Non è purtroppo ancora il momento per i festeggiamenti per la comunità transgender in Scozia. Il primo ministro inglese si è infatti pronunciato sulla questione della “Gender Recognition Reform Bill”, e non in positivo.
Secondo Rishi Sunak sarebbe infatti “ragionevole” rivalutare la proposta e potenzialmente bloccarla prima che diventi legge a tutti gli effetti. Ma com’è possibile? Per comprenderlo, è necessario un’escursus su come funziona l’approvazione delle leggi per le regioni sotto governo UK.
La sanzione regia: il veto che potrebbe affossare la Gender Recognition Reform Bill
Il Regno Unito è una monarchia costituzionale, che ancora oggi conserva tutta una serie di meccaniche considerate da molti anacronistiche e limitanti per l’autonomia dei governi sotto la sua giurisdizione.
In questo caso, si parla di Royal Assent – la “Sanzione Regia” – forma particolare di potere di veto concessa alla Corona Britannica. Attraverso il Royal Assent, il Regno Unito può asserire il diritto a bloccare una legge già approvata dai governi regionali.
Un procedimento che non viene esercitato da oltre 300 anni, ma che oggi è stato rispolverato in occasione dell’approvazione della Gender Recognition Reform Bill da parte del governo Scozzese.
Il governo del Regno Unito, oggi a maggioranza Tories e capitanato da Rishi Sunak, ha infatti annunciato la possibilità d’intervenire in maniera “vigorosa e senza precedenti” contro la nuova legge che permetterebbe il riconoscimento dell’identità delle persone transgender senza che sia necessaria la procedura medica di cambio di sesso.
“Molte persone sono preoccupate per questo nuovo disegno di legge in Scozia, per l’impatto che avrà sulla sicurezza delle donne e dei bambini” avrebbe dichiarato proprio ieri Sunak. “Quindi penso che sia del tutto ragionevole per il governo del Regno Unito dare un’occhiata, capire quali sono le conseguenze per la sicurezza delle donne e dei bambini nel resto del Regno Unito, e poi decidere quale sia la linea d’azione appropriata”
L’annuncio è arrivato subito dopo la proposta del parlamentare scozzese Alistair Jack, che avrebbe fatto appello alla Sanzione Regia presente nella Costituzione come ultimo baluardo per bloccare la promulgazione della legge.
“Condividiamo le preoccupazioni che molte persone hanno riguardo ad alcuni aspetti di questo disegno di legge, e in particolare ai problemi di sicurezza per donne e bambini”, ha sostenuto Jack davanti alla stampa, all’uscita del parlamento. “Esamineremo attentamente questa, e altre ramificazioni per l’Equality Act del 2010 e altre leggi in tutto il Regno Unito, nelle prossime settimane, fino a includere un ordine della Sezione 35 che interrompa il disegno di legge per il Royal Assent, se necessario“.
La Scozia però non ci sta, sostenendo che la nuova legge non ha nessun impatto sull’Equality Act approvato nel 2010, e che i fantomatici problemi di sicurezza citati dalle opposizioni sono infondati e discriminatori.
Nella figura della parlamentare Shona Robinson, la Scozia si prepara a difendere con le unghie e con i denti la propria autonomia.
“Qualsiasi tentativo da parte del Regno Unito – inclusa l’invocazione della Sezione 35 della Costituzione, mai implementata in 300 anni – di minare l’autonomia democratica del parlamento scozzese sarà fortemente contrastata. La legge in questione è passata con ogni diritto, e con il favore della maggioranza di tutti i partiti”.
Il democratico Alex Cole-Hamilton adotta invece un approccio più cauto, mantenendo comunque una posizione determinata sulla Gender Recognition Reform Bill.
“Per quanto questa posizione del Regno Unito mi lasci costernato, sembra inevitabile che dovremmo difendere la nostra autonomia. Credo nella solidità della legge e sono sicuro che il Gender Recognition Reform Bill sarà capace di sostenere qualsiasi battaglia legale”.
Comunque dovesse svilupparsi la vicenda, tuttavia, il fatto che la parte conservatrice stia anche solo pensando di appellarsi a una meccanica di governo antiquata e che non viene utilizzata dai primi del 700 la dice lunga su quanto la Gender Recognition Reform Bill sia un passaggio storico e importante per la storia dei diritti della comunità transgender.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.