52 anni, Gareth Southgate è l’attuale allenatore della nazionale inglese di calcio. Arrivato secondo agli europei dietro l’Italia di Roberto Mancini, Southgate sogna il mondiale che si giocherà in Qatar tra meno di due settimane, riportando il “Calcio a casa”, ovvero nel Regno Unito, 56 anni dopo la prima e ultima volta.
Intervistato da Antonello Guerrera per LaRepubblica, Southgate ha parlato di quel Qatar in cui l’omosessualità è ancora oggi considerata illegale e i diritti sono nel mirino delle autorità.
“Dopo aver discusso con le associazioni per i diritti umani, come nazionale abbiamo chiesto risarcimenti per i lavoratori dei mondiali e anche la creazione di un centro per loro in Qatar“, ha rivelato l’allenatore della nazionale inglese. “Ma dobbiamo anche essere realisti sugli obiettivi che possiamo raggiungere in questo senso. Il Qatar è un Paese che ha una religione differente, è complesso: dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Per esempio, sono già stato tre volte in Qatar e tutti i lavoratori di questo evento mi hanno detto chiaramente che vogliono che i Mondiali si svolgano: perché anche questa è una forza di cambiamento, il quale viene facilitato anche se solo discutiamo di questi argomenti. Certo, non sarà come un mondiale in Occidente. Ma dobbiamo rispettare un Paese con cultura, religione e tradizioni diverse dalle nostre: non credo di essere la persona giusta per dire come debba essere governato un Paese straniero. Ma certo abbiamo la responsabilità e possibilità di poter accendere una luce su alcuni aspetti che si possono migliorare. Questo è già molto per poter fare la differenza“.
Sul fronte “omosessualità nel mondo del calcio”, Southgate si è detto ovviamente pronto ad abbracciare un coming out all’interno di uno spogliatoio, senza però negare le difficoltà a cui andrebbe probabilmente incontro quel giocatore.
“Lo spogliatoio non avrebbe alcun problema e sosterrebbe i compagni che fanno “coming out”. Ma i calciatori hanno paura delle reazioni che potrebbero ricevere”. “Mi riferisco ai tifosi e all’opinione pubblica. C’è ancora paura di quello che potrebbe accadere allo stadio. Certo, in Inghilterra per la stragrande maggioranza delle persone non sarebbe un problema. E oggi i giovani parlano molto più apertamente di omosessualità rispetto a 15, 20 anni fa. Ripeto: nello spogliatoio tutti i compagni abbraccerebbero un calciatore se questi si dichiarasse gay”.
Ed è qui che Southgate ha fatto un esempio diretto, legato ad un suo ex compagno di squadra, visto anche in Italia, con la maglia della Lazio. “Personalmente, l’ho vissuto con Thomas Hitzlsperger all’Aston Villa: non pensavo fosse omosessuale e quando lo ha dichiarato nel 2014 dopo il ritiro per me è stata una cosa normalissima. Oramai gli spogliatoi delle squadre europee sono multiculturali, multietnici, multireligiosi: non sono mai stati così tolleranti. Cristiani, ebrei e musulmani giocano insieme senza alcun problema. Certo, all’esterno ci sarà sempre qualche omofobo. Ma spero che i giocatori omosessuali si facciano avanti perché avrebbe un grande impatto sulla società, come abbiamo visto nei pochi casi in cui è accaduto sinora. Allo stesso tempo, comprendo le loro paure. Non posso assicurare loro che non ci saranno reazioni avverse fuori dallo spogliatoio“.
Harry Kane, capitano della nazionale inglese, indosserà una fascia rainbow durante i mondiali in Qatar per dire basta all’omotransfobia nel mondo del calcio, insieme ad una decina di colleghi.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.