Quel che si temeva è diventato realtà. La Corte d’appello del tribunale di Krasnogorsk ha confermato la condanna a nove anni di reclusione per Brittney Griner, cestista americana riconosciuta colpevole di possesso di stupefacenti. L’olimpionica Griner, lesbica dichiarata, era stata arrestata lo scorso febbraio in aeroporto perché in possesso di olio di cannabis.
Secondo il tribunale russo i 9 anni di carcere sarebbero una “condanna equa” visto il reato commesso, tanto dall’aver confermato la contestatissima sentenza in appello. Griner, che negli ultimi 8 mesi non ha mai potuto parlare al telefono con i propri genitori ed è riuscita a comunicare con sua moglie solo in due occasioni, inizierà a breve a scontare la condanna in un istituto di pena. Ogni giorno passato fino ad oggi in carcere sarà conteggiato come un giorno e mezzo di pena. Un anno è stato quindi già archiviato. Ne mancherebbero altri otto. Alexander Boykov, suo avvocato, ha tuonato contro la sentenza, sottolineando come “nessun giudice potrà dirà in tutta onestà che la condanna a nove anni sia in linea con il diritto penale russo”.
Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale Usa alla Casa Bianca, ha prontamente reagito, parlando apertamente di processo truffa: “Siamo a conoscenza delle notizie provenienti dalla Russia che Brittney Griner continuerà ad essere ingiustamente detenuta sotto circostanze intollerabili dopo un altro processo farsa”.
Gli States, ha precisato Sullivan, hanno “continuato ad impegnare la Russia attraverso ogni canale disponibile e a fare ogni sforzo per portare a casa Brittney Griner, come pure per sostenere altri americani detenuti in Russia, compreso il nostro concittadino ingiustamente detenuto Paul Whelan”. Sullivan ha ricordato come Joe Biden abbia “dimostrato che vuole fare il massimo e prendere decisioni difficili per riportare a casa gli americani, come la sua amministrazione ha fatto con successo da altri Paesi nel mondo“.
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