L’ennesima guerra ai diritti LGBTQIA+ da parte del governo Meloni è probabilmente alle porte. Dopo aver attaccato le famiglie arcobaleno, Fratelli d’Italia ha deciso di rilanciare con una nuova crociata contro la carriera alias, che consente agli studenti trans* di cambiare nome e genere a scuola ancor prima dei 18 anni e di un eventuale compimento del percorso giuridico relativo al cambiamento ufficiale di sesso. Al di fuori dell’università o della scuola la carriera alias non ha alcun valore legale: non sostituisce un documento d’identità.
Ad oggi in Lombardia sono 28 scuole le scuole nelle quali è stato introdotto il registro “alias”, oltre all’università Statale, 14 delle quali tra Milano e provincia. Apriti cielo. Giacomo Zamperini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha messo mano ad una mozione “contro questa tendenza, perché non è conforme alla legge“, annunciando il suo arrivo in aula per questa settimana.
“Nessun istituto, ad oggi, in Lombardia, è mai stato autorizzato a determinare un regolamento di carriera alias, anche perché, oltretutto, questo sistema procura una fatica infinita ai professori, ai dirigenti scolastici e a chiunque lavori a scuola, nella comprensione di come si possa interpretarlo, dal momento in cui, oggi, uno può essere Giacomo, domani Giacoma e dopodomani torna ad essere Giacomo. Noi siamo molto rispettosi delle persone che seguono un percorso di transizione. Nessuna discriminazione va tollerata. Al tempo stesso, però, non si può nemmeno fare confusione e creare un problema, laddove quel problema non c’è. Di fronte al famoso asterisco, provo a mettermi nei panni di un insegnante che ha già mille problemi e che poi dovrà vedersela anche con Giulio che diventa Giulia o viceversa. Ecco, trovo tutto questo sia intollerabile, propagandistico e che nemmeno aiuti realmente coloro che vogliono affrontare un percorso di transizione rispettando le leggi italiane“.
Parole, quelle rilasciate a ProVita da parte di Zamperini, che hanno scatenato un putiferio politico.
“La mozione contro le carriere alias che Fratelli d’Italia vuole far approvare in Consiglio regionale della Lombardia è un attacco inedito all’autonomia scolastica, non solo ai diritti degli studenti. La furia ideologica della destra prevarica la legge e il buonsenso: si fermino“, ha cinguettato Alessandro Zan, deputato Pd.
“La carriera alias è uno strumento amministrativo fondamentale per consentire il diritto allo studio delle giovani persone transgender“, ha aggiunto la consigliera Monica J. Romano. “Mettere in discussione questo strumento per motivi politici e ideologici significa mettere a rischio di abbandono scolastico tanti ragazzə“.
“Pavidi, aspettano la chiusura delle scuole per portare in aula una mozione infame che avrebbe mobilitato gli studenti“, ha attaccato la consigliera M5S Paola Pizzighini.
“È una mozione vergognosa e irrispettosa“, ha rilanciato la dem Paola Bocci. “È innanzitutto vergognoso proporre azioni politiche che ideologicamente si oppongono a strumenti che garantiscono diritti e tutele. Ed è anche ipocrita, da parte di chi ha fatto del contrasto al bullismo la sua bandiera, scegliere di garantire solo una parte“.
Contro Fratelli d’Italia si sono scagliati Acet, Ala Milano, Arcigay Milano, Agedo e I Sentinelli, che hanno annunciato un sit-in di protesta davanti il Pirellone di Milano. Durissima anche l’Unione degli Universitari (Udu), con Marta Andreoletti, coordinatrice regionale, che ha ricordato come “la Regione non ha alcuna competenza sui rapporti civili”.
Dopo un weekend di fuoco, Fratelli d’Italia avrebbe deciso di ritirare la mozione, rinviandola a data da destinarsi. Facole immaginare l’ennesima rivolta minatoria di ProVita, come già accaduto con i patrocini prima assegnati e poi ritirati al Roma e Lazio Pride da Rocca e Celentano.
La Carriera Alias, che è in continuo perfezionamento, non è altro che un palliativo dinanzi alla legge 164 del 1982, un tempo pionieristica ma oggi, dopo 40 anni, chiaramente obsoleta.
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