Quasi 600.000 follower su TikTok e quasi 190.000 su Instagram, Charlie Moon, 25enne persona non binaria, ha denunciato sui social quanto avvenuto lo scorso weekend, su un vagone della metropolitana di Milano.
In compagnia di sua sorella, della sua fidanzata e del coinquilino, Charlie è stat* verbalmente aggredit* da uno sconosciuto, che si è semplicemente intromesso in un discorso tutto incentrato sulla fecondazione assistita. “Vi fa schifo il metodo tradizionale?”, ha commentato l’uomo ad alta voce, dando così il via ad una discussione che ha presto preso la strada dell’omotransfobia.
“Fare le cose alla vecchia maniera no?“, ha attaccato lo sconosciuto. “Il problema è vostro, il futuro è vostro ragazze. Contribuirete alla diminuzione della popolazione su questa Terra. Per il futuro dell’umanità ho dubbi che non cambi qualcosa. Chissà quale lavaggio del cervello vi hanno fatto in certi ambienti. Parli con uno che è battezzato con comunione e cresima, sposato con rito tradizionale, famiglia tradizionale, padre, madre e figli. La mia domanda era semplice, ma pensare alla vecchia maniera, no?”.
Ciò che sbalordisce, vedendo il video, è la totale indifferenza delle altre persone presenti nel vagone, con Charlie lasciat* da sol* a dover replicare allo sconosciuto omotransfobico. “Nessuno è intervenuto. Qualcuno rideva, altri facevano video, ma nessuno è intervenuto. Neanche un gruppo queer che era lì vicino a noi”, ha confessato Charlie a OpenOnLine. “Un paio di mesi fa mi era già successo. Er* appena uscit* dalla palestra, stavo aspettando di passare al semaforo e alcuni ragazzi in macchina hanno iniziato a urlarmi “Sei una lesbica!” e una serie di altri insulti finché non è partito il verde e sono andati via. Non mi sento sicur* di camminare sol* in strada. Anche nelle situazioni più normali, come essere in metro con dei miei amici, sono vulnerabile e in pericolo perché so che qualcuno può intervenire e aggredirmi. Mi viene detto spesso che le aggressioni omofobe non ci sono più, che non c’è bisogno di una legge che tuteli dall’omofobia, e che siamo liberi di dire quello che vogliamo. Ma non è così. Le aggressioni di stampo omofobo esistono ancora. Nel mio caso è stata verbale, ma ogni giorno ce ne sono anche di fisiche, e molti hanno timore di denunciare o raccontare pubblicamente quanto subito”.
“Ci sono tante altre cose che ha detto e che non sono state riprese, tipo che noi abbiamo un disagio, mettendo in mezzo anche i nostri genitori“, ha precisato Charlie nel video-denuncia visto da mezzo milione di persone solo su TikTok. “Questo video è stato fatto soprattutto per proteggerci e per denuncia, perché è giusto che si sappia che le aggressioni omofobe verbali e non, ci sono ancora. Anche se noi ci stavamo facendo i fatti nostri questa persona si è sentito in dovere e in diritto di intromettersi nella conversazione e attaccarmi“.
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