Ormai le rivoluzioni nella moda sono all’ordine del giorno, anche se il più delle volte non si tratta di vere e proprie rivoluzioni. Bisogna tuttavia ammettere che la scelta di Kim Jones di portare lo spirito di libertà americano, l’energia ribelle della cultura giovanile e il talento degli inglesi per la moda sulla passerella maschile di Dior a Kensington Olympia, nella zona ovest di Londra un giovedì sera, un po’ il sapore della rivoluzione ce l’ha.
In effetti è dal 2003 che Jones non tornava nel suo paese d’origine, ma questa volta torna quasi vendicativo, presentando un’eclettica collezione pre-fall, ricca di colore e ottimismo, prendendo spunto dagli archivi Dior, dall’America degli anni ’50, dalle copertine dei libri vintage di Jack Kerouac e dai creativi della controcultura della Beat Generation, ma anche – diciamolo – da Alessandro Michele, e per dirla tutta anche da Dries Van Noten degli ultimi ’90.
Ma partiamo dall’inizio. Quando le luci si sono accese, la pergamena, coperta dalle parole dattiloscritte di Kerouac, si è spiegata sulla pista e insieme è partita la voce registrata di Robert Pattinson che recita versi dalle opere di Kerouac. Sebbene Jones possa essere stato ispirato da Kerouac e dalla Beat Generation, è sembrato felice di essere tornato sul territorio britannico, con l’idea di creare il tipo di vestiti “che potresti trovare in una valigia” e indossarli con nonchalance, mentre sei in viaggio.
Gli scrittori Beat e i loro viaggi nella Rive Gauche di Parigi negli anni ’50 pare siano stati il suo principale punto di riferimento. “Si stavano svegliando con i postumi di una sbornia e tutto quel genere di cose. Quindi stavamo pensando a questa idea di vivere fuori da una valigia e semplicemente tirare fuori le cose, mescolando cose che non corrispondono davvero“, ha dichiarato Jones.
Lo stilista ha abbinato giacche sartoriali formali a pantaloncini in nylon tecnico aggiungendo una buona dose di denim e pelle vintage che ricorda il grande viaggio sulle strade americane di Kerouac negli anni ’40. A spiccare su tutto però sono le giacche di pelle dipinte a mano e trench indossati come zaini e poi foularddisetaanni’60. E poi ancoratweedtradizionali e maglieria Fair Isle dagli archivi si sono fatti strada nella collezione e Jones ha dato loro un tocco moderno e sportivo attraverso silhouette rilassate e fotografie astratte tratte dalle copertine dei libri della prima edizione di Kerouac.
Il New Look di Christian Dior è stato un altro momento determinante nella cultura giovanile per Jones, e anche se Dior non ha mai incrociato la strada con i Beats, il loro reciproco talento per la violazione delle regole – e tutti i modi in cui hanno rivoluzionato le rispettive comunità – ha contribuito a portare la narrazione dello show.
Sehun è il global ambassador di Dior man
I tempi sono cambiati radicalmente, ma secondo Jones, i ragazzi che definiscono la cultura giovanile di oggi sono ancora affamati di narrazione, moda ribelle e carta stampata, forse per questo ha annunciato che il cantante Sehun, new idol di una grandissima fetta della Gen Z, come Global Ambassador di Dior Uomo.
Nello specifico, sul comunicato era sottolineata la presenza di Sehun alla sfilata insieme a una serie di titoli “Cantante, attore e Dior Global Ambassador Oh Sehun”. Ora, credo non ci sia bisogno di commentare questa news, perché i più attenti sanno che il cantante veste Dior dal 2019, è stato costantemente promosso dal marchio ed è stato quasi naturale diventare il volto di Dior Men nel 2020, ma è di ieri la notizia che Sehun è stato ufficialmente annunciato come ambasciatore globale della casa di moda di lusso francese.
Con questa sfilata Kim Jones vuole mostrare cosa c’è dietro una collezione, come ha fatto con il suo debutto da Fendi, dove c’era una mostra della sua vecchia collezione di rare copie delle opere di Virginia Woolf. Secondo il designer molti ragazzi si stanno stancando del digitale e vogliono vedere le cose nella vita reale, vogliono vedere qual è la pagina successiva, non solo ciò che cercano su Google.
In un mondo in cui le valute digitali e il metaverso stanno rapidamente guadagnando terreno, si spera che Jones abbia ragione. Ma anche se i ragazzi non fanno il possibile per leggere i riferimenti letterari della collezione, una cosa è certa: si metteranno tutti in fila davanti ai nei negozi Dior per acquistare gli accessori ispirati a Kerouac, dai berretti con paillettes alle custodie per iPhone con monogramma progettati per assomigliare ai classici portalibri e la nuova versione della borsa Saddle, adornata con cordoni di arrampicata – che sicuramente diventerà l’ennesima testimonianza della capacità di Jones di far emergere un successone dopo l’altro.
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