Una guerra all’improvviso. 18 anni da poco compiuti, la figlia transgender di Elon Musk ha ufficialmente fatto richiesta alla Corte Superiore della Contea di Los Angeles di poter cambiare il proprio cognome, perché non vuole più “vivere o desiderare di essere imparentata con mio padre biologico in alcun modo o forma“. La ragazza ha chiesto anche ufficialmente un nuovo certificato di nascita che rifletta la sua nuova identità di genere, chiedendo di essere chiamata Vivian.
Sua madre è Justine Wilson, che ha divorziato da Musk nel 2008. Non si conoscono le motiviazioni della spaccatura tra Vivian e suo padre, uomo più ricco del Pianeta, proprietario di Tesla e SpaceX e da mesi al lavoro per comprare anche Twitter, alla modica cifra di 44 miliardi di dollari. All’inizio di quest’anno, Musk ha dichiarato il suo sostegno al Partito Repubblicano degli Stati Uniti, trainato da un Donald Trump che ha ufficialmente dichiarato guerra alle persone transgender negli Stati di tutto il paese.
A inizio giugno Musk ha perculato il Pride Month, via Twitter, scatenando un putiferio. Nel 2020 aveva fatto qualcosa di simile con i pronomi di genere. Non propriamente la persona più friendly al mondo. In California l’età del consenso prende forma allo scoccare dei 18 anni. Appena compiuti, Vivian ha deciso di allontanarsi da suo padre, chiedendo la cancellazione del cognome paterno in favore di quello materno, Wilson. Musk si è sposato due volte ed ha otto figli.
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