Presidenza del Consiglio: Draghi nomina Carlo Deodato, nel 2015 giudice simpatizzante delle Sentinelle in Piedi

"In Italia", scriveva il magistrato nel 2015, "la legge accoglie soltanto il matrimonio eterosessuale".

Presidenza del Consiglio: Draghi nomina Carlo Deodato, nel 2015 giudice simpatizzante delle Sentinelle in Piedi - Mario Draghi e Carlo Deodato - Gay.it
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Giurista, cattolico, sposato e padre di due figli. Uomo libero e osservatore indipendente di politica, giurisdizione, costumi, societa’.

Così si presenta su Twitter Carlo Deodato, nel 2019 nominato Segretario Generale della Consob e nelle ultime ore nominato da Mario Draghi a capo del DAGL (Dipartimento Affari generali e legislativi) della Presidenza del Consiglio, come riportato da IlFoglio. Chi ha buona memoria ricorderà il nome di Carlo Deodato, nel 2015 finito nella bufera dopo aver annullato l’iscrizione all’anagrafe dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero con una sentenza contestatissima. All’epoca si era in piena battaglia sulle unioni civili, e scoppiò un putiferio. D’altronde Deodato condivideva su Twitter i cinguettii delle “Sentinelle in Piedi”, come denunciato dal senatore Sergio Lo Giudice,  e di “ProVita”, seguendo account come “No Gender” e “La Famiglia Naturale”.

Il relatore della sentenza non è affatto persona imparziale“, denunciarono i legali di Rete Lenford, con i gruppi ultracattolici che lanciarono l’hashtag #ioStoconDeodato.

All’epoca il giudice, contrario al “gender” e  in “difesa della famiglia tradizionale”, precisò di aver “solo applicato la legge in modo a-ideologico e rigoroso, lasciando fuori le convinzioni personali che non hanno avuto alcuna influenza“. “Un buon giudice è quello che applica la legge assumendo decisioni coerenti con essa, senza farsi in alcun modo condizionare dai propri convincimenti di ordine politico, morale, o religioso”.

Rete Lenford, invece, rivelò come il verdetto di un tempo si reggesse “su una interpretazione errata del diritto civile e costituzionale. L’articolo 115 del codice civile ha un contenuto differente da quello che sostiene il Consiglio di Stato. Esso fa espressamente riferimento solo e soltanto agli articoli del codice sulla maggiore età, sulla libertà di stato e sui gradi di parentela e affinità per poter contrarre matrimonio. Se sono soddisfatti i predetti requisiti, il cittadino italiano può contrarre matrimonio all’estero. Si affermava, inoltre “l’inesistenza del matrimonio same-sex, contestualmente alla citazione della sentenza 4184 della Corte di Cassazione che dice il contrario, e si sostiene in maniera irrefutabile che il matrimonio same-sex contratto all’estero è improduttivo di effetti. La sentenza dei giudici amministrativi dice, poi, che l’articolo 29 della Costituzione ha costituzionalizzato il matrimonio eterosessuale,  cosa che neppure la Corte Costituzionale ha mai affermato”.

Passati sei anni, e con le unioni civili diventate legge, Deodato ha praticamente dimenticato il suo account Twitter, finito al centro della bufera per i mi piace e le condivisioni di articoli cattoestremisti e omofobi, arrivando ora alla presidenza del Consiglio, a Capo del Dipartimento Affari generali e legislativi. Per Deodato si  tratta di un ritorno al DAGL, a 7 anni dalla sua sostituzione voluta da Matteo Renzi, all’epoca premier.

Dopo la nomina alla giustizia di Marta Cartabia, contraria ai matrimoni gay e vicinissima a Comunione e Liberazione, un’altra promozione nei confronti di un uomo a noi “poco affine”, se così si può dire, da affiancare ai sei ministeri finiti al centrodestra, tra Lega e Forza Italia. Nomine di continuità, quelle firmate Draghi alla Presidenza del Consiglio, ma non c’è da abbassare la guardia, vista l’urgenza di approvare definitivamente la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, attesa al Senato dopo l’approvazione alla Camera dello scorso novembre.

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Povera redazione di gay.iT! Capisco il vostro dramma e vi sono vicin; quasi sette anni a leccare il culo a Renzi e i renzusconiani e ora scoprite che grazie al vostro begnamino ancora una volta ci siamo ritrovati fascisti, razzisti, omofobi al governo. Se dovete prendervela dovete farlo con voi stessi che per anni avete lisciato il pelo al peggiore "politico", si fa per dire, della recente storia italiana. Persino peggiore del frodatore fiscale, affarista con i mafiosi, corrotto e corruttore Berlusconi e del razzista e cazzaro di Salvini dato che almeno questi sappiamo chi sono e quanto sono pericolosi, anche se negli ultimi anni il mainstream della pseudo sinistra come uno dei quotidiani degli Agnelli cioè Repubblica hanno cercato di far dimenticare B. dipingedolo quello del il "nipote di Mubarak" in un moderato ed europeista. Insomma ora tenetevi questo governo osceno dove c'è tutto e il contrario di tutto ma soprattutto dove sono tornati a sgovernare le peggiori destre e le più corrotte d'Europa. GRAZIE AL LORO ALLEATO RENZI!!!!

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Stiamo vivendo la stagione del " riflusso" ! Ma saremo e saranno capaci i nostri validi ( sic) rappresentanti di capire che senza lotta dura non si ottiene una beata mazza? Mi sento ridicolo ad usare termini sessantotteschi , ma sono le lotte di quegli anni che hanno portato al matrimonio per tutti in USA .

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bacibaci 15.2.21 - 17:18

Deodato me lo ricordo, un motivo in più per dare battaglia in parlamento invece che fare quello che molti vogliono che facciamo, cioè spostare la battaglia sul ddl Zan dal parlamento al governo. Tiriamo dritti per la nostra strada e smascheriamo segretari di partito e presidenti di gruppo che non vogliono sostenere il ddl Zan. Basta che arcigay e le altre sigle chiedano a capigruppo e segretari di partito la calendarizzazione del ddl e vedere che rispondono.

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