Nella giornata di ieri l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha dibattuto sulla lotta contro la recrudescenza dell’odio nei confronti delle persone LGBTI nel Vecchio Continente e le presunte violazioni dei diritti LGBTI nel Caucaso meridionale. 48 i voti a favore della risoluzione con sei contrari, per adottare il rapporto intitolato “Combattere l’odio crescente contro le persone LGBTI in Europa“.
Il rapporto ha preso di mira un blocco di Paesi che negli anni ha lanciato “attacchi virulenti” contro i cittadini LGBT+. I sei Paesi sono Ungheria, Polonia, Russia, Turchia e Regno Unito. Ed è proprio la presenza del Regno Unito a sorprendere. “L’odio crescente a cui assistiamo oggi non è semplicemente un’espressione di pregiudizio individuale“, sottolinea la risoluzione. “Ma il risultato di specifichi e spesso ben organizzati attacchi ai diritti umani delle persone LGBTI in tutto il continente europeo da parte di movimenti altamente conservatori. L’Assemblea condanna le narrazioni altamente pregiudizievoli nei confronti delle persone trans*, che riducono la lotta per l’uguaglianza delle persone LGBTI a ciò che questi movimenti definiscono deliberatamente ed erroneamente come ‘ideologia di genere’ o ‘ideologia LGBTI‘”.
Le voci transfobiche sono una “sfida diretta alla democrazia”, ha ribadito l’assemblea, che ha invitato gli Stati membri a non emanare leggi contrarie ai diritti delle persone LGBTI e ad abrogare quelle già in vigore, comprese quelle “contro la propaganda LGBTI”. Ha poi esortato le autorità russe a raddoppiare gli sforzi per perseguire gli autori di violazioni dei diritti umani commesse contro le persone LGBTI nella Repubblica Cecena. L’Assemblea ha inoltre invitato gli Stati interessati ad attuare senza indugio le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in cui erano state riscontrate violazioni dei diritti delle persone LGBTI. Secondo il testo adottato, gli Stati dovrebbero anche rafforzare il proprio quadro legislativo contro i crimini omotransfobici e introdurre misure di diritto penale efficaci. A qualcuno in Italia saranno fischiate le orecchie.
L’APCE ha infine sottolineato come siano necessari cambiamenti nella comprensione sociale e culturale dell’uguaglianza di genere, della mascolinità tossica e dei diritti delle persone LGBTI. Ha pertanto invitato gli Stati a condurre campagne di sensibilizzazione pubblica e a creare una rete parlamentare ad hoc per facilitare la cooperazione tra i parlamenti nazionali su questo tema.
L’Assemblea ha poi espresso preoccupazione per la situazione delle persone LGBTI in Armenia, Azerbaigian e Georgia, rilevando che “molte violazioni dei diritti umani di queste persone sono state denunciate o confermate“. Tali paesi dovrebbero adottare una legislazione e “politiche efficaci per rafforzare l’azione contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione di genere e le caratteristiche sessuali“. Pur accogliendo con favore i progressi compiuti dalla Georgia nella lotta alla discriminazione, nonché le opportunità presentatesi con l’attuale processo di transizione democratica in Armenia, i parlamentari hanno invitato Yerevan, Baku e Tbilisi “a garantire il diritto di organizzare eventi pubblici a sostegno dei diritti delle persone LGBTI” come i Pride, assicurando il loro svolgimento in sicurezza e proteggendo “i partecipanti da qualsiasi violenza”. La risoluzione adottata, sulla base del rapporto preparato da Christophe Lacroix (Belgio, SOC), ha chiesto l’adozione di codici di condotta per i media e i membri del parlamento che “proibiscano i commenti stigmatizzanti e discriminatori e l’incitamento all’odio nei confronti delle persone LGBTI”.
Due delegati del Regno Unito, Lord David Blencathra e John Howell, hanno votato contro la relazione. La laburista Tonia Antoniazzi si è astenuta. Un rapporto della Commissione Europea ha collocato il riconoscimento legale delle persone trans* nel Regno Unito tra i peggiori in Europa.
Lo stesso vale per l’indice di uguaglianza ILGA-Europe, un tempo fiore all’occhiello del Paese. L’anno scorso il Regno Unito è sceso al decimo posto. “I significativi progressi compiuti negli ultimi anni sono oggi minacciati”, ha concluso il Consiglio d’Europa in merito ai diritti delle persone LGBT+ in tutto il continente. “È fondamentale reagire rapidamente per prevenire ulteriori ricadute e lavorare attivamente per promuovere il pieno rispetto dei diritti delle persone LGBTI”. Già a fine 2021 Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, aveva parlato di “minacce alla parità dei diritti LGBT”.
“Il Consiglio d’Europa è parte fondamentale dello sforzo collettivo per fare fronte alle sfide globali. Esso rappresenta l’emblema continentale della tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali e l’espressione di una vocazione multilaterale nella quale l’Italia si riconosce pienamente. Anzi ne è un avamposto“, ha sottolineato il Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Benedetto Della Vedova, rivolgendosi all’Assemblea parlamentare (APCE).
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