Un’altra aggressione ai danni di una coppia omosessuale: due ragazzi sono stati aggrediti lo scorso sabato notte – attorno alle 2 di mattina – tornando a casa dopo una serata in discoteca a Dronero. La notizia è arrivata da un post su Instagram, che ha documentato l’episodio.
I due ragazzi sarebbero stati fermati da un gruppo di uomini a bordo di una vettura all’uscita del locale. Da lì, le prime offese omofobe: “Fr*ci di merda! Ricch*oni!” avrebbero gridato gli aggressori, provocando la reazione di uno dei due che, pacatamente, avrebbe risposto: “Siamo nel 2022. Quest’offesa non è più in voga”.
Frase che non è andata a giù al gruppo di aggressori, che sarebbero poi passati alla violenza fisica – fortunatamente senza conseguenze troppo gravi per le vittime, che avrebbero comunque subito danni e contusioni.
Le testimonianze dell’aggressione
La dinamica dell’episodio è stata descritta nei dettagli da una delle vittime, che ha preferito rimanere anonima.
“Abbiamo chiamato la Polizia mentre eravamo lì, perché c’erano anche altre persone con noi, che hanno provato a fermare l’aggressione. Ma ci hanno minacciato, dicendoci che sarebbe finita molto male. Abbiamo avuto paura, non scherzavano. Poi se ne sono andati. Mentre andavamo verso casa, abbiamo chiamato i carabinieri, che ci hanno detto di andare in Pronto Soccorso e di sporgere denuncia, che sarebbe stata comunque contro ignoti. Non abbiamo pensato, infatti, di prendere il numero di targa. Alla fine siamo andati a casa, volevamo solo sentirci al sicuro, eravamo in stato di choc“.
Sul post Instagram condiviso da uno dei testimoni, che ha tentato di fermare l’aggressione, invece si legge incredulità.
“Sembrano sempre cose tanto distanti da noi e poi succedono fuori dalle nostre discoteche. Spero che ognuno di noi condanni SEMPRE queste cose. Scrivo questo perché è giusto diffondere notizie di tale genere. Bisogna sensibilizzare le persone, non possiamo continuare a fare finta di nulla. Perché non vi prendete a cazzotti voi per vedere chi è più ignorante. Fate schifo!“.
L’omofobia in Italia: è importante denunciare per fermare il fenomeno
Gli episodi di omofobia sono ormai all’ordine del giorno, e ancora tra i più giovani: l’incidenza maggiore risulta infatti nelle scuole, alle fermate degli autobus e comunque in contesti dove l’età media è sotto i 35 anni. Episodi che spesso sfociano in vere e proprie aggressioni fisiche.
A confermarlo è anche la presidentessa di Arcigay Cuneo, sul territorio dove è avvenuto il fatto. Per fortuna, spesso le violenze si fermano a insulti e ingiurie verbali, anche se non è raro assistere ad aggressioni vere e proprie e agguati da parte del branco.
“Non sapevo di quanto accaduto sabato scorso a Dronero. Pur capendo lo stato di agitazione di questa coppia, sarebbe stato meglio se fossero andati in Pronto Soccorso, per avere una traccia di quanto accaduto“.
Il Piemonte risulta l’unica regione italiana ad aver attivato uno sportello antidiscriminazioni, a cui è possibile rivolgersi in maniera totalmente anonima. Le denunce sono infatti fondamentali non solo per conoscere la vera entità del fenomeno, ma anche per individuare e fermare chi si macchia di questi crimini.
Purtroppo però sono ancora troppo pochi coloro che scelgono di denunciare: tra chi crede che la segnalazione non porti da nessuna parte, e chi ha troppa paura per rischiare, è impossibile conoscere i numeri reali di aggressioni a danni della comunità LGBTQIA+.
Proprio nell’anniversario dell’affossamento del DDL Zan, è importante evidenziare come una legge ad hoc potrebbe aiutare a contrastare fenomeni come le aggressioni, l’hate speech e la segregazione dei membri della comunità LGBTQIA+.
L’Italia si trova infatti a un desolante 33° posto nella classifica Rainbow di ILGA Europe. Secondo i dati raccolti da Gay Helpline, la linea di supporto alle vittime di omofobia riscontra oltre 50 contatti al giorno, oltre 20.000 ogni anno.
Il 60% delle vittime ha tra i 13 e 27 anni, e per molti le discriminazioni avvengono anche tra le mura domestiche. Un dato sicuramente allarmante, perché è secondo le evidenze scientifiche qualsiasi forma di bullismo continuativa subita durante l’età dello sviluppo può portare a conseguenze gravissime e a lungo termine sulla salute mentale delle vittime.
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