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“Dire che Batman è gay non è modernità ma indottrinamento”. Così Meloni va alla guerra della comunità LGBTQ+

La campagna elettorale che ci accompagnerà per i prossimi mesi è cominciata. Tutta contro la comunità arcobaleno.

del delirio ideologico che vorrebbe cancellare la famiglia tradizionale giorgia meloni contro comunità LGBTQ
3 min. di lettura

La comunità Lgbt nel mirino, Giorgia Meloni in azione. Nel suo intervento a chiusura di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, la presidente dedica diversi passaggi del proprio intervento alla comunità arcobaleno. Si parte da Riccardo Simonetti, l’influencer italo-tedesco accusato di vilipendio alla Vergine Maria e si prosegue con attacchi sparsi alla comunità arcobaleno, tra urla e applausi. Cinquantasette minuti di intervento in difesa:

del delirio ideologico che vorrebbe cancellare la famiglia tradizionale“.

Le urla di Giorgia Meloni tuonano all’interno di un tendone addobbato di Babbi natale con circa quattrocento posti, stretto tra la pista di ghiaccio e il villaggio natalizio, allestito in piazza Risorgimento sotto le mura Vaticane: “In chiusura faremo una dedica particolare ai sacerdoti del nulla e ai burocrati della circolare della Ue“, inizia così la leader di Fdi,  una dedica “a chi ha selezionato come ambasciatore delle politiche inclusive un influencer che si è fatto ritrarre come una Madonna con la barba” e cioè “la nostra dedica sarà un presepe vivente perché vogliamo dire che quelle tradizioni sono vive e vivranno con noi“. Applausi scomposti, pubblico in piedi. “Come si fa a chiedere rispetto quando non si mostra rispetto nemmeno per ciò che è sacro e cosa direbbero quelli che plaudono a una pagliacciata se fosse stato Maometto in quella situazione? Perché sono stufa di una deriva che irride i simboli della nostra religione e chiede rispetto per quella altrui“.

L’intervento prosegue ed è un’altalena che ondeggia tra grandi temi (il Quirinale, il reddito di cittadinanza, l’ambiente), ma ritorna sempre un punto: “il pensiero unico“, governato anche dai social: “Dobbiamo batterci per conservare la nostra libertà. Non credevo che lo avrei mai detto. Siamo uomini e donne liberi. Ogni occasione buona per limitare la libertà di espressione, sui social gli oligarchi della Silicon Valley limitano i tweet del Presidente degli Stati Uniti (n.d.r facendo riferimento al blocco di Trump dai social dopo gli scontri di Capiton Hill). In tv chi ha un pensiero non allineato non può parlare“.

Da qui il passaggio è quasi naturale, cioè la cosiddetta cancel-culture: “Quelli che usano la storia come una clava sono gli stessi che vorrebbero cancellarla: libri, autori, personaggi storici, personaggi delle favole. Vogliono distruggere tutto: Dante islamofobo, Shakespeare razzista, Colombo schiavista“. Meloni paragona così  Fratelli d’Italia a dei monaci benedettini: “La cultura greco-romana che ha forgiato la nostra civiltà è arrivata fino a noi perché dei monaci cristiani trascrissero e conservarono i testi. A noi tocca lo stesso compito dei monaci benedettini. Conservare la nostra civiltà per salvarla“.

Dentro questo tempo di paura e cancellazione, minacciata è la famiglia tradizionale, spiega Meloni:

Gli italiani sono un popolo destinato all’estinzione. Ed è questa la ragione che continuiamo a difendere la famiglia naturale dal delirio ideologico di chi vorrebbe cancellarla. Da chi ci dice che avere un padre e una madre è discriminatoria verso chi non ce l’ha ed è meglio abolirli. Ho passato tutta l’infanzia a invidiare le famiglie numerose che si riunivano intorno al tavolo ma la mia reazione non è togliere agli altri quello che non ho avuto”.

Sul finale un’altra stoccata alle famiglie arcobaleno e alla Gestione Per Altri: “I figli sono innocenti” urla Meloni quasi fino a perdere la voce: “non si comprano al supermercato, come qualsiasi altro capriccio, per poi abbandonarli come fossero giocattoli vecchi e rotti. Magari una donna povera per mettere al mondo a un figlio che viene strappato dal suo grembo appena nato ma non è modernità“. Un passaggio legato alla lotta all’omofobia e all’identità di genere: “Combattere la discriminazione contro gli omosessuali non c’entra niente con il negare l’identità biologica. Perché noi nasciamo maschio o femmina che ci piaccia oppure no, non possiamo cancellarlo e se pretendiamo di farlo, alla fine, quello che faremo è azzerare i diritti delle donne“.

Il palco è addobbato a tema natalizio, le stelle di natale tutto intorno, la scritta che campeggia: “Il Natale dei conservatori“, il tema della conservazione piace molto, infiamma la sala. E su questo Meloni conclude suo intervento: “Dire che Babbo Natale è gay, la fatina di Cenerentola è gay, Superman è gay, Batman è gay non è modernità. Non è un modo per favorire la libera scelta: si chiama indottrinamento. Cioè è un’altra cosa!”. Fine.

La campagna elettorale che ci accompagnerà per i prossimi mesi è cominciata. Tutta contro la comunità arcobaleno.

 

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One thought on ““Dire che Batman è gay non è modernità ma indottrinamento”. Così Meloni va alla guerra della comunità LGBTQ+

  1. Beh Giorgè sei tanto colorita tanto folkoristica più da n’arcobaleno gay ma più folgorata de un furmine…..Batman è più frocio de me. Guarda informate che Robin non faceva nient’altro che spomparlo! Certo era il tutto solo per illuminati non per peracottari come te. Leggiti qualche paginetta di un fumetto la sera prima di ritrovarti tra le braccia di Morpheo triste sola e disperata. Semo tutti frociiiiiiiii fattene na ragione!

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