In commissione giustizia al Senato proseguono le surreali audizioni sul DDL Zan approvate dal presidente leghista Andrea Ostellari, auto-proclamatosi relatore del disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.
Audizioni marchiate dalle fake news contro il DDL, come denunciato dal senatore Pd Franco Mirabelli. “Abbiamo ascoltato 5 “esperti”, tutti rigorosamente contro il disegno di legge“, ha precisato il capogruppo del partito democratico al senato. “Legittimo, anche se le scelte operate dal presidente tradiscono la sua palese volontà di contrastare il ddl approvato alla Camera. Meno accettabile è la dichiarazione dell’avvocato che a un certo punto prende atto della unanimità dei 5 auditi per proporre loro in piena audizione di organizzarsi politicamente per contrastare l’approvazione della legge e l’imperante cultura prodotta dalla lobby Lgbt. Ancora più imbarazzanti ho trovato le affermazioni di chi ha segnalato come l’omosessualità sia di ostacolo allo sviluppo sostenibile e alla transizione ecologica visto che non possono fare figli. Oltre a ciò sarebbe meglio se i “diversi” nascondessero la propria sessualità senza la necessità di esibirla e chiedere diritti che non gli spettano. D’altra parte anche il vicedirettore della Verità aveva sottolineato il peso della lobby gay che si organizza per garantire al mondo lgbt di poter lavorare e rivendicare i propri diritti. E che tristezza ascoltare due femministe assecondare l’idea che trans e omosessuali vogliono imporre le proprie scelte agli altri e si organizzano per questo e per alimentare una propria economia“.
“Il merito della legge Zan è sparito dalla discussione“, ha sottolineato Mirabelli. “Nessuno si è preoccupato di spiegare come si potrebbero meglio evitare violenze e discriminazioni omotransfobiche e che l’impegno prioritario dovrebbe essere per questo, ne ci si è soffermati sulla necessità di far crescere la cultura delle differenze. Anzi, in questo processo alle intenzioni vale tutto. Anche l’ “utero in affitto” che comunque secondo loro sarebbe sdoganato con lo Zan, nulla ha a che fare direttamente o indirettamente col testo. Abbiamo scoperto un Paese che non conoscevamo pieno di genitori che danno gli ormoni ai figli, scuole e centri in cui si promuoverebbe la transizione, in cui la comunità lgbt assoggetta e discrimina chi non ci sta, in cui si cambia sesso ai bambini, in cui si inizia la transizione per poter andare nelle carceri femminili o per fare sport con le ragazze, come se non ci fossero regole. Un Paese in cui questi fenomeni sarebbero così, “a sensazione”, fortemente in aumento. Io continuo invece a vedere un Paese in cui due persone dello stesso sesso che si amano sono vittime di violenza e discriminati così come i trans e tante donne per il fatto stesso di essere se stessi. Serve una legge contro tutto ciò e che faccia crescere la cultura del rispetto delle differenze, non certo una discussione che mette chi è diverso sul banco degli imputati come portatore di valori negativi e protagonista di una transizione transumana“.
Parole ineccepibili, condivise sui social dalla senatrice Pd Monica Cirinnà: “Ha ragione Franco Mirabelli. Nel corso delle audizioni stiamo ascoltando di tutto. E di tutto si parla, meno che del contenuto del ddl Zan. Il tutto, mentre gli episodi di discriminazione e di violenza si moltiplicano, e il Paese attende dalla politica un gesto di responsabilità”.
Proseguire con queste inascoltabili audizioni, proposte, pensate e avallate solo per far perdere tempo, è onestamente ridicolo. Come ribadito ieri da Alessandro Zan, bisogna andare subito in aula senza relatore, lasciandosi alle spalle il pantano a trazione leghista in commissione giustizia. Una volta a Palazzo Madama, tra voti segreti ed emendamenti, ognuno si assumerà le proprie responsabilità.
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