Assediato dalla stampa, dall’interno del suo stesso partito e con i sondaggi in calo a pochi giorni dalle elezioni amministrative, Matteo Salvini è passato al contrattacco. Dopo aver difeso con le unghie e con i denti Luca Morisi, ex capo della ‘Bestia’ social leghista finito nel tritacarne mediatico per un festino a base di droga e sesso con escort avvenuto alla vigilia di ferragosto, l’ex ministro dell’interno ha attaccato i giornali, a suo dire voyeuristi nei confronti della vicenda Morisi.
“Oggi ho scoperto che un leghista non può essere omosessuale, vedo tanta omofobia a sinistra”, ha detto il leader leghista a margine della conferenza stampa conclusiva del candidato di centrodestra al comune di Milano. “Qualcuno fa politica facendo il guardone, spiando dal buco della serratura”, ha continuato Salvini, certo comunque che gli “italiani sono molto più intelligenti, liberi e svegli di quanto non li facciano i giornalisti”. “Vorrei sapere cosa ne pensa il signor Zan di alcuni giornali che si occupano di guardonismo domestico anziché occuparsi dei problemi del Paese”, ha concluso Salvini.
Parole che hanno suscitato le immancabili reazioni, vedi Alessandro Zan. Tra le più ‘cliccate’ quella di Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia che sui social ha sottolineato come effettivamente l’omosessualità in Italia non sia un reato, tanto per i leghisti quanto per chiunque altro.
“L’omosessualità è però un reato in 80 Paesi in tutto il mondo“, ha proseguito Vendola. “E a casa degli amici di Salvini, nell’Ungheria di Orban (con cui la destra italiana ha condiviso la carta dei valori) o nella Russia di Putin, gli omosessuali sono pesantemente discriminati e quotidianamente minacciati. Spero che la dolorosa vicenda personale di Luca Morisi apra la strada per una riflessione anche nella Lega, su quanto male possa fare una certa retorica omofoba e intollerante“, ha concluso l’ex presidente di Sinistra Ecologia Libertà.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.