchito ammette candidamente di essere onorato di tanto successo. Blanco non disdegna i bagni di folla, non si tira indietro davanti alle palpate senza ritegno, ha di recente abbozzato quando una ragazza gli ha sottoposto il tormentone TikTok “mettimi la lingua in bocca” (vero? finto? In ogni caso Blanchito ha risposto con smorfia perplessa). Si è tuffato senza ritegno alle feste glamour della fashion week. Nelle quali, volendo, ci sguazza. Ma poi, già dopo qualche minuto, subito vuole fuggire. Scappare. Nel bosco, lontano, da solo.

Riccardo Fabbriconi in arte Blanco è questo. 20 anni inafferrabili, canzoni già scolpite nella memoria di un’intera generazione (anzi: di varie generazioni, secondo i dati delle piattaforme di streaming Blanco è ascoltato da giovanissi, giovani, adulti e anziani).

 

Blanco capriccioso, Blanco genio

Qualcuno dice: Blanco è capriccioso. Qualcun altro corregge: è un vero punk. C’è poi chi dice: è viziato, il successo gli ha dato alla testa. Altri: così sono i giovani geni.

Come la storia dei calci alle rose di Sanremo. Nessuno saprà mai la verità: l’ha fatto a posta, era tutto uno show preparato. Altri: “ha perso la pazienza”; “poverino, l’auricolare era andato fuori uso”; “non voleva interrompere la performance”;”la sua band stava non-suonando in playback” (e a Blanco non piace far fare figure di m. a Michelangelo).

In definitiva: non lo sapremo mai, sebbene ci sarà un tribunale ad approfondire. Rischia fino a cinque anni: con i tempi della giustizia italiana gli cadranno i capelli molto prima. E ora la procura di Imperia vuole sapere dalla Rai se si trattasse di messinscena, o cosa. E invece: meglio non sapere. Si resta sempre delusi a conoscere il non-sense celato dalle ombrose intenzioni dello spirito punk. Ai punk va lasciata l’indissolubile volubilità di scelte non ideologiche. In sintesi: smettetela di dare significati universali a Blanco. Egli è ora.

Sulla moda, la stessa cosa. Blanco per Valentino (a Sanremo 2022, il ritratto di una generazione), Blanco per Calvin Klein, Blanco per Enterprise Japan (marchio streetstyle di nicchia), Blanco per Adidas, Blanco per Dolce e Gabbana. C’è stato anche il momento di Blanco in reggiseno: quello di una fan.

Insomma: soldi a palate, sponsorizzazioni, inviti a sfilate, feste, eventi. Esposizioni stellari (l’ultima: a Milano alla festa di Stefano Gabbana e Domenico Dolce insieme a Kim Kardashian). Ma poi: anche basta. Blanco pieno. Troppa luce, a Blanco piace il buio. Ecco, giusto qualche spot ogni tanto. Il tempo di sferrare un sorriso da jocker, e poi via, scappare. Nel buio, tra i rovi, negli scantinati di una poetica mainstream che, non si sa perché, rapisce il cuore di tuttə. O quasi: sui canali Facebook, Instagram e Twitter di Gay.it c’è pure qualche coraggiosə che dice: a me Blanco fa vomitare. Ma se vai a guardare, sono lə stessə che hanno parlato male di qualsiasi altra cosa: branchi di iene da tastiera all’assalto del corpo di Blanco.

 

Blanco non vuole vestire glamour

Dicono le voci milanesi, dicono gli stylist, dicono certi giornalisti di moda e dicono gli ambienti della discografia meneghina che a un certo punto Blanco, di questi vestiti iper-glamour, non ne può più. O meglio: gli piace fare una mezza performance con questi “abiti creativi che non capisco però mi piacciono” (cit.), ma dopo due minuti vorrebbe letteralmente bruciarli. “Dategli una felpa” disse tempo fa un famoso direttore creativo, un po’ arrabbiato, un po’ intenerito dalle bizze del ragazzino. Che aveva coperto di molti soldi, pur di vestirlo.

È che Blanco vorrebbe indossare solo un jeans e una maglietta. Lo scugnizzo della bresciana. Se potesse, Riccardo saltellerebbe ovunque in mutande. Una volta si è fatto pure pagare, per andarsene in giro per Manhattan  in mutande. Ah, le mutande di Blanco:, giusto perché nudo non si può. Perché in verità Riccardo Fabbriconi in arte Blanco preferirebbe andare in giro nudo. Non per esibizionismo, o forse sì. Di recente lo si vede spesso in palestra, una di quelle palestre piene di vip tra Milano e Brescia: accesso negato ai chiunque. Irrisolvibili privilegi di un punk che non ci sta capendo molto e contraddice ogni professione di umiltà: come dargli torto?

Qualcuno ha sussurrato che – soprattutto! – Blanco non ha amato il modo di fare di certi stilisti. Stilisti che a suon di soldi, hanno pensato di poter comprare non solo il fatto ch’egli vestisse i di loro vestiti (e vabbè), quanto la sua immagine, la sua presenza artistica, il suo carisma. E quindi è fuggito. Ha dato forfait in men che non si dica a piccoli appuntamenti di mercificazione e vestiario, manichino tatuato all’occorrenza burattino, ma proprio come Pinocchio: “No, non mi conosci” dice Blanco in “Lucciole”.

E un’altra, sempre una voce, piuttosto affidabile: “Blanco si è scocciato di certi vestiti sempre fluidi e vorrebbe vestire tradizionale”. Ma poi, sarà vero? Ma poi, è importante? E quel corsetto stretto in vita con camicia a sbuffo che indossava quando ha preso a calci le rose? Vallo a sapere. “Una genialata di Domenico Dolce” s’è detto. E quella foto, plastica, di calci alle rose con corsetto che stringe sulla camicia ampia che sbuffa: un principe tamarro del 2023.

blanco rose calci dolce e gabbana
Blanco prende a calci le rose meravigliosamente avvolto in Dolce e Gabbana

Rumors, pettegolezzi, voci, tutto fa brodo e tutto gonfia l’hype di un personaggio a tratti prevedibile, a tratti sfuggente. Borderline più di quanto vogliano far credere i malpensanti che vedono furberia ovunque. Ma anche molto più furbo di quanto vorrebbe far credere egli stesso. Non siamo sicure che ci stia realmente capendo qualcosa.

Da Los Angeles tutto ok. Il disco – di nuove evolute sonorità blanchesche e michelangiolesche – è praticamente pronto. E tra qualche giorno (14 Aprile) uscirà “Un briciolo di allegria”, la canzone con Mina. Olimpico e San Siro esauriti. E il 2023 inevitabilmente, nuovamente, segnato dalle canzoni del nuovo album di Blanco. In uscita anch’esso il 14 Aprile? Titolo: “Sbagli”. Scagliate la prima pietra.

 

Mandalina Di Biase

 

 

 

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